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Lo scrittore Enrico Galiano Fonte foto: Ansa

Galiano agli studenti: "Questa domanda mi ha salvato la vita"

Il professore e scrittore Enrico Galiano ospite di un evento con ragazzi prossimi alla Maturità 2025 ha spiegato quale domanda gli ha salvato la vita

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Enrico Galiano, un professore che è anche scrittore di best seller, è stato ospite di un evento al quale hanno partecipato circa 400 studenti e studentesse delle classi quinte degli istituti superiori di Reggio Emilia e provincia, che a breve daranno la Maturità. Invitato da Ifoa per questo momento di condivisione e riflessione sul futuro dei maturandi, l’autore si è raccontato alla sua giovane platea. Il Prof Galiano ha anche svelato agli studenti qual è stata la domanda che gli salvato la vita.

Quale domanda ha cambiato la vita di Enrico Galiano

Enrico Galiano è stato protagonista dell’evento “Una vita non basta”, che si è svolto venerdì 7 marzo 2025 presso il centro Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Ai giovani presenti ha raccontato: “Per tanti anni non ho seguito la mia passione perché qualcuno da ragazzo mi aveva detto che non ero abbastanza. Non ero io, ma il piano B di chi avrei voluto diventare. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua”.

Poi, un giorno, una semplice domanda gli ha cambiato la vita: “Un ‘Ma cosa sto facendo’ nel momento giusto mi ha salvato la vita: ho deciso di riprovarci, mi sono rimesso a studiare a 30 anni e quando sono entrato in una classe mi sono sentito come se fossi tornato a casa. Lì ho capito che quello era ciò che volevo essere nella vita“.

Lo scrittore e docente (che sui social ha dato anche consigli sugli errori da non fare per pubblicare un romanzo) ha così iniziato con gli studenti presenti una riflessione sul tema dell’errore, che deve essere visto come uno strumento di crescita, ispirandosi anche al suo libro, “Una vita non basta“, che ha dato il titolo anche all’evento.

“Fino ai 30 anni non ho raccontato a nessuno quali fossero i miei sogni. Quando ho iniziato a dirli ad alta voce è come se fossero diventati concreti, reali. Va bene avere dei sogni, ma va bene anche non avere idea di cosa diventerete: molte persone adulte non l’hanno ancora capito e si reinventano ogni giorno. Non si tratta tanto di cosa fare da grandi, quanto di tirare fuori qualcosa di grande che ciascuno di noi ha dentro”, ha sottolineato Enrico Galiano, che ha anche aggiunto quanto sia importante avere un’educazione che non deve essere una mera trasmissione di conoscenza, ma un modo per aiutare i giovani a comprendersi e a trovare il proprio posto nel mondo.

I biglietti degli studenti a Galiano sull’errore più grande commesso

Durante l’incontro gli studenti e le studentesse hanno anche potuto raccontare l’errore più grande che abbiano mai commesso, in forma rigorosamente anonima, scrivendolo su un bigliettino. L’autore e docente poi ha letto e commentato con la platea quei messaggi, che erano ricchi di spunti di riflessione e di argomenti, spesso delicati o visti come tabù, come ad esempio l’accettazione di sé e la capacità di far diventare le nostre paure occasioni di crescita.

“A chi dice che i giovani sono superficiali farei leggere questi biglietti”, ha detto il professore sfogliando quei bigliettini scritti da studenti e studentesse prossimi alla Maturità 2025.