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Papa Francesco durante l'udienza generale Fonte foto: Ansa

Istruzione, appello di Papa Francesco: come deve essere la scuola

Papa Francesco nel suo discorso alla Gregoriana di Roma, ha lanciato un appello spiegando come dovrebbe essere oggi la scuola per tutti gli studenti

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

In occasione del Dies Academicus, Papa Francesco ha tenuto un discorso di fronte alla comunità accademica della Pontificia Università Gregoriana, un ateneo della Chiesa cattolica con sede a Roma. Nella sua lunga lectio magistralis, il pontefice si è anche soffermato a parlare dell’istruzione e di come dovrebbe essere la scuola, in particolare l’Università. Alla fine sono stati anche premiati alcuni studenti e papa Bergoglio ha avuto un incontro privato con un gruppo di gesuiti.

Il discorso di Papa Francesco alla Gregoriana

Papa Francesco nel quadriportico della Pontificia Università Gregoriana è stato accolto da un applauso durato quasi cinque minuti.

Un’accoglienza davvero molto calorosa, che è diventata ancora più intensa quando il pontefice si è seduto alla scrivania in velluto rosso, sotto la statua di Cristo, salutando i presenti con un semplice “Buongiorno a tutti”.

Nel suo discorso il capo della Chiesa Cattolica ha fatto molte citazioni, dall’Iliade, Shakespeare e Dostoevskij, prendendo in prestito anche le parole degli insegnamenti di san Basilio e san Francesco Saverio, di san John Henry Newman e san Tommaso Moro, così come di due esponenti importanti della Compagnia di Gesù, padre Arrupe e padre Kolvenbach.

Nella sala erano presenti, oltre gli studenti dell’ateneo pontificio, con una rappresentanza dei 2952 studenti, provenienti da 121 Paesi di tutti i continenti che frequentano le lezioni dell’antico Collegio Romano, c’erano anche alcune autorità ecclesiali.

Papa Francesco ha conferito ad alcuni allievi anche dei Premi per le tre missioni dell’Università: i Premi “Marc and Rachelle Bibeau” agli studenti vincitori della missione del Pontificio Istituto Biblico, il Premio Bellarmino allo studente vincitore della missione del Pontificio Istituto Orientale, i due Premi Bellarmino e Vedovato agli studenti vincitori della missione del Collegium Maximum.

Papa Francesco: “L’istruzione non è un privilegio”

Papa Francesco, in occasione del suo discorso alla Gregoriana, ha sottolineato che l’istruzione dovrebbe essere accessibile a tutti quanti, nessuno escluso. “C’era un tempo in cui l’istruzione era un privilegio, condizione che non si è ancora estinta e che rende attuali le parole di don Lorenzo Milani sulla scuola ‘ospedale che cura i sani e respinge i malati. Ma perdendo i poveri, si perderebbe la scuola’”. Riferendosi all’iscrizione su una porta di un edificio dove nella metà del Cinquecento alcuni studenti gesuiti si erano stabiliti (“Scuola di grammatica, di umanità e di dottrina cristiana, gratis”), il capo della Chiesa Cattolica ha spiegato che quello era “un invito a umanizzare i saperi della fede e ad accendere e rianimare la scintilla della grazia nell’umano, curando la transdisciplinarità nella ricerca e nell’insegnamento”.

L’appello di Papa Francesco: come dovrebbe essere la scuola

Parlando dell’esperienza scolastica degli studenti, il pontefice ha detto: “Nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore”. Inoltre, “gli studenti debbono prendere contatto con le proprie emozioni”. Secondo Papa Francesco, “Serve una università che abbia odore di carne di popolo e che non calpesti le differenze” e, soprattutto, che non tema “la contaminazione“. Bergoglio ha detto no alle ideologie, all’arido intellettualismo, al perverso narcisismo. Poi il pontefice ha coniato un neologismo: “In un’università la visione e la consapevolezza del fine impediscono la coca-colizzazione della ricerca e dell’insegnamento che porterebbe alla coca-colizzazione spirituale. Sono tanti, purtroppo, i discepoli della coca-cola spirituale”.

Per Papa Bergoglio bisognerebbe “disarmare i pensieri, disarmare le parole, disarmare gli sguardi” ed è necessario “essere alla stessa altezza per guardarsi negli occhi: non c’è un dialogo dall’alto al basso. Solo così l’insegnamento diventa un atto di misericordia“. Poi il suo appello: “Meno cattedre, più tavoli senza gerarchie, uno a fianco all’altro, tutti mendicanti di conoscenza toccando le ferite” che aspettano le cure. Bisogna “trasformare lo spazio accademico in una casa del cuore”.