
Perché Papa Francesco amava la scuola: merito di un'insegnante
Papa Francesco ha spesso parlato di scuola e una volta ha anche svelato un curioso aneddoto sul motivo per cui ha iniziato ad amare la scuola
Spesso Papa Francesco ha parlato di scuola, ma si è anche rivolto sovente a tutti i suoi protagonisti, dagli studenti agli insegnanti. In qualche occasione il Pontefice, venuto a mancare il 21 aprile del 2025, ha anche svelato alcuni aneddoti che hanno riguardato la sua esperienza scolastica. In particolare durante un incontro con alcuni insegnanti aveva rivelato il motivo per cui quando era studente andava in classe e studiava volentieri. Ecco perché Papa Francesco amava la scuola!
Perché Papa Francesco amava la scuola: il racconto
Nel 2014, in occasione del primo incontro di Papa Francesco con il mondo della scuola, organizzato dalla CEI, Bergoglio si era ritrovato a parlare di fronte a 300mila insegnanti. Questa è stato il momento migliore per svelare un aneddoto di quando andava a scuola.
Il Pontefice, infatti, ha voluto ricordare la sua “prima insegnante, una maestra che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non ho mai potuto dimenticarla”. Papa Francesco ha confessato di esserla andata a trovare sempre, fino a quando è venuta a mancare all’età di 98 anni. Lo ha fatto perché è per merito suo se lui ha studiato con così tanta passione: “Amo la scuola perché quella donna mi ha insegnato ad amarla“.
Jorge Mario Bergoglio, primo papa proveniente dal continente americano, ha studiato molto nel corso della sua vita. Prima chimica in una scuola tecnica del suo Paese, dove si è diplomato, e poi in seminario. In Argentina ha anche studiato filosofia e ha ottenuto la laurea in Teologia presso il Colegio Máximo de San Miguel. Ha imparato a parlare il francese, l’italiano, il tedesco, l’inglese, il latino e il greco.
I discorsi di Papa Francesco sulla scuola
In quella occasione Papa Francesco aveva parlato di scuola, non come di un mero “parcheggio” dove lasciare i figli, ma di “un luogo di incontro. È un posto di incontro nel cammino. A scuola si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. A scuola i genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. È un luogo di incontro. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro, per conoscerci, amarci. E questo è fondamentale nell`età della crescita, come complemento alla famiglia”.
Nel 2023, invece, incontrando gli studenti universitari per la Giornata Mondiale dei Giovani, aveva lanciato un appello: “Gli studi superiori non dovrebbero essere ‘un privilegio’ per pochi. Sarebbe uno spreco pensare a un’università impegnata a formare le nuove generazioni solo per perpetuare l’attuale sistema elitario e diseguale del mondo, in cui l’istruzione superiore resta un privilegio per pochi. Se la conoscenza non viene accolta come responsabilità, diventa sterile”.
La richiesta del Pontefice agli insegnanti
Di fronte ai tanti insegnanti arrivati per ascoltare le sue parole nell’incontro del 2014, il Santo Padre aveva ricordato il loro ruolo importante e la loro responsabilità: “Sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà, con la mente sempre aperta a imparare”.
Poi aveva aggiunto: “Se un insegnante non è aperto a imparare non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno ‘fiuto’, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, ‘incompiuto’, che cercano un ‘di più’, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti”.
Le parole di Bergoglio agli studenti
Sempre agli studenti universitari accorsi alla GMG, Papa Francesco aveva chiesto loro di essere maestri di speranza: “Ascoltandovi, ho pensato a una frase che forse vi è familiare, dello scrittore José de Almada Negreiros: ‘Ho sognato un Paese in cui tutti arrivavano a essere maestri'”.
Il Pontefice aveva poi detto ai giovani: “Anche questo anziano che vi parla, che già sono vecchio, sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza. Maestri che difendono la vita minacciata da grave distruzione ecologica”.