
Studenti con borse di studio in Italia bloccati a Gaza
Rischiano di rimanere bloccati nella Striscia di Gaza gli studenti palestinesi che hanno vinto borse di studio per venire a studiare in Italia
Gli studenti palestinese che hanno vinto borse di studio per frequentare le università in Italia rischiano di restare bloccati a Gaza. Oltre alla complessità della situazione nella Striscia, ci sono dei problemi burocratici per il rilascio dei visti.
- Perché gli studenti con borse di studio in Italia sono bloccati a Gaza
- Cosa chiede l'Udu per gli studenti palestinesi
- Università di Milano: "Tutelare il loro diritto allo studio"
Perché gli studenti con borse di studio in Italia sono bloccati a Gaza
Il blocco degli studenti palestinesi vincitori di borse di studio per le università italiane è il risultato di una combinazione di fattori burocratici e geopolitici estremamente complessi. Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, come riportato dal Corriere della Sera, ha chiarito che la “ricezione e la trattazione delle domande di visto è attualmente resa particolarmente complessa dall’impossibilità per i borsisti di completare la pratica, per la quale la normativa prevede anche l’acquisizione dei dati biometrici“.
A complicare ulteriormente la situazione, si aggiunge un altro fattore: “l’autorizzazione delle autorità israeliane competenti è requisito fondamentale per l’uscita dalla Striscia e il successivo transito in Giordania per il trasferimento in Italia”.
Al momento, tuttavia, i Paesi di transito prevedono solo due tipologie di uscita da Gaza: quelle per motivi sanitari e quelle per ricongiungimento familiare. La categoria ‘studio’, dunque, non rientra in queste eccezioni, rendendo il loro spostamento ancora più complicato.
Cosa chiede l’Udu per gli studenti palestinesi
A lanciare l’allarme sulla situazione dei borsisti palestinesi bloccati a Gaza è stata l’Udu (Unione degli universitari), che ha inviato una lettera alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e al ministro degli Affari esteri Antonio Tajani.
L’associazione universitaria ha ricordato che già a giugno una sentenza del Tar del Lazio ha riconosciuto le “contingenze eccezionali” prevedendo la possibilità di effettuare la procedura di presentazione dei documenti in modalità telematica presso l’ambasciata italiana a Israele entro il 19 luglio. Ma, come hanno sottolineato dall’Udu, la sentenza del tribunale “non è bastata”.
Per questo, l’Unione degli universitari chiede “l’attivazione urgente di un canale straordinario per il rilascio dei visti“, una misura che andrebbe oltre le procedure ordinarie per far fronte all’eccezionalità del contesto. Parallelamente, sollecita “un’interlocuzione ufficiale con le autorità israeliane per garantire la libertà di movimento”. Infine, l’associazione ha richiesto “misure reali di flessibilità e sostegno per non perdere le opportunità di studio”.
Università di Milano: “Tutelare il loro diritto allo studio”
La problematica degli studenti palestinesi bloccati a Gaza coinvolge diverse istituzioni accademiche italiane. Tra queste c’è l’Università degli Studi di Milano, che ha confermato di avere al momento 14 studenti residenti a Gaza “selezionati come vincitori di una borsa di studio nell’ambito del programma IUPALS che non sono in grado di lasciare il loro Paese per ottenere il visto necessario all’ingresso in Italia”.
La Statale di Milano ha espresso una chiara posizione in merito, sottolineando l’importanza di tutelare il diritto allo studio di questi giovani. In merito, l’ateneo milanese ha dichiarato di aver attivato “canali di interlocuzione con il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per permettere a questi studenti meritevoli e motivati di venire in Italia, tutelando il loro diritto allo studio“.
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