Salta al contenuto

Ius Scholae? No, ius tutto: attacco di Velasco al Governo Meloni

"Ius scholae? No, dovrebbe esistere uno 'ius tutto'": l'attacco del ct della nazionale italiana di pallavolo Julio Velasco al Governo Meloni

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Anche il ct della nazionale femminile di pallavolo Julio Velasco è intervenuto nel dibattito della concessione della cittadinanza italiana agli stranieri: “Ius scholae? No, dovrebbe esistere uno ‘ius tutto‘”, ha detto. Il suo attacco al Governo Meloni.

Velasco attacca sulla cittadinanza

Julio Velasco, l’allenatore della nazionale femminile di pallavolo che con lui ha vinto l’oro olimpico a Parigi, ha annunciato il suo rinnovo alla guida della squadra, confermando la sua presenza fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. L’annuncio è arrivato in occasione del ‘Premio Mecenate dello Sport – Varaldo Di Pietro’, durante un’intervista alla trasmissione ‘Casa Italia’ di Rai Italia.

Le parole di Velasco non si sono limitate al solo ambito sportivo, e ha attaccato il Governo Meloni. Il motivo? La concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri.

In merito, come riportato da ‘la Repubblica’, il ct ha detto: “La pallavolo femminile, per questioni sociologiche, ha più ragazze di origine africana, ha qualche giocatrice come Fahr figlia di tedeschi, o Antropova figlia di genitori russi. Sono nate o hanno studiato in Italia. E a me sembra assurdo che io, grazie a mio nonno Schiaffino arrivato in Argentina a dieci anni, avrei potuto prendere la cittadinanza senza aver mai visitato l’Italia e parlato l’italiano. Invece non lo possono fare ragazzi e ragazze nate in Italia“.

Per Velasco si tratta di “un’idea vecchia di nazione e non di paese che secondo me è assolutamente superata. Però sono bandiere politiche che si usano invece di prendere nota della realtà”.

In questo contesto, ha proseguito l’allenatore, “lo sport riflette una seconda ingiustizia. Quando conviene, i figli di migranti diventano italiani. È quando non conviene che non diventano italiani. Anche quei partiti che votano contro sono d’accordo se conviene. Quando sono semplici figli di migranti devono aspettare dieci anni”.

Lo ‘ius tutto’ di Velasco

Velasco ha poi proseguito: “Dovrebbe esistere uno ‘ius tutto’: ius soli, ius scholae, ius sport. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce, studia, lavora in Italia deve diventare italiano, e non ha senso che prendano il passaporto ragazzi che vogliono solo una possibilità. ‘Non si sa mai’, si dice in Argentina sulla scelta di essere italiani o spagnoli. Va bene, ma allora perché non può uno nato qua?”, ha concluso.

La concessione della cittadinanza in Italia

Con il successo degli azzurri alle Olimpiadi di Parigi 2024, così come era successo dopo i giochi di Tokyo 2020, è tornata a far discutere la questione della concessione della cittadinanza italiana agli stranieri. Un tema che polarizza e che, sul finire dell’estate, ha portato uno scossone all’interno della maggioranza.

I grandi eventi di sport a livello internazionale rappresentano una miccia per questo argomento. Sono numerosi infatti gli sportivi della nazionale italiana nelle diverse discipline ad avere origini straniere. Molti sono italiani di seconda generazione, con genitori stranieri che si sono stabiliti in Italia da anni, e che magari non hanno mai visitato il Paese di provenienza della famiglia.

Oggi i minori che nascono in Italia da genitori stranieri devono aspettare i 18 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Si tratta di una procedura che può richiedere anni prima di avere esito. Attualmente sono previste poche eccezioni a questo criterio, tra cui quelle a vantaggio degli atleti, che possono beneficiare di un processo ‘accelerato’ e ottenere il passaporto italiano per meriti sportivi.

Ampliare le maglie della concessione della cittadinanza, soprattutto ai minori che nascono in Italia, è prerogativa dei partiti del centrosinistra, che hanno presentato numerosi disegni di legge in Parlamento. Ma adesso anche Forza Italia, il partito del vicepremier Antonio Tajani, ha aperto allo ius scholae.