Ius scholae: cosa cambia con la proposta di Tajani e Forza Italia
La legge sulla cittadinanza torna a far discutere dopo l'apertura del vicepremier Tajani allo Ius scholae: cosa cambia con la proposta di Forza Italia
Tornata al centro del dibattito pubblico, la legge sulla cittadinanza sta facendo discutere la maggioranza di Governo dopo l’apertura del leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani allo Ius scholae. Cosa cambia con la proposta del partito azzurro.
Scontro nella maggioranza per lo Ius scholae
Dopo Olimpiadi di Parigi 2024, così come era successo dopo i giochi di Tokyo 2020, è tornata a far discutere la questione della concessione della cittadinanza italiana agli stranieri.
Un tema che polarizza e che ha aperto uno scontro all’interno della maggioranza. Infatti il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani ha aperto allo Ius scholae, una riforma della cittadinanza che darebbe la possibilità di ottenerla ai giovani che, a seconda delle proposte, frequentano la scuola in Italia per un certo numero di anni o che concludono 1 o più cicli scolastici nel Belpaese pur essendo nati da genitori stranieri.
Mentre Fratelli d’Italia e Lega hanno ribadito la loro contrarietà alla modifica della legge, Forza Italia ha avanzato una sua proposta (ancora da discutere nei particolari), che prevede la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che concludono un “percorso di studi completo” in Italia.
“La cittadinanza italiana non può essere concessa in modo automatico come vuole la sinistra – si legge sulla pagina Facebook di Forza Italia -. Però permettere a centinaia di migliaia di persone di diventare cittadini italiani a tutti gli effetti è un diritto che non possiamo negare a chi ha studiato in Italia, a chi si è integrato e si riconosce nei valori del nostro Paese. Significa rafforzare il tessuto sociale ed economico, promuovendo valori di inclusione e coesione. C’è bisogno di una legge giusta e Forza Italia c’è”.
La proposta di Forza Italia
Ma cosa propone in concreto il fu partito di Silvio Berlusconi? Come ha spiegato Antonio Tajani in un’intervista a ‘La Repubblica’, con lo Ius scholae di Forza Italia per ottenere la cittadinanza “non basterà essere iscritti” in una scuola italiana. “Servirà un percorso di studi completo”, ha specificato il vicepremier, ovvero un ciclo scolastico di 10 anni.
“E tutto questo non ha nulla a che vedere con l’immigrazione illegale – ha puntualizzato Tajani rispondendo ai suoi alleati di governo -: mica diamo la cittadinanza ai clandestini, né parliamo di Ius soli“. Ma “parliamo dei figli di ucraini fuggiti dalla guerra o di chi lavora regolarmente dopo essere arrivato, magari con il decreto flussi”.
Il vicepremier azzurro ha poi assicurato: “nessun inciucio col Pd, nessun tradimento. Ma se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea”. Il 14 agosto, la Lega aveva pubblicato sui social un’immagine che ritraeva Antonio Tajani e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein con su scritto: “Il Pd rilancia lo Ius soli. Forza Italia apre un varco a destra: ‘Un testo sulla cittadinanza basato sugli anni di studio‘”
Infine, Antonio Tajani ha concluso: “I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello Ius scholae. Detto ciò, c’è tempo. Prima ne voglio parlare con i gruppi di Forza Italia. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del governo”.
Cosa dicono i sondaggi
Con il 53,92% di sentiment positivo, gli italiani sui social network si dichiarano favorevoli allo Ius scholae. È quanto emerge dallo studio condotto per ‘Adnkronos’ da Vis Factor.
Le emozioni più associate alla discussione sono speranza (33%), frustrazione (20%) e indignazione (16%). Dall’analisi semantica, emerge che il leader politico più citato relativamente al tema è Antonio Tajani, seguito da Elly Schlein. I temi principali di discussione sono: riforma della cittadinanza, diritti di immigrati e minoranze, integrazione e inclusione sociale.
Lo studio, si legge su ‘Adnkronos’, “evidenzia come l’attuale sistema sia considerato discriminatorio nei confronti di molti giovani nati, o cresciuti in Italia, senza che ne possano avere la cittadinanza”.