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Barbero Fonte foto: IPA

La lezione di storia di prof Barbero e l'allarme: "Come nel 1914"

Il prof Alessandro Barbero ha tenuto una lezione di storia alla manifestazione contro il riarmo europeo e ha lanciato l'allarme: "Come nel 1914"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Lo storico Alessandro Barbero ha mandato un videomessaggio ai manifestati che si sono riuniti a Roma sabato 5 aprile per dire no al piano di riarmo europeo. E alla piazza ha lanciato il suo allarme: “La nostra epoca assomiglia agli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914“. Cosa ha detto il prof: la sua lezione di storia.

Barbero lancia l’allarme sulla nostra epoca: “Come il 1914”

“A noi storici spesso chiedono: ma l’epoca nostra che stiamo vivendo a quale periodo del passato assomiglia? Ecco, io purtroppo negli ultimi tempi comincio ad avere sempre più l’impressione che l’epoca nostra assomigli paurosamente agli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914″. Lo ha detto lo storico e divulgatore Alessandro Barbero in un videomessaggio alla manifestazione contro il riarmo a Roma.

Il prof ha spiegato che nel 1914, anno in cui è iniziata la Grande guerra, “l’Europa usciva da un lungo periodo di pace. Certo – ha aggiunto – se uno non guarda le guerre nei Balcani e le guerre coloniali in cui tutti i Paesi europei si erano imbarcati. Però è vero che i grandi Paesi dell’Occidente non si sono fatti la guerra per tanti anni. Come oggi“, ha sottolineato Barbero.

“E allora come mai nel 1914 l’Europa è precipitata nella guerra più spaventosa di tutti i tempi? – ha chiesto -. Il guaio è che se uno va a vedere da vicino come era quel mondo, che assomiglia molto a quello nostro di oggi, non è così strano”.

Prof Barbero e la sua lezione di storia in piazza

Da qui è partita la sua lezione alla piazza: “Intanto, in quei lunghi anni di pace, di guerra parlavano continuamente”, ha detto menzionando un genere letterario che all’inizio del Novecento “faceva furore”, la cosiddetta “letteratura dell’invasione o della prossima guerra“.

Questi romanzi, di cui venivano pubblicati “milioni di copie”, “raccontavano tutti la stessa storia: il nostro Paese è debole, siamo circondati da nemici cattivissimi, e dobbiamo riarmarci perché non siamo abbastanza sicuri”.

In questo contesto, ha continuato a spiegare il prof, “l’opinione pubblica, intossicata, sentendo parlare continuamente della prossima guerra e dei malvagi nemici che ci minacciano, ha cominciato a chiedere sicurezza, armamenti e alleanze. Una risposta dei governi a fine Ottocento è stata ‘cerchiamo degli alleati’, nell’illusione che da soli si è in pericolo mentre con gli alleati più sicuri. Peccato che le alleanze producono anche degli effetti inaspettati”. Il primo, ha spiegato, è che la Germania, esclusa da questi accordi, ha iniziato a sentirsi minacciata, pensando che fossero fatti contro di lei. Il secondo è che hanno “fatto sì che, alla prima scintilla esplosa nei Balcani, i Paesi alleati sono stati costretti ad entrare in guerra uno dopo l’altro”.

Oltre a stipulare trattati con altre nazioni, ha continuato lo storico, i governi europei hanno puntato sul riarmo, che è stato “pazzesco”, ha detto. “Negli ultimi cinque anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, le grandi potenze europee, compresa l’Italia, aumentano le spese militari del 50% in media nell’illusione di essere più sicuri“.

Alessandro Barbero ha così spiegato che “il riarmo è un paradosso”, perché ha portato i Paesi a voler essere sempre più forti degli altri creando un circolo vizioso dal quale, nel 1914, si è usciti solo con la guerra. Parlando della Germania, che si sentiva minacciata dall’Inghilterra prima e dalla Francia poi, il prof ha raccontato che aveva investito sempre più risorse nelle armi fino a quando, nei primi di giugno del 1914, il comandante dell’esercito Helmuth Johann Ludwig von Moltke dichiarò: “Adesso siamo pronti alla guerra, e prima è e meglio è”. Questo proprio per evitare che anche le altre potenze continuassero a investire nel riarmo, diventando sempre più forti.

Il messaggio di Alessandro Barbero

Alessandro Barbero ha concluso il suo intervento con un messaggio: “Ogni tanto mi dico: ‘Sai, non è vero che quell’epoca somiglia tanto a questa, ci sono tante differenze’. Però alla fine credo che dipenderà essenzialmente da noi fare in modo che questa nostra epoca non assomigli troppo a quella che ha preceduto il suicidio dell’Europa nel 1914”.