
La Maturità 2025 è della Generazione Covid: perché è importante
Quella affrontata dagli studenti quest'anno è una Maturità 2025 speciale, perché dietro ai banchi c'è la Generazione Covid: perché è cruciale
Le ragazze e i ragazzi chiamati ad affrontare la Maturità 2025 sono quelli della Generazione Covid. Coloro che nel 2020, quando scoppiò la pandemia da Covid-19 e scattarono i lockdown, stavano frequentando la terza media e per i quali il passaggio alle superiori è stato ancor più complesso. Quella che inizia il 18 giugno 2025 con il primo scritto, per loro è una prova scolastica davvero speciale. Vediamo perché.
- Generazione Covid alla Maturità 2025: perché per loro è più importante
- Ansia e fiducia nei prof, come affronta la Maturità la Generazione Covid
Generazione Covid alla Maturità 2025: perché per loro è più importante
Ci sono le Gen X, Y e Z, fino alla più recente Alpha (che riunisce i nati dai primi anni 2010), ma possiamo aggiungere all’elenco anche la “Gen Covid“. Quella generazione di giovani che appartengono alla Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012), ma che in più hanno affrontato il periodo della pandemia da Corononavirus nel pieno della loro adolescenza.
In particolare, parliamo di quei ragazzi che nell’anno più buio in cui è scoppiata l’emergenza sanitaria, il 2020, avevano 13/14 anni e stavano terminando le scuole medie per poi prepararsi all’importante passaggio alle scuole superiori.
Il loro esame di terza media è stato del tutto atipico rispetto alla solito: lo hanno svolto online. Per questo motivo, il loro esame di Maturità, quest’anno, rappresenta una sfida del tutto nuova, svolta in presenza per la prima volta nella loro vita scolastica.
Ma oltre alla modalità di esame, sono state diverse le conseguenze negative del Covid per il loro percorso di apprendimento in quegli anni in cui le lezioni si svolgevano soltanto online e non avevano la possibilità di uscire, socializzare con i coetanei e svagarsi. Tanto che recenti studi hanno rivelato che il cervello degli adolescenti, in quegli anni, sarebbe “invecchiato troppo velocemente“.
Ansia e fiducia nei prof, come affronta la Maturità la Generazione Covid
La Maturità 2025 rappresenta per le Generazione Covid un passaggio epocale, una prova che resterà impressa nella loro memoria, proprio perché la prima fuori dagli schermi di un pc, vissuta al 100% nella realtà.
Non mancano le insicurezze e le ansie legate all’esame, soprattutto allo scritto, ma tra loro si respira anche ottimismo e una particolare fiducia nei prof che in questi anni li hanno accompagnati lungo il loro percorso scolastico.
Intervistate da Il Fatto Quotidiano, Carla e Maria, studentesse 18enni del liceo di scienze umane di Latiano (in Puglia), hanno dichiarato: “Il nostro pensiero va soprattutto allo scritto, ma abbiamo speranza, i nostri insegnanti ci stanno aiutando molto”. Un elogio ai professori che arriva da diversi studenti, come da Ginevra, che frequenta il liceo “Manara” di Roma: “Stranamente sono serena perché i professori non ci mettono pressione. E’ la fine di un ciclo della vita, una prima sfida da affrontare. A scuola abbiamo fatto simulazioni dell’orale e dello scritto. Sono gli ultimi giorni ma in aula si respira un buon clima”.
Oltre chi ha dichiarato di non aver sofferto la mancanza di relazioni sociali durante quegli anni di restrizioni, c’è anche chi ha sofferto di più e vede soprattutto nella prova scritta uno scoglio difficile da superare, come Vittoria, studentessa all’ultimo anno del liceo a San Benedetto del Tronto: “Per due anni i nostri legami sono stati distrutti, lacerati. In prima superiore ho cambiato scuola e mi son dovuta rivolgere anche a una psicologa per vari motivi. Mi sento tranquilla in vista della Maturità ma non riesco a immaginarmi tutto quel tempo dedicato allo scritto”. Ma una cosa le ha insegnato il difficile periodo trascorso durante l’emergenza Covid nel pieno della sua adolescenza: “E’ stata una prova difficile, ma oggi so scavare meglio dentro me stessa”.
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