
La terribile profezia di prof Vecchioni sul mondo senza parole
Roberto Vecchioni ha provato a rispondere a una fatidica domanda: "Come sarà il mondo in futuro?", ma la sua risposta è una previsione preoccupante
Come sarà il mondo nel futuro? A provare a dare una risposta è stato Roberto Vecchioni, cantautore di celebri brani che hanno fatto la storia della musica italiana, ma anche professore per diversi anni al liceo classico, insegnando agli studenti tutte quelle materie che più lo appassionano fin da quando era bambino: italiano, greco, latino e storia.
Quello che prevede l’artista, oggi 81enne, non è però un futuro dei più rosei: ha espresso infatti un’angosciante profezia su come si evolverà il mondo nei prossimi anni, anche se nelle sue parole resta un velo di ottimismo.
- Come sarà il mondo del futuro secondo Roberto Vecchioni: il presagio
- Il dato allarmante sui giovani: quante parole usano oggi
- Perché la parola è fondamentale secondo Vecchioni
Come sarà il mondo del futuro secondo Roberto Vecchioni: il presagio
Ce lo chiediamo quotidianamente e in ogni ambito della nostra vita, dalla sfera personale a quella lavorativa, da quella scolastica a quella culturale e politica: come diventerà il nostro mondo? Come cambieremo noi?
A lanciare una profezia preoccupante è Roberto Vecchioni: “Temo che potrebbe esistere un mondo senza parole – ha affermato in una recente intervista a La Repubblica -. Credo che la parola scomparirà. Ma – ha aggiunto – io non ci sarò più, per fortuna”. Sono le parole dell’autore di indimenticabili brani come Sogna, ragazzo sogna, Samarcanda e Chiamami ancora amore (vincitore a Sanremo 2010), pronunciate a Roma in occasione del suo concerto e parlando del suo nuovo libro L’orso bianco era nero, dedicato proprio alla parola, alla ricerca e allo studio delle sue origini.
Secondo Vecchioni la parola è tutto: “L’uomo nasce quando inizia ad astrarre: il linguaggio è il segno distintivo della nostra intelligenza”. E in un mondo in cui manca la parola, anche il progresso umano è messo a serio rischio.
Il dato allarmante sui giovani: quante parole usano oggi
La preoccupazione di Vecchioni sulle sorti del mondo nei prossimi anni è legata al calo drastico di parole utilizzate da ragazzi e ragazze appartenenti alle nuove generazioni. I numeri sarebbero allarmanti: “Oggi i ragazzi usano solo 600 parole, dieci anni fa 6mila”. Di questo passo la parola rischia di scomparire perché il lessico utilizzato diventa sempre più scarno e, secondo prof Vecchioni, “senza l’amore per la lingua, l’impoverimento sarà irreversibile”, come ha ribadito in una recente intervista a Il Mattino.
Perché la parola è fondamentale secondo Vecchioni
Nel nuovo libro dedicato alla parola, Vecchioni porta avanti la sua “battaglia” per riconoscerle la giusta importanza e per scongiurare un futuro simile a ciò che ha previsto. “C’è stata una ricerca spaventosa della parola esatta tra i grandi letterati, gli scrittori ma anche per André, per Fossati, per i grandi cantautori – ha dichiarato l’artista -. Nella parola c’è il senso che si vuole trasmettere: un aggettivo non si usa per caso. Volevo far capire la bellezza della parola, farla comprendere come qualcosa che viene da molto lontano e che continua a determinare le nostre vite”, ha aggiunto, sottolineando anche l’importanza dello studio del greco per i giovani studenti, perché “si può guardare avanti se si guarda indietro”.
Non solo. Ospite a Radio 105 Friends, prof Vecchioni ha sottolineato anche che “la parola è il segno distintivo dell’intelligenza. E’ l’unica invenzione dell’uomo”.