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Vecchioni Fonte foto: ANSA

Prof Vecchioni svela qual è "l'unica vera invenzione umana"

Prof Roberto Vecchioni ha svelato "l'unica vera invenzione umana", specificando che non si tratta né della ruota né del bosone: ecco di cosa si tratta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Nel suo ultimo libro ‘L’orso bianco era nero’, il Prof Roberto Vecchioni ha svelato qual è “l’unica vera invenzione umana”. Ma di cosa si tratta?

Vecchioni: “È l’unica vera invenzione umana”

Roberto Vecchioni non è solo un insegnante e un cantautore. Da buon letterato quale è, ha scritto anche numerosi libri. Nel suo ultimo saggio, che ha presentato al Salone del Libro di Torino, ha intrapreso un vero e proprio viaggio attraverso la storia e la leggenda della parola, esplorando la sua essenza e il suo potere evocativo.

Nel libro, il Prof ha anche offerto ai lettori una riflessione sulla natura dell’ingegno: “La parola (e l’arte in genere) è l’unica vera invenzione umana, tutte le altre sono scoperte, dalla ruota al bosone. C’erano già, c’erano già tutte, bisognava solo impossessarsene”. Al contrario, la parola “è nata dal nulla”, ha specificato.

Come ha evidenziato Vecchioni, l’uomo non ha inventato la forza di gravità, l’elettricità o le leggi della fisica, le ha ‘solo’ scoperte, studiate e infine comprese. Le parole, invece, sono un costrutto interamente umano, “un groviglio logico di foni, suoni che specchiano l’uomo”, ha detto il Prof. Le parole sono un sistema di simboli e suoni a cui l’essere umano ha attribuito un significato per comunicare, per astrarre, per dare forma al pensiero.

La profezia di Prof Vecchioni sul futuro del mondo “senza parole”

Per Roberto Vecchioni “la parola è tutto”. Lo ha scritto nel suo ultimo libro. Lo ribadisce ogni weekend a In altre parole dove, ospite fisso di Massimo Gramellini, fa spesso ‘lezione’ agli spettatori sull’etimologia dei termini. E lo ha detto anche in un’intervista a La Repubblica pubblicata lo scorso marzo, argomentando la sua dichiarazione.

“L’uomo – ha spiegato – nasce quando inizia ad astrarre: il linguaggio è il segno distintivo della nostra intelligenza”. Non a caso, ha proseguito, è proprio la parola che ci distingue dagli altri esseri viventi: “Nella parola c’è il senso che si vuole trasmettere, un aggettivo non si usa per caso”. È un qualcosa che “viene da molto lontano” e che “continua a determinare le nostre vite”.

La profonda convinzione di Vecchioni sul valore inestimabile della parola si accompagna ad una preoccupante profezia riguardo al futuro del mondo. Nel corso dell’intervista, il cantautore ha espresso il timore che si possa andare incontro ad un “mondo senza parole“, un futuro in cui il lessico diventerà sempre più povero e la comunicazione sarà sempre più scarna e superficiale.

“Oggi i ragazzi usano solo 600 parole, dieci anni fa 6mila. Per cui sì, credo che la parola scomparirà. Ma io non ci sarò più. Per fortuna”, ha affermato.

Nonostante questo, il Prof si sente “stranamente ottimista – ha detto -. Credo che l’intelligenza non possa sparire, che l’umanesimo non sia una frottola. I principi logici ed etici della storia non possono scomparire del tutto”.

E ha concluso svelando qual è, a suo avviso, la parola più bella della lingua italiana: amore. Perché? “Racchiude in sé così tanti significati e sfumature: affetto, passione, dedizione, sacrificio – ha osservato Vecchioni -. Ha attraversato secoli di storia e di letteratura mantenendo la sua forza e la sua bellezza. E poi è qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno. Sempre. Ma soprattutto oggi”.

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