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Alberto Angela Fonte foto: ANSA

La lezione di Alberto Angela all'Università Federico II di Napoli

Alberto Angela ha chiuso le celebrazioni dell'800esimo anniversario dell'Università Federico II di Napoli tenendo una lezione speciale: cosa ha detto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il 5 giugno l’Università Federico II di Napoli ha celebrato i suoi 800 anni con una cerimonia al Teatro San Carlo. A chiudere le celebrazioni è stato chiamato Alberto Angela, che ha tenuto una speciale lezione per gli studenti in platea. Ecco il suo racconto.

Angela e Saviano ospiti per l’anniversario della Federico II di Napoli

Un San Carlo gremito quello che ha accolto l’800esimo compleanno dell’Università Federico II di Napoli. Sul palco del teatro sono saliti numerosi ospiti illustri, come lo scrittore Roberto Saviano, che si è laureato proprio nell’ateneo partenopeo. Per la chiusura delle celebrazioni è stato chiamato Alberto Angela, a cui il 5 giugno 2023 la Federico II ha conferito la laurea honoris causa in Geologia. Angela ha tenuto una lezione speciale, intitolata “Un racconto lungo 800 anni che appartiene a tutti noi”.

Il divulgatore è stato salutato da un lungo applauso, accompagnato dal rettore Matteo Lorito, che lo ha introdotto affermando: “Comincia il viaggio”. E così è stato.

“Stasera vi racconterò una storia magnifica che fa sì che ci ritroviamo qui questa sera (5 giugno 2024)”, ha esordito Alberto Angela dal palco del Teatro San Carlo di Napoli. Il 5 giugno 1224, infatti, l’imperatore Federico II inviò da Siracusa una lettera con la quale designò Napoli come sede dell’università del regno. Per questo è stata scelta come data di nascita dell’ateneo partenopeo.

La speciale lezione di Alberto Angela

“Questa è una serata di festa, si celebra un compleanno molto importante. Quello di un’istituzione, un’università – ha proseguito Angela -. Ma non si festeggia solo qualcosa di astratto, perché un’università non è un’entità immateriale. Un’università è fatta di persone, tutte quelle persone che in questo lungo tempo l’hanno resa una delle più importanti d’Europa. Il compleanno, dunque, diventa un giorno per rendere onore alle donne e agli uomini che, con la loro vita, le loro opere, e le loro ricerche, hanno fatto grande questo istituto, e hanno ispirato le vite di chi, dopo di loro, ha frequentato le sue aule”.

“Attraverso i secoli, l’università che oggi porta il nome del suo fondatore, Federico II, è stata punto di riferimento importante per la crescita culturale della città – ha continuato -. Ogni imperatore, ogni sovrano, ogni viceré, ogni dominatore non ha mai penato di smantellare questo prezioso istituto. Anzi, ognuno si è adoperato per la sua crescita, invitando a Napoli i maestri migliori del tempo, costruendo nuove sedi per garantire agli studenti il miglior insegnamento possibile, ma anche portando in città tutte le novità culturali e scientifiche delle loro epoche”.

Napoli, infatti, “è sempre stata una città di studi”, ha spiegato Alberto Angela. Non a caso “Virgilio si trasferì qui per studiare”. È per questo che “l’imperatore scelse l’amenissima Napoli per il suo progetto rivoluzionario”. Federico II “voleva dare al suo regno una classe dirigente che rispondesse alle precise necessità amministrative dello Stato che stava costruendo. E per farlo si rese conto che l’unico modo era formarla lui stesso”. Da qui “l’idea dell’università, dello Studium, come si chiamava all’epoca”. La sua “doveva essere un’università di Stato, dove era lo Stato stesso a farsi carico dell’istruzione e dei diritti degli studenti”. La Federico II di Napoli, infatti, è stata “la prima università statale al mondo”.

Su come era l’università di Napoli all’epoca “sappiamo poco”, ha puntualizzato Angela. “All’inizio i professori erano solo 4 o 5 – ha spiegato -. A chi si fosse trasferito a Napoli per studiare, si garantiva un prestito d’onore, l’alloggio e la possibilità di acquistare cibo senza gabelle”. Sostanzialmente, fin dai suoi albori, questo istituto “apriva a tutti la possibilità di elevare il proprio stato perché, si diceva, la nobiltà è quella d’animo e non di nascita”.

Infine, Alberto Angela ha parlato dell’importanza rivestita dall’Università di Napoli nelle materie scientifiche. Tra i vari personaggi che hanno fatto grande la Federico II, Angela ha citato Giuseppe Mercalli, il geologo che ha dato il nome alla scala che misura l’intensità dei terremoti, che qui insegnò vulcanologia a partire dal 1892. Inoltre, ha aggiunto il divulgatore, è nell’ateneo partenopeo che nel Novecento nacque la prima cattedra di genetica in Italia.

Alberto Angela ha concluso la sua lezione ripensando all’intuizione di Federico II: “Mai sottovalutare il potere di un’idea”.