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Salvini Meloni Schlein Fonte foto: ANSA

Maturità 2024, i voti dei politici: da Meloni a Salvini e Schlein

Tutti i voti di Maturità dei leader politici italiani, da Meloni e Salvini a Valditara e Salis: dai più "secchioni" a chi aveva 7 in condotta

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REDAZIONE

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L’esame di Maturità è alle porte e migliaia di studenti si ritroveranno nuovamente dietro ai banchi di scuola per sostenere una delle prove più importanti della loro carriera scolastica. Tutti sono passati per l’esame di Stato dell’ultimo anno di Superiori, anche i nostri politici. Con percorsi di studi differenti, ognuno ha ottenuto un voto finale: da chi era un “secchione” a chi ha avuto problemi in condotta, vediamo come sono andati i leader di partito e gli altri politici italiani, intervistati in occasione del format Politigame di Skuola.net.

Leader politici alla Maturità: Meloni, Schlein e Conte “secchioni”

Partiamo dalla premier Giorgia Meloni: massimo dei voti per lei, ma problemi in condotta. Nel 1996 la leader di Fratelli d’Italia ha sostenuto l’esame di Maturità all’istituto tecnico professionale Amerigo Vespucci di Roma, diplomandosi nell’indirizzo linguistico con 60/60. La stessa Meloni si è definita “un’alunna nella media. Non è che studiassi tanto, però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell’interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata”, ha spiegato la presidente del Consiglio.

E la condotta? Si definisce una studentessa “da ultimo banco”, Giorgia Meloni, con 7 in condotta e una media del 9. Un voto che potrebbe essere legato al suo impegno politico fin da quegli anni, durante i quali ha organizzato diverse proteste studentesche. “La condotta era bassa, di solito era 7 al primo quadrimestre, poi 8 al secondo, alla fine me la cavavo”, ha concluso la premier.

Ottimi voti anche per Elly Schlein e Giuseppe Conte. La leadelinkkr del Pd si è diplomata Liceo Cantonale Lugano 1 di Lugano (Svizzera) con indirizzo letterario, equivalente al nostro Liceo Classico, con una votazione finale di 6/6. Nonostante gli ottimi voti, Elly Schlein si è definita “una pessima studentessa. Una di quelle che andava bene ma che si riduce a studiare nelle ultime 48 ore, in extremis, che si applica quando sente la pressione”. “Il paradosso – ha aggiunto – è che, andando bene, passavo anche per secchiona”. Sebbene fosse inizialmente timida e disorganizzata, come da lei dichiarato, ha poi proseguito gli studi ottenendo una laurea in Giurisprudenza con 110 e lode.

Altro “secchione” era Giuseppe Conte. Al Liceo Classico Pietro Giannone a San Marco in Lamis è uscito con 60/60 alla Maturità. Il capo del M5S si è definito “uno studente che studiava”, ma con i suoi difetti: “Non portavo mai i libri a scuola, il compagno di banco li doveva portare anche per me”, il racconto di Conte.

Anche Matteo Renzi è uscito dalla Maturità con 60/60, anche se si è descritto come uno studente “mezzo e mezzo”. Ha frequentato il Liceo Dante di Firenze, nel quale ha fatto anche da rappresentante di istituto: “L’ho fatto per due anni, in seconda e terza liceo. La prima volta sono passato normale, l’anno dopo invece fui il più votato”, le parole del leader di Italia Viva. Ottimi voti, anche se con due materie in cui non è stato eccellente: Greco e Scienze. “Sono anche stato rimandato in Scienze, al quarto anno. Penso di essere stato l’unico al classico” ha concluso Renzi.

Votazione più bassa, invece, per Matteo Salvini, che è uscito dal Liceo Classico Alessandro Manzoni di Milano con 48/60, equiparabile all’attuale 80/100. Secondo quanto spiegato dal leader della Lega, il voto sarebbe stato causato dalla sua fede politica: “Diciamo che l’essere leghista in un liceo come quello probabilmente non ha aiutato”. Una questione legata al fatto che l’istituto fosse “uno dei licei milanesi più ‘rossi’ dell’epoca” ha concluso il vicepremier.

Anche Salvini, come Meloni, aveva 7 in condotta, secondo quanto raccontato da Maria Luisa Godino, sua ex compagna di scuola, che in un’intervista a “Il Giornale” aveva dichiarato: “Il voto in condotta, un piccolo neo, era dovuto al fatto che non le mandava a dire e spesso aveva qualcosa da ribattere anche agli insegnanti. Che se lo legavano al dito”. La carriera scolastica di Salvini è proseguita con l’iscrizione al corso di laurea in Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, passando poi a Scienze Storiche. Non si laurea, però, fermandosi a cinque esami dal titolo.

Come Salvini, anche il leader di Forza Italia Antonio Tajani, si è definito “uno studente medio” al liceo classico Torquato Tasso di Roma, ammettendo le difficoltà incontrate con la Matematica. Voto finale di Maturità? 48 su 60.

I voti alla Maturità degli altri politici: da Vannacci a Ilaria Salis

Ilaria Salis, che è da poco diventata eurodeputata grazie alla candidatura nelle liste di Avs, si è diplomata al Liceo Classico Zucchi di Monza nel 2002. Punteggio? Ha ottenuto il massimo dei voti. Dopo aver conseguito la Maturità, si è laureata in Scienze Storiche con lode nel dicembre 2005 all’Università Statale di Milano. Sedici anni più tardi, nel 2021, ha conseguito una seconda Laurea magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità, sempre alla Statale.

Tornando a guardare in casa del M5s, non si può dire che l’ex pentastellato Alessandro Di Battista abbia brillato durante la frequentazione del Liceo Scientifico Statale Farnesina di Roma. Ha preso la Maturità con 46/60. È andata meglio all’università: in quella degli Studi Roma Tre si è laureato con lode in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo. Ha inoltre conseguito il master in Tutela internazionale dei diritti umani all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Chi ha avuto parecchie difficoltà con la Maturità è stato Renzo Bossi, figlio di Umberto, il fondatore della Lega. “Il Trota” ha sostenuto l’esame tre volte. Alla fine è stato promosso: voto 69/100.

Non si sa invece quale voto abbia ottenuto l’attuale ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha conseguito la Maturità Classica nel 1979 dopo aver frequentato il Liceo Classico Berchet di Milano. Valditara ha dichiarato di non essere stato un “secchione”, rivelando che rischiò persino di non poter sostenere la Maturità in quanto smise di interessarsi a Matematica a febbraio. Alla fine fece uno sprint di studio intensivo per rimettersi al passo e diplomarsi. Ha completato il percorso di formazione laureandosi in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano.

Ignoto anche il voto di maturità del generale Roberto Vannacci che si è diplomato nel 1986 al Liceo Scientifico Statale Leonardo da Vinci di Parigi. L’eurodeputato leghista ha poi conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Strategiche all’università di Torino, mentre a Trieste si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche, e a Bucarest in Scienze Militari. A completare il curriculum, due Master di secondo livello.