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La Sapienza Fonte foto: iStock

Migliori università al mondo: perché La Sapienza è da record

La Sapienza è tra le migliori università al mondo secondo le classifiche internazionali: ecco perché l'ateneo detiene il record negli studi classici

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Per il quinto anno consecutivo, La Sapienza è la migliore università al mondo per gli studi classici. A certificarlo è stata la rinomata classifica QS World University Rankings by Subject 2025, pubblicata il 12 marzo scorso dall’agenzia Times Higher Education (THE). Come ha raggiunto questo record? A spiegarlo, in un’intervista, è stata la rettrice dell’ateneo romano Antonella Polimeni. Ecco cosa ha detto.

Perché La Sapienza è la migliore università al mondo per gli studi classici

“La Sapienza è un’università fondata nel 1303 da papa Bonifacio VIII. È cresciuta nel tempo ed oggi è la più grande università europea. Conta oltre 125mila iscritti, 11 facoltà, oltre 50 dipartimenti, oltre 300 corsi di laurea, e oltre 50 corsi di dottorato di ricerca”. È iniziata così l’intervista rilasciata dalla rettrice Antonella Polimeni a Tgcom24Tour per raccontare il successo internazionale de La Sapienza, che anche quest’anno è stata confermata prima università al mondo per gli studi classici nella prestigiosa classifica QS World University Rankings by Subject 2025.

Ma il record raggiunto dall’ateneo romano, come ha evidenziato la rettrice, non è solo questione di numeri. “Un’università non fa solo didattica, ma anche ricerca“, ha spiegato Polimeni. E questi due aspetti sono “strettamente collegati – ha proseguito -: una buona didattica non si può fare senza una buona ricerca e viceversa. La Sapienza in questi anni ha molto lavorato anche per ridare sostegno ai nostri giovani ricercatori, per poter finanziare delle attività che poi mettessero i più giovani nelle condizioni anche di applicare a bandi competitivi sia nazionali che internazionali”.

“Devo dire – ha aggiunto – che i risultati degli ultimi anni, come quelli raggiunti nell’ultimo bando del Fondo italiano della scienza, hanno dato alla Sapienza delle grandi soddisfazioni perché hanno certificato l’eccellenza dei nostri giovani ricercatori”.

Infine, Polimeni ha aggiunto che La Sapienza ha sempre “supportato e coltivato” gli studi umanistici e quelli archeologici attraverso “finanziamenti dedicati nel tempo”. Pure questo ha permesso all’ateneo di confermare il suo record nel 2025, raggiungendo, anche nella “area archeologica una posizione di assoluta preminenza”, ha specificato. Per la facoltà di Archeologia, La Sapienza ha conquistato l’11esima posizione a livello internazionale.

Perché gli studi classici sono importanti (per la rettrice)

Nel suo intervento, la rettrice ha evidenziato più volte che, nel mondo in cui viviamo, l’interdisciplinarità è diventata importantissima. Ed è proprio questa, a suo avviso, una delle cifre distintive degli studi classici: “Le scienze umanistiche – ha affermato Polimeni – sono particolarmente rilevanti nei percorsi formativi attuali, non solo nei loro percorsi singoli, ma anche laddove contaminano i percorsi formativi delle scienze dure, ovvero le classiche materie stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Faccio sempre l’esempio del corso di Intelligenza artificiale in Filosofia proprio perché plasticamente rappresenta una contaminazione di saperi che oggi sono particolarmente importanti”.

Oltre agli studi classici, nell’ultima classifica QS di The La Sapienza si è distinta in numerose altre discipline, raggiungendo il record nazionale nei gruppi disciplinari ‘Arti e Scienze umane‘ (40esima a livello internazionale) e ‘Scienze naturali‘ (61esima al mondo). Nelle altre aree di studio, si è comunque distinta sia nella graduatoria nazionale che mondiale:

  • terza in Italia per Ingegneria e Tecnologia (93esima al mondo);
  • quarta in Scienze della vita e Medicina (118esima al mondo);
  • quinta in Scienze sociali (119esima al mondo).

Ricordiamo che Times Higher Education, per stilare la classifica, ha messo a confronto più di 1.700 università di 100 Paesi del mondo in cinque macroaree di studio e 55 discipline accademiche.