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Dante Fonte foto: ANSA

Niente Dante per gli studenti musulmani, la decisione sul caso

Arrivata la decisione degli ispettori sul caso della prof accusata di aver esentato due studenti musulmani dallo studio delle opere di Dante

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

È stato chiuso il procedimento nei confronti della prof che a maggio scorso era stata accusata di aver esonerato due studenti musulmani dallo studio di Dante. Ecco la decisione sul caso.

Procedimento archiviato

Non c’è stata alcuna esenzione dallo studio di Dante “per motivi religiosi”. Nessun comportamento scorretto è stato riscontrato nella scuola media di Treviso che a maggio scorso era finita sotto i riflettori dopo la denuncia di un genitore, secondo cui “la docente ha permesso a due studenti di religione islamica di non studiare Dante perché in contrasto con il loro credo”. Lo ha riportato ‘Il Corriere della Sera’.

La vicenda aveva alzato un vero e proprio polverone mediatico, tanto che era intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che aveva disposto un’ispezione nella scuola trevigiana. Ma secondo gli ispettori del ministero di viale Trastevere non c’è stata nessuna irregolarità nel comportamento dell’insegnante in questione e della preside dell’istituto.

Come ha spiegato Marta Viotto della Flc Cgil Veneto, “già c’era stata l’archiviazione del procedimento disciplinare avviato nei confronti della docente per l’insussistenza di ‘comportamenti in violazione degli obblighi contrattuali e comportamentali, nonché in contrasto con i doveri afferenti alla funzione ricoperta'”. Ora, ha proseguito, “anche la contestazione di non ‘aver vigilato’ nei confronti della dirigente scolastica è stata archiviata perché è stato provato che nessun alunno della classe è stato esonerato dalla trattazione dell’opera dantesca svolta dall’insegnante in aula alla presenza di tutti gli studenti. E soprattutto perché non spetta al dirigente controllare i processi di insegnamento e apprendimento nelle classi”.

Tutti gli studenti hanno svolto lo stesso programma

Secondo quanto ricostruito, la professoressa aveva svolto in classe tutto il programma, Dante compreso, ma si era riservata di fare una scelta diversa per gli approfondimenti chiesti per casa agli studenti. In quel caso, la docente avrebbe effettivamente contattato le famiglie dei due alunni musulmani per chiedere se fossero d’accordo di sostituire, per i loro figli, il focus sui testi poetici di Dante con quelli in prosa di Giovanni Boccaccio.

L’insegnante probabilmente ha posto attenzione su questo aspetto perché lo studio della ‘Divina Commedia‘ a scuola aveva già affrontato simili controversie in passato. Infatti, nel XXVIII canto dell’Inferno, Maometto è rappresentato come un vescovo cristiano ‘convertito’ e, per questo, viene punito come seminatore di discordia.

Il commento della preside

“Questo tipo di scelte competono ai docenti e sono parte dell’autonomia di insegnamento“, ha commentato la preside dell’istituto a ‘Il Corriere della Sera’. Con la chiusura delle indagini “abbiamo dimostrato quindi che non c’era stato nessun errore né da parte della docente né da parte mia”.

E ha concluso: “Considero sacre tutte le opinioni, anche quelle contrarie, la libertà di opinione è fondamento essenziale del nostro Stato e della nostra professione. Ma qualcuno ha pensato a come un dibattito che aveva poco di scolastico avrebbe impattato su di loro? Per noi invece contano (quasi) solo loro”.

Cgil: “Strumentalizzazione”

Sulla stessa linea la Flc Cgil: “Si è trattato di una strumentalizzazione che ha aggredito l’autonomia e la professionalità di due lavoratrici, mettendo in discussione la libertà d’insegnamento della docente e la responsabilità dirigenziale con il solo e unico fine di dettare dall’esterno ciò che la scuola deve fare”, hanno spiegato dal sindacato, come si legge su ‘Ansa’.