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Prof Enrico Galiano Fonte foto: IPA

Galiano e la frase shock della maestra: "Hai sbagliato mestiere"

Prof Enrico Galiano ha commentato il caso dell'insegnante che alle elementari ha scritto un duro commento a uno studente per i suoi errori

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Il duro commento scritto da un’insegnante di una scuola primaria paritaria di Treviso sul quaderno di un alunno è diventato un caso, dando vita a una polemica tra preside, genitori e insegnante. Ad essere commentati in maniera forte sono stati gli errori grammaticali compiuti dallo studente.

A riprendere la notizia è stato anche prof Enrico Galiano, che in un video pubblicato sulla sua pagina social ha espresso il proprio pensiero sull’operato dell’insegnante, sottolineando gli effetti negativi di questa modalità di approccio e offrendo utili consigli su come poter affrontare gli errori degli studenti in modo costruttivo.

La frase shock della maestra sul quaderno di uno studente

La maestra di Treviso protagonista del caso scoppiato a maggio 2025, ha scritto sul quaderno di un bambino un messaggio molto duro, che ha scatenato diverse discussioni. Ecco la frase incriminata: “Sono stufa di correggere innumerevoli verifiche scritte con i piedi, piene zeppe di errori ortografici gravi e inesattezze. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa!“.

Perché secondo prof Galiano la maestra avrebbe “sbagliato mestiere”

Non si è fatta attendere la reazione di Enrico Galiano, professore di Italiano e scrittore, che lavora quotidianamente tra i banchi di scuola e a stretto contatto con bambini e adolescenti. “Basta, basta con questo modello di insegnamento basato sull’umiliazione, è finito e non funziona più”, ha sbottato nel video.

La critica va alla mancanza di volontà di un insegnante ad aggiornarsi, a cambiare impostazione nel corso degli anni: “Se non hai voglia di aggiornarti hai sbagliato mestiere“. Il motivo? principalmente perché si rischia di fare “dei danni incredibili”, ha sottolineato il docente. che ha voluto portare l’esempio di uno studio psicologico che svela cosa succede nel cervello dei ragazzi quando sbagliano.

Cosa è stato scoperto? Che se li fai sentire inadeguati loro pensano di non essere “portati” e di conseguenza si bloccano. “Se invece togliamo dall’errore il senso di colpa, nella loro mente si sblocca qualcosa”, ha spiegato Galiano.

A supportare questa tesi è un altro studio citato dal docente, che sottolinea come una delle cose che più aiuta a imparare “non è tanto studiare o fare verifiche, ma un buon feedback“. Quando una correzione è fatta bene, allora si capisce come migliorare, mentre se si ha paura del giudizio e dell’errore, “si attiva quella parte della mente che gestisce l’ansia e imparare diventa difficile, se non impossibile“.

Diversamente, se si sbaglia, ma ci si sente accolti e compresi, allora “si attiva la parte del cervello che ragiona e l’apprendimento diventa possibile”.

3 consigli utili di prof Galiano sugli errori degli studenti

Come far diventare un errore un punto di partenza virtuoso per apprendere veramente? Prof Galiano (protagonista di una toccante e curiosa lettera di fine anno indirizzata agli studenti) lo ha svelato con un esempio accaduto nella sua classe: un giorno ha scritto, sbagliando a causa della disattenzione, una parola grammaticalmente scorretta; gli studenti in pochi secondi gli hanno segnalato l’errore. Si trattava di un errore che spesso gli studenti fanno nei loro compiti, ma nel momento in cui non erano loro ad averli fatti, se ne sono accorti subito.

Ecco che allora prof Galiano ha suggerito una cosa importante: “L’errore va spersonalizzato. Quando tu stacchi l’errore dalla colpa diventa visibile, diventa anche molto più facile correggerlo perché la mente si apre solo quando si sente sicura“.

Ecco allora 3 attività divertenti da poter fare con i bambini per insegnare la grammatica trattando l’errore come risorsa, in modo costruttivo:

  • Il detective dell’errore: si consegnano dei fogli pieni di errori, mentre alla lavagna si proietta il testo corretto; gli studenti devono quindi riuscire a trovare gli errori nel testo. “Vi assicuro che li vedono tutti, perché non è più il loro errore”, ha commentato Galiano;
  • I calci di parole: si consegnano 5 carte a testa con la versione corretta di una parola da un lato e la versione scorretta dall’altro; vince chi indovina, girandole dal verso giusto, più parole;
  • Il gioco dell’oca ortografico (si trova anche nel web in PDF scaricabile): una versione grammaticale del gioco più famoso del mondo, nel quale si avanza se si risponde correttamente ai trabocchetti linguistici.

Perché queste modalità sono più efficaci nell’apprendimento? Perché, ha spiegato Galiano in conclusione, “le regole si fissano e neanche te ne accorgi. Perché non sono gli errori il problema, lo è invece come li guardiamo: con paura o con curiosità? Noi scegliamo la curiosità“.

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