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Divina Commedia Fonte foto: iStock

Il caso della Divina Commedia censurata in una scuola di Treviso

2 studenti sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia ed è scoppiato il caso: perché l'opera di Dante è stata censurata e cosa è successo

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Divina Commedia censurata a Treviso: 2 studenti di una scuola trevigiana sono stati esonerati dallo studio dell’opera di Dante Alighieri ed è scoppiato il caso. Ecco cosa è successo.

Divina Commedia censurata a Treviso: cosa è successo

Tutto è iniziato quando in classe è arrivato il momento di affrontare Dante Alighieri ed i suoi scritti, partendo da quella che è ritenuta uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale: la Divina Commedia. Come raccontato da ‘Antenna Tre Nordest’, prima di addentrarsi nello studio del poema, l’insegnante ha invitato gli studenti che non seguono l’ora di religione a scrivere sul diario una nota con la quale chiedere ai genitori di esprimersi sull’opportunità che i loro figli affrontino o meno lo studio della Commedia e di altri componimenti che abbiano riferimenti religiosi.

Alla lezione successiva, è arrivata la risposta delle famiglie: 2 di queste, di religione musulmana, hanno comunicato all’insegnante la loro contrarietà. Pertanto, i ragazzi sono stati esonerati dallo studio dell’opera massima di Dante Alighieri, che racconta il suo viaggio immaginario attraverso l’inferno, il purgatorio ed il paradiso.

Gli studenti che non studieranno la Divina Commedia faranno lezioni parallele su Giovanni Boccaccio, e su questo verranno interrogati, mentre il resto della classe sarà sottoposto a verifiche sull’opera dantesca.

Perché la Divina Commedia è considerata “problematica”

La richiesta dell’insegnante, come riportato da ‘Antenna Tre Nordest’, avrebbe un motivo ben preciso, ovvero quello di evitare problemi con famiglie di fede religiosa diversa da quella cattolica nell’affrontare Dante e le sue opere, come già accaduto in passato.

Come ha spiegato il professore Alberto Pezzè ad ‘Antenna Tre Nordest’, infatti, la Divina Commedia “può sicuramente urtare la sensibilità dei musulmani”. Nel XXVIII canto dell’Inferno, infatti, “Dante incontra Maometto, perché lo considera un seminatore di discordie. Dante dimostra di credere ad una leggenda, nata probabilmente in ambiente crociato e che non ha nessun fondamento di verità, per la quale Maometto sarebbe stato addirittura un prete cristiano che non è riuscito a far carriera. Arrabbiato per questo, avrebbe così fondato questa nuova religione”, ovvero l’Islam.

“È sempre il solito problema: accettare il punto di vista degli altri, da tutte e 2 le parti”, ha concluso il professor Pezzè.

I precedenti di censura alla Divina Commedia

Non è la prima volta che la Divina Commedia è oggetto di controversie a scuola. In Olanda e Belgio l’opera è stata addirittura ritradotta per non offendere i fedeli musulmani, eliminando il nome di Maometto dal XXVIII canto dell’Inferno.

La polemica intorno al poema dantesco è stata raccontata dal ‘Quotidiano Nazionale’ in un articolo del 29 marzo 2021. Nell’Inferno, Dante descrive Maometto sottoposto ad orrende mutilazioni del corpo da parte di un diavolo, con il corpo squartato e le interiora che fuoriescono. Nella Divina Commedia, “Maometto subisce un destino crudo e umiliante solo perché è il precursore dell’Islam”, aveva affermato l’editrice della nuova traduzione in Olanda e Belgio, Myrthe Spiteri. La nuova versione dell’opera “si rivolge a lettori più giovani e il cambiamento è pensato per non ferire inutilmente gli islamici”, aveva spiegato la traduttrice Lies Lavrijsen.

Già nel 2012, il Comitato per i diritti umani Gherush92 aveva richiesto l’eliminazione della Divina Commedia dai programmi scolastici. “Le scuole, comprese quelle ebraiche ed islamiche – avevano spiegato dall’organizzazione-, adottano i programmi ministeriali e il problema è la cospicua presenza di contenuti antisemiti e razzisti nelle opere letterarie, artistiche, storiche e filosofiche. Vengono insegnati testi antisemiti, sia nella forma che nel contenuto, sia nel lessico che nella sostanza, senza che vi sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all’antisemitismo e al razzismo. Un esempio emblematico è la Divina Commedia, caposaldo della letteratura italiana”.

“Nel canto XXVIII dell’Inferno Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari – avevano proseguito da Gherush92 -. Maometto è uno scismatico e l’Islam è una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica“.

“L’offesa è resa più evidente perché il corpo ‘rotto’ e ‘storpiato’ di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica – ancora Gherush92 -. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un’offesa”.