Salta al contenuto
Bambina piange a scuola Fonte foto: iStock

Perché i bambini giapponesi non vogliono più andare a scuola

I bambini giapponesi non vogliono più andare a scuola: è cresciuto il numero degli assenti, dalla scuola elementare in poi, e le cause sono tante

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

È allarme in Giappone per l’assenteismo scolastico. Il fenomeno è preoccupante, dal momento che il numero degli assenti è salito in modo improvviso. Tutti si chiedono oggi perché i bambini giapponesi non vogliono più andare a scuola. Gli esperti stanno analizzando la situazione, per capire come mai gli studenti, dalle elementari in poi, hanno questo rifiuto verso il mondo dell’istruzione. Le cause alla base del fenomeno possono essere numerose.

Bambini giapponesi a scuola: cresce il numero degli assenti

Nelle scuole elementari e medie giapponesi gli alunni assenti sono cresciuti, perché i bambini si rifiutano di andare a scuola. Oltre alla denatalità, che interessa anche il Paese del Sol Levante, anche l’assenteismo scolastico sta svuotando le classi, con i banchi che restano sempre più vuoti. I futoko, come vengono definiti gli alunni assenti dopo 30 giorni o più di giorni di scuola persi, hanno raggiunto livelli record. Nell’anno scolastico 2023 sono stati 346.482, con un aumento di 47.434 studenti rispetto all’anno precedente.

Secondo il quotidiano giapponese ‘Asahi Shimbun’, il numero degli assenti non aveva mai superato i 300mila studenti. Nel dettaglio, nelle scuole elementari i bambini che non sono andati a scuola sono stati 130.370 e 216.112 (con un aumento di 22.176) nelle scuole medie. I numeri rappresentano il 3,7% di tutti gli alunni delle scuole elementari e medie inferiori, con un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno scolastico 2022. Si tratta dell’undicesimo anno consecutivo in cui si è assistito a un aumento dell’assenteismo, con un incremento di circa 150.000 studenti rispetto al 2020.

Perché i bambini giapponesi si rifiutano di andare a scuola

In Giappone si indaga sui motivi che portano bambini e ragazzi a rifiutarsi di andare a scuola. Si tratta di un problema ben più ampio, che interessa tutte quelle persone, sempre più giovanissimi, che si ritirano dal mondo sociale, arrivando talvolta anche al gesto estremo del suicidio (i casi sono diminuiti nel 2023, anche se sono stati 1.010 i ragazzi che si sono tolti la vita e 507 di questi erano studenti di scuole elementari, medie e superiori).

Il malessere dilagante in Giappone tra le fasce d’età più basse potrebbe derivare anche dalle conseguenze delle chiusure rese necessarie per la pandemia, ma c’è chi ipotizza anche che la scuola abbia perso attrattiva tra i più giovani, che potrebbero anche non sostenere più l’ansia che grava sulle loro spalle in una società che li chiama sempre a primeggiare. A essere in crisi è anche il sistema scolastico giapponese, dove mancano gli insegnanti: nel 2021 mancavano 2.558 docenti.

Inoltre, Takeo Kondo, professore presso il Research Center for Advanced Science and Technology dell’Università di Tokyo, spiega che anche le lacune nell’assistenza agli studenti con disabilità potrebbero essere uno dei motivi che spingono sempre più ragazzi a non avere più fiducia nella scuola: “La mancanza del supporto necessario per i bambini con disabilità, compresi quelli con disabilità dello sviluppo, porta spesso al vicolo chiuso: quello dell’assenteismo”.

Il bullismo nelle scuole giapponesi

Infine, un fenomeno altrettanto preoccupante e dilagante anche in Giappone è quello del bullismo. Nelle scuole elementari, medie e superiori i casi hanno raggiunto una cifra record, ben 732.568. Nel Paese sono stati riportati anche 1.306 episodi di bullismo grave, dei casi considerati seri che potrebbero aver portato non solo all’assenteismo cronico, ma anche ad atti di autolesionismo e al suicidio. Si tratta del numero più alto mai registrato.