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Perché "non si deve mai parlar male degli insegnanti con i figli"
Il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti critica i genitori lanciando loro un appello: cosa rischiano parlando male dei maestri davanti ai figli
I genitori non dovrebbero mai parlar male degli insegnanti di fronte ai propri figli, perché questo può avere conseguenze gravi. È l’appello lanciato da Umberto Galimberti, filosofo, saggista e psicoanalista italiano, durante l’incontro “Scuola per Genitori Plus”, organizzato da Confartigianato Vicenza.
Durante il suo intervento, Galimberti ha anche criticato certi atteggiamenti e modi di affrontare la crescita dei figli da parte dei genitori di oggi.
- Perché non si dovrebbe parlar male degli insegnanti: l'appello ai genitori
- Le critiche di Galimberti ai genitori di oggi, tra educazione, regali e dialogo coi figli
Perché non si dovrebbe parlar male degli insegnanti: l’appello ai genitori
Secondo il filosofo Umberto Galimberti, non si dovrebbe parlar male dei maestri in casa, davanti ai figli, perché questo porta i bambini e gli adolescenti a non fidarsi più di nessuno.
“C’è un genitore che parla male della maestra. Magari la maestra non funziona, ma tante volte funziona il far vedere al figlio che ‘io ne so di più della maestra'”, ha detto Galimberti avviando il suo discorso. Rivolgendosi ai genitori che assumono tale atteggiamento ha sottolineato: “Magari sai anche di più della maestra ma non sei capace di insegnare quel di più che sai“.
All’origine del problema ci sarebbe la confusione generata nella sfera affettiva dei bambini, che muta con il passaggio da un mondo vissuto a casa, con i genitori, a un mondo nuovo per loro, ovvero quello scolastico. “Quando un bambino va a scuola, ha la prima differenziazione affettiva: prima amava solo i genitori – ha spiegato il pensatore -, quando va a scuola ama anche la maestra (o la odia). Non importa che la odi o la ami è sempre una dimensione affettiva”.
La dimensione affettiva, quindi, si amplia oltre la famiglia e se viene messa in dubbio genera una pericolosa confusione. Infatti, se un bambino “sente i genitori denigrare la maestra dicendo che non vale niente, percepisce di aver sbagliato ad affezionarsi. E qual è il risultato? Finisce per non fidarsi più di nessuno”, ha aggiunto il filosofo e psicoanalista.
Galimberti ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra docenti e genitori, raccontando un episodio personale: da bambino venne sgridato dalla maestra, che lo colpì con un anello che gli ruppe il naso. Sua madre, anche lei insegnante, anziché protestare contro l’insegnante, lo rimproverò a sua volta. “Questa – ha affermato ironicamente Galimberti – è la vera collaborazione scuola-famiglia, non i genitori che difendono a spada tratta i figli”.
Le critiche di Galimberti ai genitori di oggi, tra educazione, regali e dialogo coi figli
L’intervento di Galimberti è proseguito con alcune critiche rivolte ai genitori, che sarebbero “interessati solo alla promozione dei figli, non alla loro formazione. E i professori, pur di evitare problemi, promuovono tutti”. In questo modo, secondo il filosofo, la scuola fallisce nel suo ruolo principale, ovvero quello di educare. “Per educare – ha aggiunto – servono classi con pochi alunni. Con 30 studenti è impossibile”.
È passato poi a criticare l’esagerato attaccamento di molti genitori agli aspetti materiali, a discapito di quelli psicologici: “Le madri parlano ai figli solo a livello fisico, senza mai chiedere loro ‘sei felice?’. E poi li sommergono di regali, uccidendo il desiderio, che è mancanza. Abbiamo solo dodici anni per parlare veramente con i nostri figli. Riempirli di regali in cambio di parole mancate è un delitto. Poi ci lamentiamo che sono indifferenti a tutto”, ha concluso Galimberti.