Salta al contenuto
"Precaria e vecchia": l'allarme di Anief sulla scuola in Italia Fonte foto: Ansa

"Precaria e vecchia", l'allarme di Anief sulla scuola in Italia

Il presidente del sindacato della scuola ha sottolineato come il 50% dell'organico abbia un età superiore ai 50 anni. Quali sono i dati sui lavoratori

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

“La scuola italiana è sempre più vecchia e precaria“, a dirlo è Marcello Pacifico, il presidente nazionale dell’Anief, associazione nazionale insegnanti e formatori che punta i riflettori sui contratti che vengono fatti ai nuovi docenti e sull’età media di chi fa lezione in classe agli studenti italiani. Effettivamente, in Italia, non è comune trovare professori o maestri giovani nelle aule delle scuole primarie e secondarie. Per trovare una soluzione a questa situazione, il sindacato della scuola, nato a Palermo e che conta circa 70mila iscritti, ha lanciato delle proposte e avviato una petizione.

I dati sull’età media dei lavoratori della scuola

Il presidente dell’Anief cita i dati che riguardano l’età dei lavoratori della scuola.
 “Abbiamo più di 235.000 insegnanti over 60, stiamo parlando della scuola più vecchia del mondo – incalza Pacifico – Più del 50% del personale è over 50, quando, per esempio, nelle forze armate nelle forze di polizia si va ancora in pensione a 59 anni col massimo dei contributi, e addirittura per gli ufficiali dell’esercito con riscatto gratuito della laurea degli anni di formazione”. Il tema del pensionamento è infatti un punto cruciale per il sindacato.

Ma un altro problema riguarda gli stipendi. “Nel 2001, 24 anni fa, il personale della scuola prendeva 1.000 euro in più all’anno del personale dei ministeri – dice Pacifico – Dopo vent’anni prende 7.000 euro in meno, perché nelle leggi di bilancio sono state tagliate le risorse per i lavoratori della scuola. Oggi un insegnante e un’amministrativo della scuola dovrebbero guadagnare 450 euro in più al mese, come per i dipendenti pubblici”.

La petizione di Anief

Proprio per risolvere questi problemi, l’Anief ha raccolto 75 mila firme in un solo mese per spingere una petizione per il riconoscimento dell’esaurimento emotivo e fisico, anche detto burnout, per chi lavora a scuola e il riscatto gratuito degli anni di formazione universitario, il pensionamento a sessant’anni e la valorizzazione degli stipendi.

Secondo il presidente del sindacato “è evidente che bisogna riconoscere che, anche a scuola, sia opportuno lasciare il lavoro a 60 anni e col massimo contributivo come avveniva prima”. La petizione Anief vuole riconoscere al personale docente e scolastico la stessa finestra per la pensione di limite anagrafico a 60 anni prevista per il personale delle forze militari (d.lgs. 66/2010) e di polizia (d.lgs. 334/2000), con la possibilità, a domanda, di permanere in servizio anche con compiti di tutoraggio e orientamento per i neo-assunti, con incentivi, fino a 67 anni.

Le parole del presidente Anief

Secondo Marcello Pacifico, “per migliorare lo stato attuale della scuola bisogna intervenire urgentemente. Il record sul precariato, per esempio, anche rispetto ai recenti concorsi, mette in luce la denuncia che Anief porta avanti da anni: c’è bisogno di un doppio canale di reclutamento per l’assunzione dei precari. Lo facciamo per gli insegnanti di sostegno, ma non per per gli insegnanti curriculari”.

A ciò si aggiunge la necessità di “una specifica indennità di abuso per i contratti a termine, che il legislatore ha previsto solo se si fa ricorso in tribunale. E invece si dovrebbe ottenere per contratto. E poi anche un’indennità di sede disagiata”. Queste sono alcune delle proposte del sindacato della scuola per migliorare il settore.