
Pensione a 60 anni agli insegnanti: la battaglia di prof Maggi
Prof Andrea Maggi ha firmato una particolare petizione che chiede una riforma dell'età di pensionamento dei docenti e il riscatto di Laurea gratuito
“Io ho firmato”. Prof Andrea Maggi ha aderito alla battaglia per il pensionamento a 60 anni degli insegnanti e di tutto il personale scolastico. Il docente pordenonese, popolare sui social e sul piccolo schermo per la sua partecipazione al docu-reality di Rai 2 Il Collegio, la ritiene “una battaglia giusta”. Vediamo di cosa si tratta e cosa viene chiesto nello specifico.
- Pensione docenti: cosa chiede la petizione firmata da Prof Maggi
- Riscatto di Laurea gratuito per il comparto istruzione e ricerca
- Quando vanno in pensione gli insegnanti oggi
Pensione docenti: cosa chiede la petizione firmata da Prof Maggi
“Riportare pensione a 60 anni per comparto istruzione e ricerca e riscatto laurea gratuito”, è il titolo della petizione firmata da prof Maggi, lanciata a novembre 2024 su Change.org da Marcello Pacifico, il presidente nazionale di Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief).
“La presente petizione – si legge nel testo online – vuole riconoscere al personale docente e scolastico, a tutto il personale del comparto istruzione e ricerca, la stessa finestra per la pensione di limite anagrafico a 60 anni prevista per il personale delle forze militari (d.lgs. 66/2010) e di polizia (d.lgs. 334/2000), con la possibilità, a domanda, di permanere in servizio anche con compiti di tutoraggio e orientamento per i neo-assunti, con incentivi, fino a 67 anni”.
La petizione del sindacato Anief mira a “superare il gap generazionale tra studenti e insegnanti, svecchiare il corpo docente, intervenire sul burnout, invogliare agli studi universitari”. Per farlo è necessario, innanzitutto, “modificare le norme sull’accesso alla pensione”.
Una “battaglia giusta” per prof Maggi, come riporta PordenoneToday. In un commento lasciato sulla sua pagina Facebook, il docente di italiano ha aggiunto che dovrebbe essere allargata anche ad altre professioni, come quella degli infermieri: “Penso a tutti i lavori usuranti, per cui si richiedono alte qualifiche e tuttavia sottopagati“, ha aggiunto Maggi, attualmente impegnato nel programma Rai 3 Splendida Cornice di Geppi Cucciari.
Riscatto di Laurea gratuito per il comparto istruzione e ricerca
Non solo pensione a 60 anni. La petizione chiede anche il “riscatto gratuito degli anni di formazione del personale docente e scolastico e in generale di tutto il comparto istruzione e ricerca (atenei, enti di ricerca, conservatori e accademie)”.
In particolare, si chiede “lo stesso riscatto gratuito degli anni universitari di valore legale della laurea previsto per gli ufficiali delle forze militari (art. 32 – DPR 1092/1973), in quanto titolo di accesso alla professione”, recita la petizione che punta a far riconoscere al governo e al Parlamento “la professionalità e la peculiarità del lavoro del corpo insegnante e di tutto il personale scolastico e del comparto istruzione e ricerca”.
Quando vanno in pensione gli insegnanti oggi
A fornire una panoramica sulla situazione attuale del pensionamento degli insegnanti in Italia è l’ultimo rapporto dell’ARAN sull’età anagrafica dei dipendenti della pubblica amministrazione. “Nel 2021 conferma il progressivo invecchiamento del personale docente e scolastico, e in generale del comparto istruzione e ricerca, rispetto all’attuale riforma delle pensioni”, viene spiegato nella petizione.
In Italia, è previsto che un insegnante vada in pensione dopo quasi 44 anni di contributi o una volta superato il limite anagrafico di quasi 68 anni di età. Numeri che, se confrontati con il resto dei Paesi europei, conferirebbero all’Italia il primato di “personale docente e scolastico più vecchio in Europa e nel mondo”.
“235.741 unità erano in servizio a scuola nel 2021 con un’età over 60 (18 6%) – prosegue la petizione -, a dispetto di quanto avveniva nelle forze di polizia con 2.296 unità (0,8%) e nelle forze armate con 186 unità (0,1%), in ragione della specificità dell’ordinamento militare, del rischio, ma a dispetto del burnout che non è riconosciuto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico”, che “per il 77,4% è di sesso femminile”.