
Prof Galiano criticato da una preside, la risposta alla polemica
Prof Enrico Galiano ha deciso di rispondere pubblicamente alle dure critiche ricevute da una dirigente scolastica e da lui definite "feroci"
Il noto prof di italiano e scrittore Enrico Galiano ha condiviso sulla sua pagina Facebook una dura critica ricevuta da una preside. Il riferimento è al suo spettacolo teatrale “Sei un Mito!”, un lezione-spettacolo ironica e coinvolgente che, raccontando la storia dei miti greci più e meno conosciuti, accompagna il pubblico in un viaggio alla scoperta di sé.
Prof Galiano ha quindi pubblicato la sua risposta puntuale alle critiche ricevute, da lui definite “feroci“.
- La dura critica di una preside nei confronti di prof Galiano
- La risposta di prof Galiano alla critica "feroce"
La dura critica di una preside nei confronti di prof Galiano
Una dirigente scolastica che ha assistito allo spettacolo di Enrico Galiano “Sei un mito!” ha poi deciso di pubblicare “una critica a dir poco feroce”, come spiegato dal docente e scrittore. Ecco alcuni passaggi del testo scritto dalla preside:
“Eppure il teatro era pieno…Ma perché quando si vuol parlare di scuola ci si richiama alla retorica sfascista dell’ “oramai sarebbe solo utile chiuderle, le scuole, soprattutto quelle pubbliche!” o si propone un insapore polpettone di piacionismo televisivo e cinematografico “de ‘na vorta”, o si ricorre a Montale, Calvino, Wilde e perfino Pasolini ridotti però a serbatoi di decontestualizzati e devitalizzati aforismi, buoni per tutte le stagioni, o peggio a pifferi in mano ad un pifferaio magico?”.
“Eppure il sapere alimenta tutti… Ma perché la complessità del pensiero della civiltà classica viene puntualmente semplificata, scarnificata, presentata in pillole già premasticate, predigerite e perfino preespulse dall’intestino?”.
“Eppure la scuola è fatta soprattutto dagli alunni e per gli alunni… Ma perché gli studenti finiscono per comparire come sbiadite macchiette e caricature di se stessi che fanno solo da sfondo alla celebrazione di un deus ex machina posizionato al centro di un palco metafora dello spazio classe?”.
La risposta di prof Galiano alla critica “feroce”
Ringraziando la preside per aver assistito allo spettacolo e “per aver condiviso le sue riflessioni, dense di stile, pensiero critico e passione per la scuola”, Enrico Galiano (che recentemente ha condiviso un’intensa lettera-sfogo di una studentessa rivolta ai professori) ha deciso di rispondere punto per punto alle critiche ricevute.
Innanzitutto, ha sottolineato come questo spettacolo abbia ricevuto decine di messaggi di ringraziamento da parte non solo di insegnanti e genitori, ma anche e soprattutto da studenti, per le storie che vengono raccontate: “Storie che, per giorni, hanno continuato a vibrare nei dialoghi familiari, nelle classi, nei gruppi WhatsApp. Ragazzi che mi scrivono per dirmi che hanno cominciato a leggere Il codice dell’anima di Hillman, o che non sapevano che Achille avesse un punto debole, o che ‘Quel mito lì, prof, sembrava parlare proprio di me'”, ha spiegato Galiano.
Ha voluto rispondere anche alla domanda posta dalla dirigente: “Perché oggi così tanti ragazzi si disaffezionano alla scuola?”. “Forse proprio perché non trovano spesso contenuti che li appassionino davvero – ha suggerito il docente -. E perché si ha paura di aprire le finestre della scuola e far entrare l’aria della contemporaneità, del linguaggio che parla al cuore, non solo all’intelletto”.
E sulla critica legata ai grandi della letteratura come Montale, Calvino e Pasolini, Galiano nega che siano stati “ridotti ad aforismi da social”, anzi, secondo lui sarebbe proprio il contrario: “Sono stati ridotti ad astrazioni impolverate proprio da chi ha preteso di insegnarli con le stesse regole da trincea con cui li ha fatti odiare. Come se citare Montale potesse andar bene solo se si segue lo spartito del manuale, e non se si fa vibrare una sua parola nel cuore di un quattordicenne che si sente perso”, ha risposto schiettamente il docente, che ha aggiunto: “Se a teatro un ragazzo ride per un doppio senso in un mito, ma il giorno dopo va a cercare chi era davvero Crono, o chiede alla madre di regalargli un libro di Platone, davvero vogliamo liquidare tutto come ‘piacionismo semplificato’? Non sarà piuttosto una scintilla che, pur imperfetta, ha acceso una fiamma?”.
“La conoscenza non è di chi insegna, ma di chi la ama”, ha evidenziato Galiano riprendendo Troisi quando diceva che “la poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve”. “E se per arrivare a quell’amore bisogna, almeno all’inizio, cambiare il tono, il ritmo, persino la forma, allora io continuerò a farlo. Perché se un ragazzo si innamora di un’idea, poi sarà lui stesso a cercarne la complessità“, ha concluso Galiano, sottolineando come continuerà a riflettere sulle critiche avanzate, ma assicurando anche che non smetterà di “credere che se un ragazzo esce da teatro e ha voglia di leggere, pensare, parlare con i suoi genitori, allora qualcosa – qualcosa di piccolo ma vitale – è successo davvero”.
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