
Prof Galiano spiazza gli adulti sul vero "problema" dei giovani
Il professor Enrico Galiano ha dialogato con la Generazione Z sul tema del fallimento, delle pressioni ai giovani e del coraggio di essere fragili
Lo scrittore e professore Enrico Galiano ha incontrato giovani e adulti a Corato, nel Barese, chiamato da Fondazione Vincenzo Casillo. L’autore è considerato uno dei personaggi che meglio riesce a comprendere e ascoltare la cosiddetta Generazione Z, quella che va dagli attuali adolescenti ai poco più che ventenni. Durante l’evento Galiano ha parlato con loro di diversi temi, in particolare del fallimento e del coraggio di essere fragili. Il vero “problema” dei giovani, secondo lo scrittore e professore, è che sono “troppo profondi“.
Le parole di Galiano sugli errori
Prof Galiano ha ricordato che spesso, durante gli incontri nelle scuole, fa coi partecipanti l’esercizio “di far scrivere su dei biglietti qual è l’errore peggiore della loro vita”. A Corato lo scrittore ha voluto farlo con gli adulti, proprio coloro che richiedono ai figli “di essere performanti, di non sbagliare mai“.
“Dite la verità, scusate, adulti all’ascolto. Facciamo un sondaggio – ha detto prof Galiano – alzi la mano chi, quando andava a scuola, ha fatto una cosa di questo tipo. Ha detto: Ciao mamma, ciao papà, vado a scuola, ma poi… a scuola non c’è davvero stato, ha preso un’altra strada, ha deviato”.
“Oppure – ha insistito – che non raccontava a casa dell’insufficienza presa e quanto tempo doveva passare prima di farlo?”. Una madre over 40 ha ammesso che i suoi lo apprendevano ai colloqui coi professori, mentre altre persone si accodavano nell’ammettere di aver commesso errori e fallimenti. “Vedo gente che alza mani e piedi”, è stato il commento ironico dello scrittore tra le risate.
La riflessione del prof sui giovani “troppo profondi”
Queste domande hanno portato il prof a fare una riflessione sui giovani. Galiano ha spiegato di ritenere che la Generazione Z “viene spesso vituperata, viene spesso trattata malissimo” con gli adulti che si lamentano spesso perché “sta state sempre al cellulare“. Lo scrittore quindi ha sottolineato come anche gli adulti non lo mettano mai da parte.
Un’altra critica che viene mossa dagli adulti ai ragazzi è che sono “superficiali“. Qui l’autore ha dichiarato tutta la sua contrarietà a questa affermazione: “Non è vero. Anzi, secondo me il problema è che sono, siete, troppo profondi“. Galiano ha evidenziato come i giovani vivano “in questa ansia per il pianeta, questa paura del futuro, del domani” condizione che può essere compresa “perché vengono bombardati costantemente da notizie che creano paura“. “Magari guardano negli occhi degli adulti – ha continuato – e non vedono quella rassicurazione che cercano e di cui avrebbero tanto bisogno, perché noi stessi adulti siamo in difficoltà in questo presente, giusto? E non riusciamo a dargliela come vorremmo, non siamo in grado di pronunciare quel ‘tranquillo andrà tutto bene’, perché non lo sappiamo nemmeno noi, se andrà tutto bene”.
Prof Galiano e il coraggio della Gen Z di essere “fragili”
Lo scrittore Enrico Galiano si è invece detto convinto che andrà tutto bene proprio grazie alle capacità dei ragazzi. “Perché loro hanno una cosa che la mia generazione non aveva – ha sottolineato – loro hanno il coraggio di essere fragili. Guardate che ci vuole un coraggio per essere fragili”.
Rivolgendosi a un adolescente presente all’incontro ha poi aggiunto: “Devi sapere che quelli della mia generazione, i maschi, eravamo quelli dell’uomo che non deve chiedere mai, che sa sempre cosa fare, eravamo quelli dell’uomo che non piange mai. Io non ho mai visto mio papà piangere fino a 11 anni, l’ho visto per la prima volta a quell’età, di spalle, quindi non l’ho visto neanche in faccia perché non voleva farsi vedere. E quando l’ho sentito singhiozzare mi è sembrata una cosa che non doveva esistere, cioè una cosa contro natura. Perché lo stereotipo che mi hanno inculcato è che l’uomo non piange”.
Invece, l’insegnamento che la Generazione Z sta offrendo ai più grandi è proprio “che piangere va bene, che non c’è niente di male ad avere i propri momenti di affanno, di difficoltà”.