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Prof Vincenzo Schettini Fonte foto: IPA

Prof Schettini e la "morte cerebrale": il suo allarme sull'IA

L'amato prof di fisica Vincenzo Schettini è tornato sul tema dell'uso dell'IA tra i più giovani, spiegando i motivi della sua preoccupazione

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

In occasione della tappa a Biella del tour teatrale che porta in scena il suo spettacolo “La fisica che ci piace”, Vincenzo Schettini, il prof di fisica più amato del web, ha affrontato un tema molto dibattuto negli ultimi tempi: l’Intelligenza Artificiale e i pericoli che si annidano dietro al suo utilizzo, soprattutto per i più giovani. Nel parlarne, non ha nascosto una certa preoccupazione sulla corretta crescita dei ragazzini, per i quali l’IA rappresenterebbe la “morte cerebrale”. Vediamo cosa ha detto.

Il pericolo dell’uso dell’IA tra i giovani: cosa ha detto prof Schettini

L’Intelligenza Artificiale sta entrando a far parte della vita quotidiana di ognuno di noi, anche senza esserne totalmente coscienti, e si prevede che diventerà nel prossimo futuro uno strumento sempre più potente e presente in ogni ambito economico e sociale. Ad esserne coinvolto è anche il mondo scolastico, nel quale l’uso dell’IA è largamente dibattuto a livello politico (e non solo), con sperimentazioni in alcune scuole per la sua applicazione a servizio del miglioramento didattico.

Prof Schettini, che si era già espresso sull’uso improprio dell’IA da parte dei giovani per farle svolgere interamente i compiti a casa, ha chiarito la sua posizione in merito, senza celare la sua preoccupazione: “È uno strumento utilissimo, dalle grandi potenzialità – ha dichiarato nell’intervista de La Stampa -. Va usato con metodo, quindi da professionisti e da persone mature. In mano a un quattordicenne diventa la morte cerebrale“.

“Se i ragazzini si fanno fare un riassunto da un chatbot e nemmeno lo rileggono – ha aggiunto -, vuol dire che stanno sostituendo quel testo al proprio pensiero. Sono molto preoccupato: stanno bruciando le tappe su troppi temi importanti”.

Su cosa stiamo esagerando secondo prof Schettini

Il prof di fisica da 2,8 milioni di follower sulla sua pagina Instagram “La fisica che ci piace”, e che ha riscosso un buon successo anche nel format televisivo “La fisica dell’amore”, è diventato celebre per la passione e l’originalità con le quali insegna nozioni teoricamente complesse, ma utilizzando parole semplici ed esempi pratici nella vita di tutti i giorni che chiunque è in grado di comprendere, dal bambino all’adulto, fino all’anziano.

Andando oltre alle formule incomprensibili della fisica, quindi, Schettini riesce a insegnare tale materia facendo capire concretamente a cosa serve. In questo modo, risulta più facile studiare e assorbire determinati concetti complessi. Ma nonostante ciò, l’amato prof tiene a chiarire di “non far passare il messaggio che si debba sempre trovare una motivazione pratica per studiare”. Infatti, spesso ci si chiede a cosa serve, nella vita quotidiana, imparare una determinata materia o nozione. Secondo prof Schettini, questa è una domanda pericolosa e ne spiega il motivo, portando l’esempio dei genitori di oggi che tenderebbero a proteggere troppo i propri figli, anche a scuola: “Sbagliano anche i genitori che si lamentano dei troppi compiti a casa. Gli esercizi servono a trasmettere il senso del lavoro, che servirà nella vita da adulti. Stiamo esagerando nel proteggere i bambini da qualsiasi difficoltà, perché si cresce attraverso gli sbagli e le delusioni”, ha concluso prof Schettini.