
Prof Vecchioni e il Gattopardo: la sua lezione in tv
Vecchioni, ospite di Gramellini, ha tenuto una lezione su Il Gattopardo, romanzo di Tomasi di Lampedusa da cui son stati tratti un film e una serie tv
Come sempre Roberto Vecchioni è stato ospite di “In Altre Parole“, il programma di Massimo Gramellini che va in onda ogni sabato e domenica sera alle 20.30 su La7. Il professore ha tenuto, come è suo solito fare, una vera e propria lezione. Roberto Vecchioni ha parlato de “Il Gattopardo“, complice la presenza in studio di Benedetta Porcaroli, attrice che nella serie tv tratta dal romanzo Giuseppe Tomasi di Lampedusa interpreta il ruolo di Concetta. Cosa ha detto prof Vecchioni su questo capolavoro della letteratura da cui è stato tratto anche un film iconico del cinema italiano?
La lezione di Roberto Vecchioni su Il Gattopardo
“Siamo in Sicilia, nel 1860: tutti ricordate cosa è successo. Garibaldi ha conquistato la Sicilia, i Savoia sono andati al potere nel Meridione e quindi la società siciliana incomincia ad avere una frattura spaventosa”, così Roberto Vecchioni ha iniziato la sua lezione, mostrando l’immagine della prima copertina de “Il Gattopardo”.
Ai tempi “gran parte della borghesia e del popolo si sono alleati con i Savoia. Anzi, addirittura c’è stato un plebiscito e la Sicilia è stata annessa al Regno di Sardegna. Però non tutti hanno accettato questa situazione”.
“La società aristocratica e nobile è stata sempre in disparte, fuori, non ha mai considerato il resto. Una Sicilia particolarmente Sicilia, come dirà il protagonista, che non accetta questa situazione.Ed è la Sicilia rappresentata da un nobile, il Principe di Salina, che si chiama Fabrizio”.
Roberto Vecchioni ha raccontato la prima scena, di un prete che tiene una funzione con tutta la famiglia aristocratica riunita lontana da tutto e da tutti, fuori dal mondo. “Ormai siamo al punto di rottura: quando il Principe di Salina si accorge che la situazione sta cambiando parla con suo nipote Tancredi, che è uno che ha già cambiato”.
Fabrizio non accetta il fatto che Tancredi abbia deciso di andare dall’altra parte e gli dice: “Noi siamo i gattopardi, i leoni, gli altri sono iene e sciacallini. Il problema è che tutti quanti ci crediamo il sale della terra“. Secondo Vecchioni è qui il fulcro di tutta la storia: “Ancora oggi succede: tutti quanti ci crediamo il sale della terra. E non lo siamo”.
Quando Tancredi si innamora di Angelica, la figlia del sindaco della cittadina, Calogero, anche se prima era innamorata di lui Concetta, figlia del Principe, Fabrizio scopre che la Sicilia è cambiata. “Qui si trovano di fronte un ignorante e rozzo sindaco e un grande personaggio di cultura e purtroppo quest’ultimo deve lasciare spazio perché conosce Angelica che è innamorata di suo nipote e non può far altro che concedere il matrimonio”.
Questo è un altro punto cruciale: la meravigliosa festa di fidanzamento “è una resa con i fuochi d’artificio. Come dire: Io sto dando tutto quello che ho. Me ne vado con questa meraviglia intorno”. Ma quando il messo del Re chiede al Principe di diventare senatore, perché ormai sono tutti uguali, la sua risposta è unica: “No, noi non siamo uguali. Noi siamo siciliani. E i siciliani hanno avuto tutte le dominazioni del mondo e sono sempre stati siciliani. E sapete qual è la cosa che più odiano i siciliani? È fare. Quella che amano di più è il sonno. E chiunque ci sveglia lo mandiamo a quel paese, rifiutiamo i suoi regali. Perché non siamo convinti ci possano servire”.
E allora qui ritorna la frase che Tancredi gli aveva detto tempo prima: “Zio bisogna che cambi tutto perché non cambi niente“. Cosa vuol dire questa frase? “Questo è un romanzo antistorico, che non crede nel miglioramento del progresso (…). La storia è un continuo alternarsi tra rivoluzione e reazione. In tutti questi casi il potere sarà sempre dalla stessa parte, vincerà sempre”. Quindi meglio non cambiare niente perché tutto rimanga com’è.
Secondo Vecchioni questo passaggio è molto importante: “Nel concetto fondamentale degli avvenimenti storici ci sono due possibilità: o che il senso dell’universo, del mondo, dell’umanità sia un progresso continuo verso una cerca perfezione (come pensava Manzoni) oppure che non sia così e che ogni volta si vada su e si vada giù, con un ribaltamento di situazione che però non fa cambiare niente perché poi si torna su. Ed è una situazione che ancora oggi abbiamo in giro. Questo pensiero era in parte stato già pensato da Macchiavelli, addirittura. Aveva detto nei suoi “Discorsi”: quando qualcuno vuole cambiare un governo o una città deve lasciare almeno un’ombra di quello che è stato il passato perché il popolo non si accorga del cambiamento”.
Il professore ha poi fatto un riferimento alla situazione attuale: “Sono passati i governi, è passata la seconda Repubblica, è passato Renzi, è passato Berlusconi, sono passate tante altre cose, adesso c’è la Meloni: eppure quante cose sono rimaste uguali?”.
Il Gattopardo: romanzo, film e serie tv
“Il Gattopardo” è un romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che racconta i cambiamenti della società siciliana durante il Risorgimento, con il passaggio dal Regno Borbonico a quello del Regno d’Italia, dopo la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. L’opera è stata pubblicata postuma nel 1958, un anno dopo la morte dello scrittore, vincendo nel 1959 il Premio Strega.
Il romanzo, considerato uno dei capolavori della letteratura moderna, ha ispirato l’omonimo film del 1963 diretto da Luchino Visconti, vincitore della Palma D’Oro. Il cast è eccezionale, a partire dai ruoli principali: Burt Lancaster (Don Fabrizio), Alain Delon (Tancredi) e Claudia Cardinale (Angelica).
Il 5 marzo 2025 Netflix ha reso disponibile l’omonima serie televisiva anglo-italiana, diretta da Tom Shankland con la collaborazione di Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi, con protagonisti Kim Rossi Stuart (il Principe), Benedetta Porcaroli (Concetta), Saul Nanni (Tancredi) e Deva Cassel, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel (Angelica).