Fascismo e suprematismo, la lezione di prof Roberto Vecchioni
A 'L'aria che tira' su La7, Roberto Vecchioni ha parlato di fascismo, accostandolo al concetto di suprematismo: la lezione del prof cantautore
Roberto Vecchioni, ospite fisso in veste di prof alla trasmissione di La7 ‘L’aria che tira’, ha tenuto una lezione sul fascismo, definendolo “una costola del suprematismo“. Ecco cosa ha detto.
Vecchioni e la sua lezione sul fascismo
Da quando si è insediato il Governo Meloni, il dibattito pubblico in Italia è spesso concentrato sul dualismo antifascismo e fascismo. È in questo contesto che, nella puntata di sabato 2 novembre de ‘L’aria che tira’, l’ex insegnante Roberto Vecchioni, tra i cantautori italiani più amati di sempre, ha parlato di fascismo, accostandolo ad un’altra ideologia, il suprematismo.
“Vorrei chiarire una cosa. Noi non dobbiamo parlare tout court di fascismo”, ha esordito Veccioni facendo riferimento all’attualità politica e sociale italiana. “Il fascismo è cronologicamente storico e finisce negli anni ’40 – ha spiegato -. Ci sono dei burattini che ancora si vestono di nero e fanno le svastiche, ma il fascismo è solo una costola di un atteggiamento culturale perverso che esiste dall’alba dei tempi che si chiama ‘suprematismo'”.
Ha proseguito: “Il fascismo è una costola del suprematismo come lo è nazismo, il colonialismo in Africa, la strage degli indiani in America, i processi dell’Inquisizione. Tutti questi sono suprematismi”, ha puntualizzato.
E allora, cos’è il suprematismo? “È l’idea di un gruppo di essere più intelligenti, più bravi e più giusti. Gli altri non contano niente, e io comando – ha spiegato Vecchioni -. Il suprematista non fa tutti gli essere umani uguali, ma crede che alcuni sono ‘più uguali degli altri’. Il che è ridicolo”, ha concluso Roberto Vecchioni, sottolineando che è questo il concetto che “dobbiamo combattere”.
Che scuola ha fatto Vecchioni e il lavoro da professore
Roberto Vecchioni è nato a Carate Brianza (Monza e Brianza) il 25 giugno 1943. Dopo aver frequentato le scuole cristiane, si è laureato nel 1968 in Lettere classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nella quale resterà come assistente di Storia delle religioni.
Sempre a ‘L’aria che tira’, in una puntata di febbraio ha raccontato che a scuola era un “secchione tremendo. Studiavo sempre per sapere. E ogni giorno pensavo: ‘come stupirò il professore domani?’ Non alzavo la mano di continuo, non facevo queste cose drammatiche – ha continuato -. Avevo un professore straordinario di lettere che diceva, per esempio: ‘Fumagalli vieni che ti interrogo, a meno che non ci sia qualcuno che voglia prendere il suo posto’. Ebbene, quel posto lo prendevo sempre io”.
Successivamente Vecchioni è stato docente di materie letterarie in vari licei classici, dove ha tra i suoi studenti ha avuto, tra gli altri, anche la futura cantante Paola Iezzi del duo Paola & Chiara, oggi giudice di X Factor. “Andava malissimo a scuola”, ha raccontato lo stesso Vecchioni il 10 marzo a ‘Domenica In’, il programma di Rai 1 condotto da Mara Venier. “Ma io non davo mai insufficienze particolari – ha proseguito -. Ero severo, certo, ma facevo una scuola libera. Il liceo classico non è scuola dell’obbligo, se ti ci iscrivi devi anche capire dove sei”.
Iezzi, anche lei ospite della trasmissione, ha ribattuto: “Vecchioni era incredibilmente umano e chiaramente con noi doveva fare quello un po’ rigido. Quando interrogava o dovevamo fare i compiti era severo. Avevamo una venerazione, lo veneravamo, eravamo innamorati della sua essenza. Lo vedevamo come un’entità. Nessun professore aveva la sua capacità di connettersi ai suoi adolescenti”.
Nonostante il suo successo da cantautore, Vecchioni ha continuato a insegnare fino alla pensione. Gran parte della sua vita di professore di lettere (italiano, greco e latino) è legata al Liceo Cesare Beccaria di Milano. È stato anche docente di ‘Forme di poesia in musica’ presso l’Università di Pavia.