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Sanremo 2025, perché Cristicchi va studiato a scuola per Galiano
A Sanremo 2025 Cristicchi emoziona tutti con la sua 'Quando sarai piccola', anche Enrico Galiano: perché la canzone va studiata a scuola (per il prof)
La canzone di Simone Cristicchi al Festival di Sanremo 2025, ‘Quando sarai piccola’, ha toccato tanti cuori. Le ovazioni all’Ariston e la commozione del pubblico ne sono una dimostrazione. Il brano, che il cantautore ha dedicato a sua madre, ha emozionato anche il prof Enrico Galiano, che in un video ha spiegato perché “meriterebbe di essere studiata a scuola“.
Prof Galiano spiega la canzone di Cristicchi a Sanremo 2025
Una poesia. L’hanno definita così, in tanti, la canzone che Simone Cristicchi ha portato in gara al Festival di Sanremo 2025 dal titolo ‘Quando sarai piccola’. E come una poesia, in un video postato su Facebook, l’insegnante e scrittore Enrico Galiano ne ha fatto l’analisi del testo.
“Perché la canzone di Cristicchi dovrebbe entrare nelle antologie scolastiche? – ha esordito il prof – Ci sono canzoni che ti emozionano e quelle che ti prendono il cuore e te lo strizzano. ‘Quando sarai piccola’, il brano di Cristicchi presentato a Sanremo, è una di queste. Un brano che non parla solo di tempo che passa, ma di amore che si trasforma in cura, di genitori che diventano figli e di figli che diventano genitori dei loro genitori”.
Galiano ha spiegato che “Cristicchi l’ha scritta pensando a sua madre Luciana, colpita nel 2012 da una emorragia cerebrale devastante. Da allora la donna ha vissuto con dei danni irreversibili e lui si è trovato a vederla cambiare, a vederla perdersi tra i vuoti della memoria, a vederla diventare sempre più piccola. È da questo immenso dolore che nasce la canzone”.
‘Quando sarai piccola’ di Cristicchi: l’analisi di prof Galiano
Ed ecco l’analisi del testo: “Il cuore pulsante del brano sta tutto in quell’immagine: una mamma che diventa piccola”.
Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei / ti starò vicino come non ho fatto mai.
“Il primo colpo al cuore: non solo la madre sta dimenticando il passato, ma è il figlio che ammette la sua assenza. ‘Come non ho fatto mai’ è una frase che racchiude insieme tenerezza e grande rimorso. Quante volte abbiamo dato per scontata la presenza di un genitore?”.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa.
“Eccola qua l’inversione dei ruoli. Il bambino a cui un tempo la madre gli teneva la mano, ora è lui a doverla guidare, a indicarle il cammino. Persino le cose più semplici, come camminare, ricordare la via di casa e il proprio nome, diventano ostacoli. Ma lui resta: l’amore non si arrende”.
Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.
“Qui il dolore diventa lancinante, l’oblio è inevitabile. La madre dimentica il figlio, ma lui continua a ripetersi con un amore disperato. Questo è il senso più profondo della cura, non aspettarsi nulla in cambio, amare anche quando l’altro non è più in grado di riconoscerci”.
Prof Galiano: “È letteratura, andrebbe studiata a scuola”
“Poi arriva quel finale devastante”, è andato avanti Enrico Galiano.
Mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte / adesso è tardi, fai la brava / buonanotte.
“Tre versi, il mondo intero – ha commentato il prof -: il figlio che dà la buonanotte alla madre come lei faceva con lui da piccolo. Ma stavolta non è più il sonno a chiudere gli occhi, ma qualcos’altro, qualcosa di definitivo”.
Questa canzone, ha sottolineato l’insegnante, “non è solo la storia di Cristicchi, è la nostra storia, è il destino di chiunque ami e abbia paura di perdere la persona che ama. Ecco perché meriterebbe di essere studiata a scuola, perché è vera letteratura e ci insegna l’amore nella sua forma più alta. E perché prima o poi tutti ci troveremo a stringere una mano che cerca la nostra nel buio, e quindi a sussurrare con la voce spezzata: ‘fai la brava, buonanotte'”, ha concluso il docente.