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Studenti universitari tutor per quelli delle medie: l'idea e l'obiettivo Fonte foto: iStock

Studenti universitari tutor per quelli delle medie: l'idea

Gli universitari aiuteranno i ragazzi delle medie con l'obiettivo di combattere la dispersione scolastica e promuovere l'inclusione educativa

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Gli universitari diventano dei tutor per gli studenti più piccoli che ancora sono alle medie. Questo è il nucleo del progetto “In pari”, un programma online promosso dalla Fondazione Ufficio Pio in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione per la Scuola, Fondazione Links, Università e Politecnico. L’iniziativa sarà avviata nel Torinese e ha obiettivi ben specifici a favore sia dei ragazzi più grandi che stanno continuando il percorso accademico che di quelli che frequentano la secondaria di primo grado.

Il progetto degli universitari tutor per gli studenti delle medie

Con “In Pari”, gli universitari aiutano ragazze e ragazzi delle scuole medie in italiano, matematica e inglese, in un tutoraggio che ha l’obiettivo di combattere la dispersione scolastica e promuovere l’inclusione educativa nelle aree interne della città metropolitana di Torino. L’iniziativa parte con l’avvio della ricerca dei tutor volontari che seguiranno poi una formazione apposita. Il programma, dal valore di mezzo milione di euro annui, si svilupperà attraverso incontri online settimanali focalizzati sulle materie fondamentali.

Come funziona l’iniziativa degli studenti tutor

Come riporta Rainews, il progetto prevede un affiancamento di 3 ore a settimana per 12 settimane e coinvolge 23 istituti comprensivi delle aree periferiche del Torinese che hanno già indicato oltre 600 studenti come fruitori del tutoraggio online. A regime l’obiettivo è arrivare ad avere 300 tutor. La peculiarità dell’iniziativa risiede proprio nel modello one-to-one, dove ogni universitario dedicherà tre ore settimanali per 12 settimane a un singolo studente.

In questo modo si punta a sfruttare il rapporto tra pari per creare supporti personalizzati e rafforzare anche motivazione, competenze e autostima. I ragazzi che parteciperanno al progetto triennale sono tutti delle medie. Stando ai dati Invalsi del 2024, in Piemonte proprio alla fine della scuola media oltre il 30% di studenti in italiano non raggiunge livelli adeguati di preparazione, dato che sale al 40% in matematica.

Gli universitari aiuteranno gli studenti più piccoli proprio nelle materie fondamentali in cui si hanno maggiori difficoltà. Il progetto, come spiega Franca Maino, presidente della Fondazione Ufficio Pio, punta “a trasferire il capitale culturale prodotto nei centri metropolitani-universitari verso gli studenti delle aree interne, dove le risorse educative spesso sono limitate”.

Cosa dicono gli organizzatori e i rettori

Per il presidente della Compagnia di San Paolo, Marco Gilli, “è fondamentale valorizzare i talenti di tutti, soprattutto di quelli che sono più fragili e hanno meno possibilità” e il progetto è quindi un modo “per far crescere le persone quindi le competenze e, di conseguenza, il territorio”. La presidente di Fondazione per la Scuola, Giulia Guglielmini ha invece sottolineato l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica mettendo “a sistema le cose che funzionano”.

Su questi aspetti concordano anche i due rettori. Stefano Corgnati del Politecnico ha spiegato che ci “piacerebbe immaginare che nei crediti che chiediamo ai nostri studenti questo tipo di iniziative diventino una parte importante”, mentre il rettore di UniTo, Stefano Geuna, sogna che “tutti gli studenti si mettano a disposizione di progetti come questo”.

Franca Maino ha evidenziato inoltre come, attraverso l’uso della tecnologia “il tutoring online permette di creare relazioni educative significative anche in contesti caratterizzati da scarsità di servizi e stimoli”.