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Tumori Fonte foto: iStock

Tumori in aumento tra i millennials: i motivi secondo i medici

Secondo una ricerca dell'American Cancer Society sono in aumento i casi di tumore tra i millennials: lo studio e quali sono i motivi secondo i medici

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

I millennials, ovvero i nati tra i primi anni ’80 e e la metà degli anni ’90, così come la generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) hanno un rischio maggiore di ammalarsi di 17 tipi di cancro rispetto alle generazioni precedenti. A dirlo, un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’American Cancer Society (Acs), che conferma l’aumento del numero di casi di tumori in queste fasce di età. Quali sono i motivi secondo i medici.

Lo studio

Tumori in aumento per i millennials: lo ha svelato uno studio dell’American Cancer Society pubblicato sulla rivista ‘The Lancet Public Health’. La ricerca si è basata sui dati relativi a 23.654.000 pazienti diagnosticati con 34 tipi di cancro e su quelli relativi a 7.348.137 decessi per 25 tipi di cancro in persone con un’età compresa tra i 25 e gli 84 anni estratti dai registri dei tumori statunitensi.

Dall’analisi è emerso che i tassi di incidenza sono aumentati per ogni coorte di nascita successiva a quella dei nati nel 1920 per 8 dei 34 tipi di cancro analizzati. In particolare, il tasso di incidenza riscontrato era circa 2-3 volte più alto nella coorte di nascita del 1990 rispetto a quella del 1955 per i tumori del pancreas, del rene e dell’intestino tenue sia negli uomini che nelle donne, e per il tumore al fegato nelle donne.

Inoltre, i tassi di incidenza sono aumentati nelle coorti più giovani, dopo un calo nelle coorti di nascita più anziane, per 9 dei restanti tipi di tumore, tra cui il tumore al seno, il tumore al collo dell’utero, il tumore al colon-retto, il tumore allo stomaco, il tumore alla cistifellea, il tumore alle ovaie, il tumore ai testicoli, il tumore all’ano e il sarcoma di Kaposi, quest’ultimi 2 negli individui di sesso maschile.

Tra i vari tipi di tumore, l’incidenza per il cancro ovarico tra le nate nel 1990 è salita del 12% rispetto al gruppo delle nate con il tasso di incidenza più basso, mentre l’incidenza del cancro dell’utero del 169%.

Inoltre, nelle generazioni più giovani sono aumentati i tassi di mortalità insieme ai tassi di incidenza per il cancro al fegato (solo nelle donne), al collo dell’utero, alla cistifellea, ai testicoli e al colon-retto.

Il commento dei ricercatori

“Le coorti di nascita – ha spiegato la dottoressa Hyuna Sung, autrice principale dello studio – condividono ambienti sociali, economici, politici e climatici unici, che influenzano la loro esposizione ai fattori di rischio oncologico durante gli anni cruciali dello sviluppo”. L’esperta ha però specificato che “non abbiamo ancora una spiegazione chiara del perché questi tassi siano in aumento”.

“L’aumento dei tassi di cancro tra la popolazione più giovane – ha aggiunto il dottor Ahmedin Jemal, tra gli autori della ricerca – indica che ci sono dei cambiamenti in atto nelle nuove generazioni per quanto riguarda i rischi”.

“In assenza di interventi efficaci – ha proseguito -, in futuro potrebbe verificarsi un aumento complessivo del carico di tumori, arrestando o invertendo decenni di progressi nella lotta contro la malattia”. E ha concluso: “I dati evidenziano la necessità di identificare ed affrontare i fattori di rischio nelle popolazioni della Gen X e dei Millennials per studiare delle strategie di prevenzione“.

Il parere del medico

“Gli stili di vita sono cruciali per spiegare l’aumento registrato nei gruppi di età più giovane”, ha affermato Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), come riportato da ‘Ansa’.

“Molti esperti – ha continuato – concordano nell’ipotizzare che l’aumento sia dovuto ad una diversa esposizione a fattori di rischio ambientali e comportamentali. Su tale aumento – ancora Di Maio – non sono ancora disponibili in Italia dei dati definitivi pubblicati, ma è un fronte sul quale stiamo lavorando insieme ai Registri Tumori. Possiamo però dire che nella pratica clinica molti oncologi stanno registrando casi di tumore tra i più giovani abbastanza frequentemente ed anche per neoplasie finora caratterizzate da una insorgenza in età più tarda”, ha concluso il medico.