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Università, più studenti al Centro-Sud: le migliori regioni iStock

Università, più studenti al Centro-Sud: le migliori regioni

Uno studio sulla mobilità degli studenti segnala un aumento delle immatricolazioni nel Centro Italia e al Sud mentre calano quelle al Nord Ovest

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Le università del Nord Italia sono quelle che, fino a qualche anno fa, attraevano il maggior numero di studenti perché considerate migliori e con più opportunità d’inserimento nel mondo del lavoro. Ora, invece, si segnala un’inversione di rotta. Crescono le immatricolazioni nel Centro Italia e al Sud mentre arretrano quelle nel Settentrione, in particolare Ovest. Questa situazione è stata osservata sia dalla classifica delle università del Censis che dal lavoro della società “Talents Venture”.

Crescono gli immatricolati al Centro e al Sud

L’ultimo report del Censis ha registrato un aumento degli immatricolati nel Centro Italia del 14%, mentre al Sud salgono del 6,1%. Il Nord-Ovest perde invece lo 0,9% di nuovi studenti.

Il fenomeno è nato negli anni del Covid, ovvero tra il 2020 e il 2021, ed è proseguito nel periodo successivo, anche a causa della crescita degli affitti nelle metropoli italiane, in particolare quelle settentrionali.

Nel 2023-2024, oltre tre immatricolati su quattro, 240.241 in valore assoluto, hanno scelto un ateneo nella propria regione. Sono 31.623 in più, rispetto al 2013-2014, dato che equivale al 15,2%. In realtà sale anche il numero dei fuori sede regionali che toccano la cifra di 70.051, registrando 14.893 studenti in più rispetto a dieci anni prima, pari al 21,3%.

Nell’ultimo decennio, la quota di immatricolati fuori sede (cioè residenti in una regione diversa da quella di erogazione del corso) è salita dal 21% al 23%. A cambiare è però il verso della migrazione con alcune regioni del Centro-Sud che nelle ultime stagioni hanno mostrato una buona capacità di trattenere le matricole universitarie.

Quali regioni attirano più studenti universitari

Tra le regioni che attirano più studenti c’è la Sicilia che, con i suoi tre atenei pubblici, ha visto il tasso di neo iscritti locali salire dal 73% all’81% in dieci anni. Subito dopo ci sono i quattro atenei della Puglia, quello del Molise e le tre università pubbliche in Calabria.

Nel periodo preso in analisi, l’Umbria, con i suoi due atenei pubblici, è la regione che ha visto il maggior aumento di studenti approdati dalle altre regioni d’Italia: è passata dal 27% al 41%, ovvero da poco meno di 1.000 a oltre 2.500. Un terzo del saldo positivo degli immatricolati non umbri è garantito dal corso di Psicologia dell’Università di Perugia (L-24).

Secondo “Talents Venture” la città umbra è diventata “la principale destinazione per chi vuole studiare Psicologia fuori dalla propria regione di residenza, attirando studenti da tutta Italia”.

L’Umbria ha inoltre visto anche una crescita significativa degli immatricolati residenti: +38% rispetto al +14% dei fuori sede.

Dove si spostano i fuori sede in Italia

Se si osserva che percorso fanno gli studenti, cioè da dove partono e dove arrivano, si nota che il percorso più frequentato in assoluto è quello da Monza Brianza a Milano, con oltre 3.100 immatricolati negli ultimi dieci anni. Tra le tratte interregionali c’è un deciso scambio di studenti tra Reggio Calabria e Messina. Esclusi i flussi tra regioni confinanti, il primo collegamento per numero di studenti è Roma-Milano. Seguito da Cosenza-Roma, Lecce-Roma e Lecce-Milano.

Tra le tratte intra-regionali in crescita in valore assoluto, al primo posto ci sono coloro che si spostano da Milano a Pavia, +629 studenti (+107% in dieci anni). Milano, pur rimanendo polo attrattivo per chi arriva da fuori, inizia a perdere i propri residenti verso Pavia, Varese, Novara e Bergamo.

Ferrara invece appare in 7 delle 10 tratte con la crescita più marcata, attirando studenti dal Veneto e da Trento, ma anche da Taranto e Lecce diventando un centro che accoglie tutti da ogni direzione. La Roma-Milano è cresciuta del 58%, la Bari-Roma dell’87%.

Lecce ha invece visto ridurre la quota di suoi residenti che studiano fuori regione dal 44% al 33% in dieci anni. Da Verona non si va più a Trento (erano 410 gli studenti, ora sono 305). Sulla Trapani-Pisa c’erano oltre 100 studenti nel 2014-2015, ora sono poco più di 30. E sulla Salerno-Siena da 96 studenti si è passati a 10.