
Vincenzo De Luca e il numero chiuso a Medicina: sfogo durissimo
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha attaccato la riforma Bernini e il numero chiuso a Medicina in un duro sfogo: cosa ha detto
“Questa è davvero una cosa da Paese demenziale”. È lo sfogo del presidente della Campania Vincenzo De Luca che è tornato a criticare il numero chiuso per accedere a Medicina e la situazione lavorativa nel settore sanitario della Regione. Ad essere prese di mira sono state le statistiche nazionali sui traguardi raggiunti dalle Regioni italiane.
Lo ha fatto in occasione della sua visita al presidio ospedaliero “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, durante il quale sono stati inaugurati la nuova Tac, il Centro di simulazione e il punto di dialisi.
- Vincenzo De Luca contro il numero chiuso a Medicina
- Fuga dei cervelli, cosa dovrebbe fare l'Italia secondo De Luca
- Medicina, la reale situazione della Campania: cosa non viene detto
Vincenzo De Luca contro il numero chiuso a Medicina
Il presidente capano non ha usato mezzi termini per criticare la riforma Bernini che, secondo il disegno di legge approvato in commissione cultura alla Camera, ha stabilito un semestre introduttivo a Medicina che servirà come filtro, evitando il tanto criticato test d’ingresso iniziale, ma che non eliminerà il numero chiuso alla facoltà.
“Ci hanno preso in giro, hanno fatto una mezza pippa – è l’invettiva di De Luca durante la visita all’ospedale di Battipaglia -. Perché hanno spostato il test a 6 mesi più tardi. Quindi, continuiamo ad avere questo filtro idiota“.
Il governatore della Campania, che spera invece nell’abolizione del numero chiuso, ha proposto quindi di garantire un libero accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia (e alle altre oggetto di riforma, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina veterinaria). “Ai miei tempi – ha spiegato ai presenti -, quando si andava all’università, nel primo anno non si riusciva a entrare in un’aula universitaria, ma dopo un anno i 3 quarti degli iscritti se ne erano andati, perché tanti che si avviano su un percorso verificano che magari non è quella la loro strada e cambiano indirizzo”. Secondo De Luca “questo succederebbe anche oggi”, se si aprisse a tutti l’accesso a Medicina.
Fuga dei cervelli, cosa dovrebbe fare l’Italia secondo De Luca
Spazio anche al tema ‘fuga dei cervelli‘, una problematica che è costata all’Italia, tra il 2011 e il 2023, circa 134 miliardi di euro, secondo l’analisi della Fondazione Nord Est presentata al Cnel.
“In una città della Romania c’è un intero quartiere che è fatto tutto da salernitani e napoletani – ha affermato De Luca -. I ragazzi sono costretti ad andarsene in Romania, in Bulgaria, in Albania: questa è davvero una cosa da Paese demenziale. Riportiamoli in Italia, sperimentiamoli sul percorso didattico previsto, non sulle pippe che sapete voi – ha continuato – e cioè le domande sulla Transiberiana, sulla grattachecca, sulla figura geometrica del fiocco di neve”.
Infine, ha sottolineato come questa selezione data dal test d’ingresso abbia “determinato patologie in migliaia di ragazzi che, non avendo superato i test dopo essersi chiusi in casa per un anno o per due anni, si sono visti bloccare il percorso universitario”.
Medicina, la reale situazione della Campania: cosa non viene detto
Lo sfogo di Vincenzo De Luca è nato dalla critica alle statistiche nazionali, che vedono i risultati del comparto ospedaliero della Campania come tra i migliori in Italia. “Stiamo facendo un lavoro immane – ha esordito il politico campano -. Quando però leggete le statistiche sui giornali, dovete ricordare che sono falsate. L’ultima statistica registra il fatto che la Campania è tra le 7-8 Regioni che hanno superato tutti i target nell’ospedaliera, nella prevenzione e nel territoriale – ha proseguito -. Quello che non si dice è che le Regioni lavorano con mezzi completamente diversi: è come mettere sulla stessa pista uno con la Ferrari e uno con la 500. Se arriviamo poi allo stesso traguardo in tempi più o meno simili, chi cammina con la 500 ha fatto un miracolo”.
“La Campania – ha sottolineato De Luca – ha 15mila dipendenti in meno nella sanità rispetto alla media nazionale e ha ogni anno 200 milioni di euro in meno nel riparto del fondo sanitario nazionale, è l’ultima Regione d’Italia nel riparto”. Infine, i complimenti alla sua Regione: “Quando leggiamo le statistiche, bisogna sapere che abbiamo fatto un miracolo, perché se altre Regioni dovessero lavorare nelle condizioni in cui siamo obbligati a lavorare noi, non arriverebbero neanche al traguardo”. Una delle soluzioni proposte dal governatore? Utilizzare gli specializzandi negli ospedali.