
Voto basso alla Maturità 2025, l'appello dello psicologo
Uno psicologo su Facebook ha fatto una riflessione sui voti bassi dati all'esame di Maturità: ecco cosa ha detto e i commenti degli utenti al suo post
Un voto non è nient’altro che un numero: non serve a identificare gli studenti e a incasellarli in determinate categorie, ma è solo ed esclusivamente un numero. In occasione della Maturità 2025, uno psicologo sui social ha lanciato un appello riflettendo sui voti bassi che alcuni ragazzi e alcune ragazze potrebbero aver ricevuto dopo aver sostenuto le prove scritte e l’esame orale. Il suo intervento su Facebook non solo è stato abbondantemente condiviso, ma è stato anche commentato con reazioni differenti da parte degli utenti.
Maturità e minimo dei voti: il messaggio dello psicologo
Cesare Ammendola è uno psicologo e psicoterapeuta molto attivo sui social: sul suo profilo fa sapere che si è diplomato al Liceo classico, prima di intraprendere gli studi in psicologia. Proprio in occasione dell’esame di Maturità 2025, ha voluto esternare il suo pensiero in merito ai voti bassi dati dai docenti agli studenti. “Sono fatto male”, così inizia il suo post su Facebook, che poi continua con queste parole: “Porterei un mazzo di rose a tutti i maturandi che hanno avuto il minimo dei voti. Con il fiocco di un sorriso”.
Lo psicologo, in merito alle valutazioni date ai maturandi al termine dell’Esame di Stato che conclude un importante ciclo di studi come quello delle scuole superiori, aggiunge poi “un consiglio non richiesto”. Cosa ha detto lo psicologo su Facebook in merito ai voti assegnati a scuola?
“Ora nella vita dimostrerete che i vostri ‘giudici’ si sbagliavano. E che voi non siete i numeri che vi hanno appiccicato sulla fronte. Ma complessità e dissonanze su uno spartito imprendibile. Siete orizzonti che nessuno ha saputo vedere. Non smettete mai di cercarvi. E di sperarvi”.
Questo il messaggio che lo psicologo ha voluto inviare a tutti i neo diplomati delle scuole superiori italiane, che magari hanno ottenuto una valutazione bassa e non in linea con le loro aspettative.
La reazione sui social dell’intervento di Cesare Ammendola
Il post su Facebook di Cesare Ammendola è stato preso d’assalto da tantissimi commenti: molte le persone che condividono il suo pensiero e tanti i genitori che hanno voluto raccontare l’esperienza dei loro figli. Una donna ha detto che sua figlia era uscita dalla maturità con 65/100 a causa di “mutismo selettivo e ansia scolastica”: oggi sta costruendo il proprio futuro, impegnandosi nel 118 e nella Protezione Civile, avendo conseguito il brevetto antincendio boschivo ed essendo stata eletta nel direttivo. Sta anche facendo il servizio civile.
Per molti utenti il voto finale rappresenta solo la fine di un percorso scolastico e non ha nulla a che vedere con l’identità dello studente e con quello che riuscirà a fare nel suo futuro.
Tra i commenti c’è anche chi è tornato a parlare sui festeggiamenti talvolta eccessivi riservati ai ragazzi e alle ragazze che prendono il diploma: non si ha più il senso della misura. Una polemica non nuova, sollevata in rete da tantissime persone, come ad esempio dal professor Andrea Maggi che aveva parlato di usanze pacchiane e “cafone, niente affatto normale”.
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