Futurismo, origine e opere appartenenti a questa corrente
Prima ed effettivamente unica avanguardia italiana del primo Novecento, il movimento futurista vide la luce all’inizio del secolo e si diffuse in vari ambiti della cultura italiana, caratterizzando varie espressioni artistiche e sconvolgendo con i suoi canoni inediti l’ambiente letterario e quello artistico
- La natura del movimento
- Aspetti fondamentali
- Il fondatore
- Propaganda del Futurismo in ambito culturale
- Lo sfondo storico e sociale
- Opere principali
La natura del movimento
Quello dei Futuristi è un movimento artistico e culturale che vede la luce in Italia nei primi anni del Novecento. Un dato fondamentale da citare nei nostri cenni introduttivi è che si tratta, in assoluto, della prima avanguardia italiana.
Aspetti fondamentali
L’aspetto più vistoso di questo movimento rivoluzionario è il rifiuto totale dei valori tradizionali dal passato, considerati dai suoi esponenti espressione di ignoranza e di superstizione. I futuristi si fanno infatti interpreti di una nuova concezione della vita basata sulla fede nel futuro e nel progresso tecnologico, visti come la unica forma di nuovo “umanesimo” possibile.
Il fondatore
Il Futurismo venne Ideato e fondato dallo scrittore e poeta Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto, 1876 – Bellagio, 1944), che individuò in una serie di dettami da seguire nella cultura, nell’arte e anche nella vita un modo per raggiungere il rinnovamento negli uomini e nella società, evitando e spesso rinnegando, letteralmente, tutto quanto fosse ascrivibile alla tradizione e catalogabile nel passato e nella traduzione (da cui il nome di un movimento inevitabilmente proiettato verso il futuro, secondo i suoi fautori).
Propaganda del Futurismo in ambito culturale
Il Futurismo partì dalla letteratura per diffondersi in svariati campi, ovvero arte, musica, architettura, teatro, danza, cinema e persino nella moda e nella rivisitazione dell’arte culinaria.
Lo sfondo storico e sociale
Il contesto in cui nacque era caratterizzato da grandi cambiamenti che stavano avvenendo nella società italiana. La modernizzazione tecnologica, con l’avvento delle macchine, della radio, dei primi aeroplani e delle cineprese, aveva infatti portato una ventata di novità, che affascinò il pubblico e generò il mito della velocità e del dinamismo. Il movimento riuscì ad intercettare questi cambiamenti e a farli propri, facendo leva proprio sulla rottura con il passato e sulla ricerca di inedite modalità di espressione. L’irruenza, sia nelle parole che nel modo di relazionarsi che nella pittura e scultura, è una delle caratteristiche principali delle opere e delle dichiarazioni degli esponenti della corrente, per far arrivare diretto e chiaro il messaggio di modernità.
Opere principali
Il livello pittorico, come opere più rappresentative e prestigiose del Futurismo, non possiamo non citare:
“La città che sale” (1910) di Umberto Boccioni; olio su tela conservato al Museum of Modern Art.
“Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912) di Giacomo Balla, olio su tela esposto alla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, New York.
“Forme uniche della continuità nello spazio” (1913) di Umberto Boccioni, opera in bronzo presente al Museo d’ Arte Moderna di New York.
“Manifestazione interventista” (1953-54) di Carlo Carrà, tempera e collage su cartone di una collezione privata, a Milano.
“Mare = Ballerina” (1914) di Gino Severini; olio su tela con cornice dipinta dallo stesso Severini, presente al Guggenheim Museum, New York.
In ambito letterario, impossibile non citare le poesie di Filippo Tommaso Marinetti intitolate “Uccidiamo il chiaro di luna!” e “All’automobile da corsa”, della quale proponiamo il testo, più esemplificativo di mille spiegazioni: – Veemente dio d’una razza d’acciaio, Automobile ebbrrra di spazio!, che scalpiti e frrremi d’angoscia rodendo il morso con striduli denti. Formidabile mostro giapponese, dagli occhi di fucina, nutrito di fiamma . e d’olì minerali, avido d’orizzonti e di prede siderali. Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente, scateno i tuoi giganteschi pneumatici, per la danza che tu sai danzare via per le bianche strade di tutto il mondo! -.
Come in un manifesto programmatico, la frantumazione del verso tradizionale e l’uso schizofrenico della punteggiatura sono la più efficace testimonianza della messa in pratica della necessità di recidere ogni legame con la tradizione intesa in senso storico, filosofico, artistico.