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Passa la nave mia colma d'oblio di Petrarca: parafrasi e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Francesco Petrarca, figura centrale del XIV secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura italiana. La sua opera più celebre, il “Canzoniere”, raccoglie una serie di componimenti che esplorano temi universali come l’amore, la sofferenza e la condizione umana. Tra questi, spicca il sonetto “Passa la nave mia colma d’oblio”, in cui il poeta utilizza la metafora della navigazione per rappresentare le proprie tormentate vicende interiori.

Passa la nave mia colma d’oblio: testo e parafrasi

Testo originale:

Passa la nave mia colma d’oblio
per aspro mare, a mezza notte il verno,
enfra Scilla et Caribdi; et al governo
siede ’l signore, anzi ’l nimico mio.

A ciascun remo un penser pronto et rio
che la tempesta e ’l fin par ch’abbi a scherno;
la vela rompe un vento humido eterno
di sospir’, di speranze, et di desio.

Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna et rallenta le già stanche sarte,
che son d’error con ignorantia attorto.

Celansi i duo mei dolci usati segni;
morta fra l’onde è la ragion et l’arte,
tal ch’incomincio a desperar del porto.

Parafrasi:

La mia nave, colma di dimenticanza, attraversa un mare tempestoso, nel cuore della notte invernale, tra Scilla e Cariddi; al timone siede il mio signore, anzi, il mio nemico.

Ad ogni remo vi è un pensiero pronto e malvagio che sembra deridere la tempesta e la sua fine; la vela è lacerata da un vento umido e incessante fatto di sospiri, speranze e desideri.

Una pioggia di lacrime e una nebbia di sdegni bagnano e rallentano le già stanche sartie, che sono attorcigliate dall’errore e dall’ignoranza.

Si nascondono i miei due dolci e abituali punti di riferimento; tra le onde sono morte la ragione e l’arte, tanto che comincio a disperare di raggiungere il porto.

Il componimento e il significato

Questo sonetto è parte del “Canzoniere” di Petrarca, una raccolta di 366 componimenti scritti tra il 1336 e il 1374. Il “Canzoniere” è suddiviso in due sezioni principali: “Rime in vita di Laura” e “Rime in morte di Laura”. “Passa la nave mia colma d’oblio” si colloca nella prima sezione, dedicata all’amore del poeta per Laura, una figura femminile idealizzata che incarna la bellezza e la virtù.

In questo sonetto, Petrarca utilizza l’allegoria della nave in tempesta per rappresentare la sua condizione esistenziale tormentata dall’amore non corrisposto per Laura. La nave simboleggia la vita del poeta, mentre il mare tempestoso rappresenta le passioni e le difficoltà che egli affronta. Il timoniere, definito “signore” e “nemico”, è una personificazione di Amore, che guida il poeta attraverso pericoli e sofferenze.

Il messaggio centrale del sonetto è la rappresentazione della fragilità umana di fronte alle passioni. Petrarca si sente alla deriva, privo di controllo sulla propria vita, con la ragione e l’arte naufragate tra le onde delle emozioni. La mancanza dei “dolci usati segni”, ovvero gli occhi di Laura, priva il poeta di una guida sicura, lasciandolo in balia delle sue emozioni e facendolo disperare di raggiungere un porto sicuro, simbolo di pace interiore e salvezza.

Struttura e analisi

Il sonetto è composto da 14 versi endecasillabi, suddivisi in due quartine e due terzine, seguendo lo schema metrico ABBA ABBA CDE CDE. Questa struttura è tipica del sonetto petrarchesco e contribuisce a conferire armonia e musicalità al componimento.

Nelle quartine, Petrarca introduce l’allegoria della nave e descrive le difficoltà della navigazione: il mare aspro, la notte invernale, la presenza di Scilla e Cariddi, mostri marini della mitologia greca noti per rendere pericoloso lo stretto di Messina. Questi elementi simboleggiano le avversità e le insidie che il poeta affronta nella sua vita amorosa.

Nelle terzine, l’attenzione si sposta sugli effetti interni di queste difficoltà: la pioggia di lacrime e la nebbia di sdegni che bagnano e rallentano le sartie (i cavi che sostengono l’albero maestro della nave), rappresentano le emozioni negative che indeboliscono le virtù dell’anima del poeta. La scomparsa dei “dolci usati segni” indica la perdita dei punti di riferimento, mentre la morte della ragione e dell’arte tra le onde sottolinea la sconfitta della razionalità e della competenza di fronte alle passioni travolgenti.

Le figure retoriche

Petrarca fa ampio uso di figure retoriche per arricchire il significato e la musicalità del sonetto. L’intero componimento è costruito sull’allegoria della nave in tempesta, che rappresenta la vita del poeta sconvolta dalle passioni amorose.

Le metafore proseguono nella descrizione del tormento interiore del poeta: “Passa la nave mia colma d’oblio” è un’immagine che suggerisce una vita priva di guida e di memoria, alla deriva in un mare ostile. Il “mare aspro” e la navigazione tra Scilla e Cariddi rafforzano l’idea di un destino incerto e minaccioso, richiamando la mitologia greca in cui questi due mostri marini rappresentano pericoli inevitabili e distruttivi.

L’antitesi tra “signore” e “nimico” (v. 4) riferita alla figura di Amore mette in evidenza il contrasto tra il ruolo divino dell’amore e la sua funzione distruttiva per il poeta. Amore, anziché essere una guida benevola, è un nemico che lo conduce verso il naufragio.

L’iperbole è evidente nella descrizione delle forze naturali: il “vento umido eterno”, formato da sospiri, speranze e desideri, enfatizza la condizione di sofferenza senza fine del poeta, alimentata dalle sue stesse emozioni. Similmente, la “pioggia di lagrime” e la “nebbia di sdegni” (v. 9-10) creano un’immagine di disperazione totale, dove il dolore e la rabbia offuscano ogni possibilità di orientamento.

La metonimia si trova nell’espressione “Celansi i duo mei dolci usati segni” (v. 12), dove gli occhi di Laura, fonte di guida e conforto, sono sostituiti dal termine generico “segni”. Questa scelta linguistica accresce il senso di perdita e lontananza dalla donna amata.

Infine, la climax discendente è evidente nella chiusura della poesia: “morta fra l’onde è la ragion et l’arte, / tal ch’incomincio a desperar del porto”. La progressiva dissoluzione della ragione e della capacità artistica lascia spazio solo alla disperazione, chiudendo il componimento con una nota di tragico abbandono.

L’allegoria della navigazione nella poesia di Petrarca

L’uso della metafora della nave per rappresentare la vita umana è un tema ricorrente nella letteratura medievale e rinascimentale. La navigazione diventa simbolo del percorso esistenziale, con il mare che rappresenta le difficoltà dell’esistenza e il porto l’ideale di salvezza e tranquillità. Tuttavia, in questo sonetto, la nave non è in grado di raggiungere la sua destinazione: il viaggio del poeta è segnato da errori, ignoranza e sofferenza.

Questa allegoria trova un precedente in Omero e Virgilio, che avevano utilizzato la metafora del viaggio per descrivere il destino dell’uomo. Tuttavia, mentre in opere come l’”Odissea” il viaggio di Ulisse ha un traguardo finale (il ritorno a Itaca), in Petrarca la navigazione sembra eterna e senza speranza, evidenziando l’inquietudine dell’animo umano.

Il tema della crisi interiore in Petrarca

Il sonetto “Passa la nave mia colma d’oblio” si inserisce nel più ampio contesto della poetica petrarchesca, caratterizzata dalla dualità tra ragione e passione. Petrarca è tormentato dal suo amore per Laura, un sentimento che lo trascina in un continuo stato di sofferenza e smarrimento. L’uso del mare tempestoso e della perdita della ragione riflette l’angoscia di chi è diviso tra desiderio e razionalità.

Questa crisi esistenziale è uno dei motivi fondamentali del Canzoniere: Petrarca oscilla tra il desiderio terreno e l’aspirazione alla purezza spirituale, tra l’arte e l’incapacità di trovare stabilità interiore. In questo sonetto, la disperazione prevale, segnando un momento di profonda inquietudine e rassegnazione.

“Passa la nave mia colma d’oblio” è un esempio straordinario della poetica di Petrarca, che unisce una ricercata costruzione formale a un intenso contenuto emotivo. Attraverso l’allegoria della nave in tempesta, il poeta trasmette il senso di perdita e smarrimento che caratterizza la sua esperienza amorosa e spirituale. Il sonetto riflette non solo il tormento personale del poeta, ma anche una più ampia riflessione sulla condizione umana, sospesa tra desiderio e ragione, speranza e disperazione.