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Carme 49 di Catullo: testo, traduzione e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Il Carme 49 di Catullo è un breve componimento in cui il poeta si rivolge a Marco Tullio Cicerone, celebre oratore e politico romano. Questo carme è stato oggetto di numerose interpretazioni, oscillando tra il sincero elogio e la sottile ironia. Attraverso una struttura concisa e un linguaggio ricco di sfumature, Catullo offre uno spaccato delle dinamiche sociali e letterarie della Roma del I secolo a.C., mettendo in luce il suo rapporto con figure di spicco dell’epoca.

Carme 49 Catullo: il testo

Disertissime Romuli nepotum,
quot sunt quotque fuere, Marce Tulli,
quotque post aliis erunt in annis,
gratias tibi maximas Catullus
agit, pessimus omnium poeta,
tanto pessimus omnium poeta
quanto tu optimus omnium patronus.

Carme 49 Catullo: la traduzione

Eloquentissimo tra i discendenti di Romolo,
quanti sono e quanti furono, Marco Tullio,
e quanti saranno negli anni a venire,
Catullo ti rivolge i più grandi ringraziamenti,
il peggiore di tutti i poeti,
tanto peggiore di tutti i poeti
quanto tu sei il migliore di tutti gli avvocati.

La struttura e la metrica del carme

Il Carme 49 è un componimento breve, composto da sette versi in endecasillabi faleci, una metrica frequentemente utilizzata da Catullo. Nonostante la sua brevità, il carme è ricco di sfumature e ha suscitato diverse interpretazioni tra gli studiosi.

Il carme è strutturato in un unico periodo sintattico, con la frase principale al centro: “gratias tibi maximas Catullus agit”. Attorno a questa, si sviluppano le subordinate relative e la proposizione comparativa finale. Questa disposizione conferisce al componimento una struttura equilibrata e armoniosa.

Temi e contenuti

Il tema centrale del carme è il ringraziamento che Catullo rivolge a Cicerone. Tuttavia, il tono del componimento è ambiguo e ha portato a diverse interpretazioni:

  • Elogio Sincero: alcuni studiosi interpretano il carme come un sincero omaggio a Cicerone, riconosciuto come il più eloquente tra i Romani. In questo caso, l’autodefinizione di Catullo come “pessimus omnium poeta” sarebbe un atto di modestia.
  • Ironia e Sarcasmo: altri ritengono che il carme sia intriso di ironia. L’uso eccessivo di superlativi e l’apparente auto-svalutazione di Catullo potrebbero celare una critica sottile a Cicerone, forse per divergenze personali o letterarie.

Figure retoriche

Catullo arricchisce il Carme 49 con numerose figure retoriche, che contribuiscono a renderlo più incisivo e sfaccettato. L’allitterazione, visibile nella ripetizione del suono “q” nei primi versi (“quot sunt quotque fuere… quotque post”), conferisce al componimento un ritmo incalzante e solenne, sottolineando la grandiosità dell’eloquenza di Cicerone e la sua importanza nel panorama politico e culturale romano.

L’anafora, attraverso la ripetizione dell’aggettivo “quot” all’inizio del secondo e terzo verso, rafforza l’idea dell’atemporalità del talento oratorio di Cicerone. Questo espediente retorico amplia il discorso e lo rende più solenne, dando l’impressione che l’eloquenza dell’oratore non sia solo un fenomeno circoscritto alla sua epoca, ma una qualità che si estende nel passato, nel presente e nel futuro.

Un altro elemento fondamentale è l’iperbole, che si manifesta nell’uso abbondante di superlativi come “disertissime”, “maximas”, “pessimus”, “optimus”. Questi termini esagerano le qualità attribuite sia a Cicerone sia a Catullo stesso, creando un effetto ambiguo: da un lato, l’elogio sembra estremamente enfatico, dall’altro questa stessa enfasi potrebbe nascondere una sottile ironia, suggerendo che l’ammirazione di Catullo per Cicerone non sia del tutto priva di sarcasmo.

Infine, la struttura del carme è costruita su un elegante chiasmo, evidente nella contrapposizione tra “pessimus omnium poeta” e “optimus omnium patronus”. Questo parallelismo incrociato mette in netto contrasto le due figure: Catullo si autodefinisce il peggiore dei poeti, mentre riconosce a Cicerone il titolo di miglior patronus, ovvero avvocato e oratore. La disposizione speculare delle parole crea un bilanciamento formale che rafforza il gioco di opposti su cui si fonda tutto il componimento.

Il Carme 49 e la poetica di Catullo

Il Carme 49 rappresenta un esempio perfetto dello stile di Catullo, che alterna lirismo e ironia, profondità e leggerezza. Sebbene sia più noto per i suoi carmi d’amore e di invettiva, questo componimento mostra un lato diverso della sua poetica: la capacità di creare un elogio ambiguo, in cui le parole possono assumere molteplici significati a seconda dell’interpretazione.

L’abilità di Catullo nel giocare con le sfumature del linguaggio lo rende uno dei poeti più raffinati della letteratura latina. Attraverso una semplice dedica, riesce a mettere in discussione non solo la figura di Cicerone, ma anche la relazione tra poesia e oratoria, tra arte e potere. Questo carme, pur nella sua brevità, è un piccolo capolavoro di equilibrio stilistico e intelligenza letteraria.

Il Carme 49 di Catullo è un componimento complesso e sfaccettato, in cui il poeta combina elementi di elogio e ironia per creare un messaggio ambiguo rivolto a Cicerone. Attraverso un uso sapiente delle figure retoriche, una struttura bilanciata e un tono volutamente incerto, Catullo dimostra la sua capacità di giocare con le parole e con i significati. La definizione di “pessimus poeta” è solo una delle tante provocazioni tipiche della sua poetica, in cui nulla è mai completamente serio o completamente scherzoso.