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Il lampo di Pascoli: testo, parafrasi e figure retoriche

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Giovanni Pascoli, figura centrale della letteratura italiana del tardo Ottocento, ha saputo cogliere nelle sue poesie le sfumature più intime della natura e dell’animo umano. Tra i suoi componimenti più emblematici, “Il lampo” si distingue per la capacità di evocare, in pochi versi, un’atmosfera carica di tensione e significato.

Il lampo: il testo e la parafrasi

Testo

E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.

Parafrasi

Il cielo e la terra si rivelarono nella loro essenza: la terra, affannata, pallida e scossa; il cielo, colmo di nuvole, cupo e sconvolto. Nel silenzioso tumulto, una casa bianchissima apparve e scomparve all’improvviso, come un occhio che, spalancato e atterrito, si aprì e si chiuse nella notte oscura.

Il lampo: la composizione

“Il lampo” fu composto tra il 1891 e il 1892 e inserito nella sezione “Tristezze” della terza edizione di Myricae (1894), una delle raccolte più celebri di Pascoli. Questo periodo della produzione pascoliana è caratterizzato da una profonda introspezione e da una sensibilità acuta verso i temi della natura e del dolore umano.

La poesia descrive l’istante fugace di un lampo che illumina la notte, rivelando per un attimo una casa bianca nel paesaggio oscuro e tempestoso. Questo breve bagliore può essere interpretato come una metafora della conoscenza improvvisa e momentanea della realtà, o come la rivelazione di una verità nascosta che subito torna nell’ombra. La casa bianca, simbolo del “nido” familiare tanto caro a Pascoli, appare e scompare rapidamente, suggerendo la fragilità e la transitorietà delle certezze umane di fronte alle forze incontrollabili della natura e del destino.

Il lampo: analisi e metrica

“Il lampo” è una ballata minima composta da sette versi endecasillabi, con schema metrico A BCBCCA. La struttura compatta e la scelta di un linguaggio essenziale contribuiscono a creare un’atmosfera intensa e suggestiva. La poesia si apre con una sineddoche: “E cielo e terra si mostrò qual era”, dove l’uso del singolare “si mostrò” per i soggetti plurali “cielo e terra” suggerisce una fusione degli elementi naturali in un’unica realtà sconvolta. La personificazione della terra come “ansante, livida, in sussulto” e del cielo come “ingombro, tragico, disfatto” conferisce al paesaggio una dimensione umana, riflettendo l’angoscia e il turbamento dell’io poetico.

L’apparizione della casa bianca nel “tacito tumulto” rappresenta un momento di contrasto visivo e sonoro: il bianco luminoso contro l’oscurità della notte, il silenzio interrotto dal tumulto della tempesta imminente. La similitudine con l’occhio che “s’aprì si chiuse” enfatizza la rapidità e l’intensità dell’evento, suggerendo una visione improvvisa e sconvolgente che lascia il poeta esterrefatto.

Il lampo: figure retoriche

Nonostante la brevità, “Il lampo” è ricco di figure retoriche che amplificano l’efficacia espressiva del testo. La personificazione è evidente nella descrizione della terra come “ansante, livida, in sussulto” e del cielo come “ingombro, tragico, disfatto”, attribuendo caratteristiche umane agli elementi naturali per esprimere un senso di sofferenza e disordine.

Il climax ascendente si manifesta nella sequenza di aggettivi: “ansante, livida, in sussulto” e “ingombro, tragico, disfatto”, che intensificano progressivamente l’immagine di un paesaggio in preda al caos. L’ossimoro “tacito tumulto” unisce due termini opposti, suggerendo un silenzio carico di tensione prima dell’esplosione della tempesta. L’antitesi è presente nei verbi “apparì sparì” e “s’aprì si chiuse”, sottolineando la rapidità e la transitorietà dell’apparizione della casa e dell’occhio nella notte.

La similitudine “come un occhio, che, largo, esterrefatto” paragona la casa illuminata dal lampo a un occhio spalancato per lo stupore, enfatizzando l’immediatezza e l’intensità della visione. Infine, l’allitterazione nei suoni “t” in “tacito tumulto” e “n” in “nella notte nera” contribuisce a creare un ritmo sonoro che riflette il tema della poesia, amplificando la sensazione di tensione e mistero.

“Il lampo” di Giovanni Pascoli è un componimento breve ma denso di significati, in cui l’osservazione di un fenomeno naturale diventa occasione per riflessioni profonde sulla condizione umana, sulla fragilità delle certezze e sulla potenza insondabile della natura. La maestria tecnica e l’uso sapiente delle figure retoriche rendono questa poesia un esempio emblematico della poetica pascoliana, che si concentra sull’analisi degli aspetti più sottili della realtà, spesso rivelati attraverso momenti di breve illuminazione, come un lampo improvviso. La capacità di Pascoli di trasformare un evento naturale ordinario in un’esperienza emotivamente e intellettualmente carica è uno degli elementi distintivi della sua poetica. La descrizione del lampo e della casa che appare e scompare non è solo un’osservazione visiva, ma diventa un simbolo universale della condizione umana: un momento di chiarezza fugace in una notte oscura, una verità rivelata per un istante e poi persa nell’oblio.

“Il lampo” è un’opera che, nella sua brevità e semplicità apparente, racchiude una profondità straordinaria. Pascoli utilizza una struttura poetica compatta e un linguaggio fortemente evocativo per rappresentare un evento naturale come un riflesso della complessità dell’esistenza umana. Le figure retoriche, l’uso sapiente della metrica e il simbolismo implicito elevano il testo a una dimensione universale, rendendolo un capolavoro della letteratura italiana.

L’analisi della poesia dimostra come Pascoli riesca a condensare grandi temi esistenziali in poche righe, utilizzando la natura come specchio dell’anima. “Il lampo”, con il suo messaggio di transitorietà e di fragilità delle certezze, continua a essere una testimonianza vibrante della capacità della poesia di catturare l’essenza dell’esperienza umana.