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Richard Nixon: chi era e a quale scandalo è legato

Paolo Marcacci

Paolo Marcacci

INSEGNANTE DI LETTERE, GIORNALISTA PUBBLICISTA, SPEAKER RADIOFONICO, OPINIONISTA TELEVISIVO

Ho trasformato in professione quelle che erano le mie passioni, sin dagli anni delle elementari. Dormivo con l'antologia sul comodino e le riviste sportive sotto il letto. L'una mi è servita per diventare una firma delle altre. Per questo, mi sembra di non aver lavorato un solo giorno in vita mia.

La premessa

Una delle figure più controverse tra i Presidenti degli Stati Uniti: questa la prima cosa che viene in mente quando si parla di Richard Nixon, che ancora oggi resta l’unico Presidente a essersi dimesso nella storia statunitense.

Le origini

Classe 1913, nato a Yorba Linda in California, ebbe un’infanzia segnata dal fallimento dell’azienda agricola di famiglia, che costrinse la famiglia Nixon a Whittier, dove suo padre Frank riuscì ad aprire uno spaccio di alimentari con annessa pompa di benzina. Un fattore decisivo per la sua formazione fu costituito dal fatto che sua madre era un quacchera e l’educazione di Nixon fu condizionata in modo decisivo dalla proverbiale morigeratezza di quel culto religioso: astensione dal consumo di bevande alcoliche, dalla partecipazione alle feste da ballo e da un linguaggio contenente termini volgari o turpiloquio.
Alle difficoltà economiche della famiglia d’origine, si sommava la sua fragilità di salute: Nixon sin da ragazzino ebbe un polmone lesionato, molto probabilmente a causa di una polmonite non curata. Questo negli anni dell’infanzia gli precluso la pratica di ogni disciplina sportiva, mentre nell’adolescenza riuscì a giocare a football.

La formazioni

Sin da ragazzino, Nixon aveva evidenziato una forte dose di ninna volontà e predisposizione al sacrificio, perché riusciva a lavorare per l’attività di famiglia alzandosi all’alba, frequentare la scuola e partecipare a una serie di dibattiti e attività scolastiche extra che ne forgiarono le qualità diplomatiche e l’oratoria. Laureatosi al Whittier College, Nixon ebbe una borsa di studio per frequentare la Duke University School of Law. Nel 1937 si specializzò in legge.

Le esperienze lavorative prima della politica

Nixon cullava, dopo la laurea, il sogno di entrare a far parte del FBI, ma a causa di tagli al bilancio la sua candidatura, inizialmente accettata, dovette essere respinta. Iniziò il praticantato come avvocato presso lo studio legale “Wingert & Bewley di Whittier”, che dirimeva i contenziosi commerciali per le ditte petrolifere del luogo e altre questioni riguardanti le varie società commerciali. Negli anni a seguire, una volta divenuto celebre come politico e membro del Partito Repubblicano, si sarebbe sempre vantato di essere l’unico Presidente dell’era moderna ad aver lavorato come avvocato praticante.

La carriera politica

Dopo aver prestato servizio nella Marina degli Stati Uniti nel corso della Seconda Guerra mondiale Nixon iniziò la carriera politica in seno al movimento repubblicano. A trentanove anni, nell’estate del 1952, fu scelto dal Partito Repubblicano come candidato alla vicepresidenza a fianco di Dwight Eisenhower. Una volta vinte le elezioni, Nixon da Vicepresidente dà un input di maggiore incidenza e operatività al ruolo, rispetto ai precedenti storici. Comincia con questa elezione la fase in cui egli connota il suo operato politico con quelli che saranno i suoi tratti distintivi: un’impronta essenzialmente conservatrice nel campo dei diritti civili, con una lenta e non molto incisiva spinta verso la desegregazione razziale; un anticomunismo mitigato da alcune mosse diplomatiche che lo renderanno protagonista del dialogo USA – URSS e USA – Cina quando diverrà presidente, al tempo del cosiddetto “disgelo” tra gli opposti fronti della “Cortina di ferro”; una politica interna volta, in campo economico, alla lotta contro l’inflazione e all’adozione di deterrenti contro la recessione economica e di provvedimenti orientati al contenimento del deficit pubblico.

Nixon presidente

Negli otto anni da Vicepresidente, Nixon si era già segnalato per una serie di aperture diplomatiche nei confronti dei paesi comunisti: frequenti i suoi contatti con Nikita Kruscev, il quale in URSS aveva avviato la cosiddetta “destalinizzazione” e con Fidel Castro da quando quest’ultimo aveva insediato a Cuba il suo governo. Nel 1960, decise di presentare la sua candidatura alla presidenza. Tuttavia, fu sconfitto da John Kennedy, soprattutto sul piano dell’oratoria e delle proposte per le politiche sociali. Nel 1968, Nixon si ricandidò di nuovo alle Presidenziali e, facendo leva sul malcontento che c’era negli USA per il conflitto del Vietnam, riuscì a diventare Presidente. In politica estera, egli si pose come obiettivo il ritiro dell’esercito dalla penisola indocinese, pur mantenendo un’alleanza con il Vietnam del Sud. Il conflitto si concluse con la pace di Parigi del 1973.
Negli stessi anni, con l’accordo di Berlino del 1971 e con i trattati sulla limitazione degli armamenti nucleari del 1972, venne avviata una politica internazionale di distensione. Nonostante la sua politica volta al dialogo con il mondo comunista, bisogna notare che i rapporti diplomatici con la Cina di Mao, indipendente dall’URSS e in polemica con lo stato sovietico, erano da intendersi soprattutto secondo la logica del “divide et impera”. Partendo da questo discorso, dobbiamo evidenziare che questa sua politica di distensione veniva sempre condotta esibendo al contempo la forza militare degli USA; infatti decise di bombardare il Vietnam del Nord, mentre le trattative militare erano in corso.

Lo Scandalo Watergate

Nel 1972, Nixon fu eletto per il suo secondo mandato, questa volta a grande maggioranza. Subito dopo, però, si trovò coinvolto nello scandalo denominato “Watergate”, le cui origini risiedevano in uno spionaggio politico a danno del partito democratico, condotto da alcuni dei membri più fidati dello staff di Nixon durante le elezioni. Il caso ebbe un effetto detonante presso la società civile: la sua cassa di risonanza si amplificò a opera della magistratura, della stampa (celebre la campagna di due giornalisti del Washington Post, C. Bernstein e B. Woodward), dell’opinione pubblica in genere. Si arrivò infine all’avvio della procedura per l’impeachment del presidente, davanti alla Commissione di Giustizia della Camera, che in quel caso si pronunziò a maggioranza contro Nixon; il Presidente, per evitare di essere trascinato in giudizio, l’8 agosto 1974 presentò le proprie dimissioni (effettive il 9) e fu il primo Presidente della storia americana ad arrivare a una simile risoluzione. Il suo successore, Gerald Ford, bloccò ogni ulteriore procedimento penale nei confronti di Nixon.