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Inferno, Canto V: Paolo e Francesca

Dante e Virgilio fanno il loro ingresso nel II Cerchio, dove incontrano Minosse e i morti violentemente per amore

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

Minosse e il girone dei lussuriosi

Usciti dal Limbo, Dante e Virgilio entrano nel II Cerchio, meno ampio del precedente, ma che cela al suo interno ben più dolore. Sulla soglia trovano Minosse, una creatura ringhiosa e dall’aspetto animalesco: è il giudice infernale, incaricato di ascoltare le confessioni delle anime dannate e di indica loro in quale Cerchio siano destinate, attorcigliando intorno al loro corpo la sua lunghissima coda, tante volte quanti sono i Cerchi cui il dannato è destinato. Quando egli si accorge che Dante è ancora vivo, lo apostrofa con durezza e gli intima di non fidarsi di Virgilio, poiché uscire dall’Inferno non sarà così facile come lo è stato entrare. Virgilio, però, esattamente come fece con Caronte, lo zittisce ricordandogli che il viaggio di Dante è una precisa volontà di Dio. Superato Minosse, Dante e il suo maestro si ritrovano in un luogo buio, dove soffia incessantemente una terribile bufera, che trascina i peccatori, sbattendoli con violenza da un lato all’altro del Cerchio. Quando questi spiriti giungono davanti a una sorta di rovina, iniziano ad emettere grida, lamenti e ingiurie nei confronti dell’Onnipotente. Dante, a questo punto, capisce immediatamente che si tratta dei lussuriosi, i quali fluttuano nell’aria formando una larga schiera simile agli storni quando volano in cielo. Dante, quindi, si sofferma su un altro gruppo di anime che, in modo analogo, assomigliano a delle gru che si librano in volo. Chiede ancora una volta spiegazioni a Virgilio, il quale, indicando i nomi di alcuni di loro, gli spiega come si tratti in ogni caso di lussuriosi morti violentemente: tra questi ci sono Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride, Tristano e più di altre mille. Dopo aver udito questa sfilza di illustri personaggi, Dante è colpito da un’angoscia profonda e per poco non si smarrisce.

L’incontro con Paolo e Francesca

Poco dopo, due di queste anime, che volano accoppiate, catturano l’attenzione e la curiosità di Dante, che manifesta il desiderio di parlare con loro. Virgilio acconsente e lo invita a chiamarle, cosa che il poeta fiorentino fa con particolare passione. I due spiriti si staccano dalla schiera di anime e gli si avvicinano, quasi fossero due colombe che tornano in direzione del proprio nido: sono un uomo e una donna e quest’ultima si rivolge a Dante ringraziandolo sentitamente per la pietà che ha mostrato nei loro confronti. Quindi, si presenta, affermando di essere nata a Ravenna e di essere stata legata in vita da un amore indissolubile con l’uomo che le sta tuttora accanto, anche nella morte. Prosegue raccontando che entrambi vennero assassinati e che la Caina, la zona del IX Cerchio dove sono puniti i traditori dei parenti, attende il loro uccisore. Il racconto turba emotivamente Dante e per alcuni momenti resta in silenzio, tenendo gli occhi bassi. Virgilio, allora, gli chiede a cosa stia pensando ed egli risponde di essere rimasto colpito dal desiderio amoroso che condusse i due dannati alla perdizione. Si rivolge quindi a Francesca, chiamandola per nome, e domandandole in quali circostanze sia iniziata la loro relazione adulterina, la quale ammette quanto sia doloroso per lei ricordare del tempo felice quando si è ridotti alla miseria, ma che, se ne è davvero interessato, vincerà la sofferenza e lo informerà di come tutto ebbe origine. La donna narra che un giorno lei e Paolo stavano leggendo un libro, per mero divertimento, il quale parlava di Lancillotto e della regina Ginevra. La lettura li aveva indotti più volte a cercarsi con lo sguardo, fino quasi a impallidire. Quando arrivarono al punto in cui veniva descritto il bacio dei due amanti, interruppero la lettura del libro, che fece da mezzano della loro relazione amorosa, lasciandosi andare a tenere effusioni. Mentre Francesca parla, Paolo, rimasto in silenzio, scoppia a piangere, mentre Dante, visibilmente provato dalla storia, cede al dispiacere e sviene.