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Volta, biografia e invenzioni dello scienziato italiano

Il suo nome sarà per sempre legato alla pila e all’unità di misura “volt”, con le quali ha reso possibile la nascita dell’elettrochimica e dell’elettromagnetismo

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Alessandro Volta è stato uno dei maggiori esponenti della cultura del suo tempo e può essere considerato tra i primi a meritarsi la definizione di scienziato, nell’accezione moderna del termine, per la grande attenzione prestata alle verifiche sperimentali. Il suo nome è indissolubilmente legato alla più celebre delle sue invenzioni, la pila, antenata delle moderne batterie, e del volt, l’unità di misura della differenza potenziale, con le quali ha reso possibile la nascita dell’elettrochimica e dell’elettromagnetismo.

Vita

Alessandro Volta nasce il 18 febbraio del 1745 a Como. La sua è una famiglia aristocratica, i suoi genitori sono don Filippo e donna Maddalena dei conti Inzaghi. Studia presso i gesuiti e nel 1761 entra nel Regio Seminario Benzi, dove conclude gli studi ed entra in contatto col canonico Giulio Cesare Gattoni, che per primo ne incoraggia la curiosità scientifica, mettendo a sua disposizione il proprio laboratorio di scienze naturali.

Nel 1769, appena 24enne, pubblica il suo primo lavoro sull’elettricità “De vi attractiva ignis electrici, ac phaenomenis inde pendentibus” e solamente due anni dopo la sua seconda memoria scientifica dal titolo “Novus ac simplicissimus electricorum tentaminum apparatus”. Nel 1775 inventa l’elettroforo perpetuo e nel 1776, nel corso di una vacanza sul Lago Maggiore, scopre nelle paludi di Angera il gas metano.

Nominato professore stabile di fisica sperimentale nelle scuole di Como, continua a sperimentare, giungendo a importanti invenzioni come la pistola elettroflogopneumatica, l’eudiometro e la lucerna ad aria infiammabile, detta anche lampada perpetua di Volta, suscitando la grande ammirazione della comunità scientifica. Nel 1778 gli viene attribuita una cattedra all’Università di Pavia, che in quegli anni diventa la Scuola Centrale dello Stato per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Le sue lezioni di fisica sperimentale nell’ateneo sono talmente affollate che si decide di costruire una nuova aula più spaziosa, l’Aula Volta, ancora oggi una delle più prestigiose dell’Università di Pavia.

Nel 1780, Volta idea il condensatore, che lo porta a diventare uno scienziato di fama mondiale, inizia ad essere invitato e a viaggiare in tutta Europa, arrivando a leggere alla celebre Royal Society di Londra la sua dissertazione sulla nuova straordinaria invenzione. Nel 1785 Volta è nominato Rettore dell’Università di Pavia e nel 1792 viene ammesso come membro della Royal Society. Nel 1794 sposa Maria Teresa Peregrini, nobildonna comasca da cui avrà tre figli.

Il 20 maggio del 1800, Alessandro Volta annuncia alla Royal Society di Londra la sua più grande invenzione, la prima pila, ottenuta sfruttando la differenza di potenziale dovuta al contatto di due metalli diversi. Divenuto ormai una celebrità viene nominato prima Senatore e poi Conte del Regno d’Italia, ricoprendo diversi incarichi pubblici, forse anche a causa dei quali abbandona l’attività di ricerca. Muore a Como il 5 marzo 1827 all’età di 82 anni.

Scoperte e invenzioni

Sono diverse le scoperte e le invenzioni frutto dell’incessante attività di sperimentazione di Volta. Famoso per la pila, può essere anche considerato il padre dell’accendino.

  • Elettroforo perpetuo: detto anche elettroforo di Volta, è uno strumento in grado di accumulare carica elettrica e produrre scariche elettriche in maniera continua.
  • Gas metano: nella palude dell’isolino Partegora ad Angera, sul Lago Maggiore., smuovendo il fondo con un bastone, Volta si accorge che salgono delle bolle e le raccoglie in una bottiglia, scoprendo che questo gas, che i locali chiamano “aria infiammabile di palude”, può essere incendiato sia con una scarica elettrica che con una candela.
  • Pistola elettroflogopneumatica: si riempie un tubo di vetro contenente due elettrodi in parte con gas infiammabile e in parte con aria, poi si chiude il tutto con un tappo di sughero, ecco la cosiddetta pistola di Volta. Tenendo in mano un elettrodo e toccando l’altro con un elettroforo carico, si innesca un’esplosione che espelle con violenza il tappo. Ottenendo una combustione in vasi chiusi tramite scintilla elettrica, l’esperimento anticipa i sistemi di accensione dei motori a benzina.
  • Trasporto elettricità tramite due fili conduttori: utilizzando un circuito costituito da fili di ferro in andata e da un corso d’acqua al ritorno, una scarica elettrica prodotta a Como è in grado di innescare lo sparo di una pistola ad aria infiammabile collocata a Milano. Per la prima volta un segnale elettrico viene trasmesso a distanza, il principio è lo stesso da cui nascerà il telegrafo.
  • Lampada perpetua di Volta: dotata di accensione elettrica tramite una scintilla generata da un elettroforo, è una lucerna perpetua che funziona a gas infiammabile.
  • Condensatore di elettricità: è uno strumento composto da due dischi metallici di uguali dimensioni, in maniera tale che un disco possa combaciare perfettamente all’altro sovrapponendosi.
  • Effetto volta: è il fenomeno per cui tra due metalli, conduttori diversi e caratterizzati da differenti valori del potenziale di estrazione, messi in contatto tra loro in equilibrio termico, si sviluppa una differenza di potenziale, che produce un flusso di elettroni, ovvero la corrente elettrica.
  • Volt: è l’unità di misura del potenziale elettrico e prende il nome dal suo inventore.

La pila

Inventata nel 1799 e annunciata il 20 marzo 1800 al presidente della Royal Society di Londra, la pila di Volta è il primo generatore statico di corrente della storia. Costituita da una colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame, separati tra loro da feltro o cartone imbevuto di acido solforico, che in quanto soluzione acida carica negativamente lo zinco e positivamente il rame. Collegando tra loro i dischi tramite un filo di rame, si origina un passaggio continuo di corrente elettrica che circola dal polo positivo, il rame, al polo negativo, lo zinco, per ritornare al polo positivo dopo aver attraversato l’interno della pila.