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Chi è Malala Yousafzai, l’attivista che si batte per il diritto

La storia e le battaglie della blogger pachistana in lotta contro l’editto talebano che vieta alle donne il diritto di ricevere una istruzione. Ripercorriamo insieme il percorso che l’ha portata ad essere il più giovane Premio Nobel per la Pace della storia

Valeria Biotti

Valeria Biotti

SCRITTRICE, GIORNALISTA, SOCIOLOGA

Sono scrittrice, giornalista, sociologa, autrice teatrale, speaker radiofonica, vignettista, mi occupo di Pedagogia Familiare. Di me è stato detto:“È una delle promesse della satira italiana” (Stefano Disegni); “È una scrittrice umoristica davvero divertente” (Stefano Benni).

Dal Pakistan, al mondo intero

Malala nasce nella Valle dello Swat, in Pakistan, a Mingora, il 12 luglio del 1997. Il padre Ziauddin è un insegnante, la madre è una donna intelligente e di ampie vedute.
Quando, a 13 anni, la figlia attira le attenzioni del mondo attraverso il suo blog – che scrive per la BBC – la famiglia la sostiene con orgoglio, nonostante sia chiaro che i contenuti della rubrica risulteranno “fastidiosi” per molti.

Ziauddin Yousafzai, infatti – a sua volta attivista, co-fondatore e membro del consiglio di amministrazione del Malala Fund – sarà anche autore della biografia che racconta la storia di Malala: «Libera di volare».

Un attentato talebano, una ragazzina al ritorno da scuola

«Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo». Questa è la frase con cui, efficacemente, si sintetizza il pensiero di Malala. Questo è il nocciolo della sua battaglia: cambiare il mondo attraverso l’istruzione, la consapevolezza, la percezione netta e la denuncia coraggiosa delle ingiustizie.

E se questo è il senso profondo della battaglia a cui ha deciso di dedicare la propria vita, è stata anche la causa delle difficoltà e dei pericoli a cui si è ripetutamente esposta.

È il 9 ottobre 2012 quando, mentre sta salendo sullo scuolabus per tornare a casa, viene ripetutamente colpita alla testa da proiettili esplosi da un attentatore. Assieme a lei, vengono ferite anche le compagne e amiche Zolanda e Ambrin.

Ricoverata all’ospedale di Peshawar, sopravvive alla rimozione chirurgica dei proiettili. Ma la sua vita è ancora in serio pericolo: l’attentato viene rivendicato a nome dei Talebani da Ehsanullah Ehsan che dichiara: «la ragazza è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità» aggiungendo che, qualora sopravviva, sarà nuovamente oggetto di attentati.
Malala viene, dunque, trasferita in un ospedale di Birmingham che si è offerto di curarla e termina la propria istruzione nel Regno Unito.

Il celebre discorso, il Nobel, il futuro in politica

Il 12 luglio 2013, in occasione del suo 16mo compleanno, tiene un discorso presso l’Assemblea della Gioventù delle Nazioni Unite, a New York. Indossa lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e racconta la condizione arretrata e controversa dei Diritti nel suo Paese, soprattutto in relazione alle donne. Parla del ruolo fondamentale dell’educazione e dell’istruzione: il suo intervento – grazie al passaparola e quindi ai mezzi di comunicazione e d’informazione – diventa virale e apprezzatissimo.

il 20 novembre 2013 riceve il «Premio Sakarov per la libertà di pensiero» dalle mani dell’allora Presidente del Parlamento Europeo Schulz; il 10 ottobre 2014 è insignita del «Nobel per la Pace» assieme all’attivista indiano Kailash Satyarthi «per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione».

È in quell’occasione che esprime la volontà di diventare, in futuro, Primo Ministro del Pakistan, proprio al fine di poter garantire il Diritto all’istruzione a tutti i bambini.

Il premier pakistano in carica, allora, le assegna il «Premio nazionale per la pace», creato ad hoc per lei, e un assegno da circa quattromila euro.

Il 25 settembre del 2015 diventa, insieme ad altre personalità del mondo artistico, politico, scientifico e della cultura – Stephen Hawking, Bill e Melissa Gates, Anastasia, SteveWander, Kate Winslet, Meryl Streep, Jennifer Lopez, Rania di Giordania e molti altri – testimonial dei 17 «Global goals» delle Nazioni Unite, ovvero gli «Obiettivi di sviluppo sostenibile» da raggiungere entro il 2030. Tra i più irrinunciabili e urgenti:

  • eliminare la povertà estrema,
  • combattere la disuguaglianza e le ingiustizie
  • arrestare il cambiamento climatico.

Sul fronte degli obiettivi relativi al climate changing, stringe un’amicizia collaborativa con Greta Thumberg, anche lei in prima linea sul fronte internazionale sul tema dell’impatto della crisi climatica sulle diseguaglianze sociali.

Le nuove minacce talebane

«Next time, there will be no mistake» (La prossima volta non ci sarà nessun errore). Questo scrive Ehsanullah Ehsan su Twitter, prima che il suo account venga definitivamente sospeso.
Il fatto, ovviamente, risulta curioso; visto che l’attentatore che le ha sparato nel 2012 dovrebbe essere in custodia in Pakistan.
La risposta del primo Ministro Imran Khan appare poco chiarificatrice. Non è univoco, infatti, il racconto né dell’arresto avvenuto nel 2017, né della fuga dell’estremista nel gennaio 2020. L’Agenzia di Intelligence pakistana risulta evasiva, sul tema.

Contemporaneamente, l’esistenza di Malala Yousafzai prosegue tra battaglie collettive e successi personali.
Nel giugno 2020 si laurea in Philosophy, Politics and Economics all’Università di Oxford. E il 9 novembre 2021 annuncia di essersi sposata con rito musulmano con il compagno Asser Malik.