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Amerigo Vespucci, vita e scoperte dell'esploratore italiano

L'esploratore fiorentino fu il primo a rendersi conto che le terre scoperte meno di un decennio prima da Cristoforo Colombo a ovest di Spagna e Portogallo non fossero le coste estreme dell'Asia, bensì un nuovo continente, chiamato poi America in suo onore

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Esploratore, navigatore e cartografo italiano, fu uno dei massimi rappresentanti dei nobili fiorentini Vespucci, le cui proprietà si trovavano nel Borgo Ognissanti, nei pressi dell’omonima chiesa, nella quale è custodita la cappella di famiglia.

Chi era Amerigo Vespucci

Nacque a Firenze il 9 marzo 1554, terzo figlio del notaio Anastasio o Nastagio di Amerigo Vespucci e della nobildonna di Montevarchi Elisabetta o Lisa di Giovanni Mini. Insieme con la famiglia – non particolarmente ricca ma politicamente ben inserita – risiedeva nel quartiere di Santa Lucia di Ognissanti ma, a differenza dei suoi fratelli, non si iscrisse all’università, ricevendo piuttosto l’educazione dallo zio Giorgio Antonio, un frate domenicano fra i più celebri studiosi umanisti della città, che gli fornì un’ampia formazione in letteratura, filosofia, retorica, latino e, soprattutto, geografia ed astronomia, fondamentali per la sua futura professione. Nel 1478 accompagnò il cugino Guido Antonio in una missione diplomatica fiorentina a Parigi alla corte del re transalpino Luigi XIV che, seppur poco fruttuosa, regalò al 24enne Amerigo un’esperienza che lo cambierà per sempre, infondendo in lui un’irrefrenabile passione per i viaggi, l’esplorazione e l’avventura. Tornò nella capitale francese, stavolta con il padre, per il quale lavorò alcuni anni per poi, alla sua morte, nel 1482, essere ingaggiato da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, nobile di un ramo cadetto della potente famiglia: iniziò nel ruolo di amministratore, assumendo via via responsabilità crescenti, fino alla gestione degli affari sia in patria che all’estero. A dimostrare, tuttavia, il suo amore per la geografia fu l’acquisto di una costosa mappa realizzata dal maestro cartografo Gabriel de Vallseca.

Amerigo Vespucci: l’esperienza in Spagna

Insoddisfatto di Tomasso Capponi, agente d’affari a Siviglia, nel 1488 Lorenzo di Pierfrancesco inviò Amerigo in loco per indagare sulla situazione e fornire una valutazione sull’eventuale sostituto, il commerciante fiorentino Giannotto Berardi, che fu probabilmente positivo, dato il successivo avvicendamento nel ruolo. Berardi, per motivi non del tutto chiari, fu comunque una figura decisiva nella sua vita: Vespucci, infatti, si stabilì nella città andalusa e, nonostante continuasse a svolgere mansioni per il proprio mecenate, venne sempre più coinvolto nelle attività dell’agente d’affari, su tutte il sostegno ai viaggi di Colombo, compreso quello del 1492. Alla morte del ‘socio’, tre anni più tardi, l’esploratore fiorentino fu l’esecutore testamentario, accollandosi tutti i debiti dell’azienda. Parallelamente, però, l’appoggio alle spedizioni dell’eroe dei due mondi si rivelarono poco fruttuose e, a partire dal 1495, i lavori per conto di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici iniziarono a ridursi inesorabilmente.

I primi viaggi di Amerigo Vespucci

Una nuova svolta nella sua vita avvenne dopo il matrimonio con una donna spagnola, Maria Cerezo, probabilmente figlia illegittima del celebre leader militare Gonzalo Fernández de Córdoba, che lo affiancò in maniera attiva in numerosi affari. Seppur non accertato, è plausibile che siano stati i problemi finanziari ad avvicinarlo al ‘mondo delle spedizioni’, sfruttando anche le conoscenze della moglie con l’élite del Regno di Castiglia. Così, nel 1497, partì con Juan de la Cosa – forse al servizio del re Ferdinando II d’Aragona – alla volta di Hispaniola con l’obiettivo di capire quanto essa fosse distante dalla terraferma, quindi, due anni più tardi e sempre in compagnia del famoso pilota e cartografo, raggiunse la Guyana, virando poi verso sud – fino alle foci del Rio delle Amazzoni e a Capo San Rocco – per tornare poi a nord – riconoscendo l’isola di Trinidad e il fiume Orinoco – prima di ripartire per la Spagna.

Amerigo Vespucci, i viaggi al servizio del Regno del Portogallo

Al servizio del Regno del Portogallo Amerigo Vespucci prese parte, nel 1501, ad una spedizione comandata da Gonçalo Coelho che, però, prima della traversata nell’Oceano Atlantico, fece una breve sosta a Capo Verde. Qui conobbe l’ebreo Gaspar da Gama, che gli descrisse con dovizia di particolari usi, costumi e abitudini delle popolazioni dell’India, oltre a flora e fauna locali. Le nozioni apprese si rivelarono fondamentali nel far nascere in lui la convinzione che le terre raggiunte fossero in realtà appartenenti ad un nuovo continente di cui non si conosceva l’esistenza. Il 1° gennaio 1502 le navi toccarono le coste brasiliane in una bellissima baia che rinominarono Rio de Janeiro, poi proseguirono verso sud, raggiungendo l’estuario del Rio de la Plata e ‘sfiorando’ soltanto il famoso stretto che, qualche anno dopo, prenderà il nome del suo scopritore, Ferdinando Magellano. Nel 1503, infine, partecipò al suo quarto ed ultimo viaggio, che non segnò tuttavia particolari successi, ad eccezione di un’isola mai scoperta prima e che battezzò Fernando de Noronha, in onore di uno dei componenti dell’equipaggio.

Amerigo Vespucci, il ritorno in Spagna e la morte

I suoi viaggi al servizio per il Regno del Portogallo non danneggiarono la sua reputazione agli occhi del re di Spagna Ferdinando II d’Aragona, che anzi continuò a crescere inesorabilmente. Così, ad inizio 1505, fece ritorno a Siviglia e già a febbraio venne assunto dal monarca nel ruolo di consulente per le questioni di navigazione ed organizzatore di nuove spedizioni, per essere nominato poco dopo cittadino di Castiglia e León e piloto mayor della Casa de Contratación, cioè la sede commerciale centralizzata di tutte le proprietà d’oltremare iberiche. Continuando parallelamente il lavoro di commerciante, per sette anni si occupò alacremente dell’allestimento delle navi dirette nel Nuovo Mondo, oltre che del Padrón Real, una ‘mappa modello’ che richiedeva un aggiornamento continuo sulla base dei resoconti degli esploratori di ritorno dall’America. Un compito delicato e di estrema importanza, che condusse con passione fino al giorno della sua morte, il 22 febbraio 1512, a Siviglia. Non avendo eredi, Amerigo Vespucci lasciò tutti i suoi bene alla moglie Maria Cerezo.