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Aztechi, origini e storia di questo popolo

L'impero della più grande civiltà precolombiana dominò nelle regioni dell'attuale Messico fino all'arrivo dei Conquistadores spagnoli

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Note come ‘Aztechi’ nella storiografia occidentale, le popolazioni autoctone erano solite riferirsi a se stesse con i termini ‘Mexica’ o ‘Tenochca’. Furono tre città-Stato, Tenochtitlan, Texcoco e Tlacopan, a formare la Triplice alleanza conosciuta come ‘Impero Azteco’: va tuttavia sottolineato come l’egemonia sui territori mesoamericani ‘conquistati’, a differenza di quanto accadeva in Europa, non era esercitata sotto forma di una reale dominazione politica, economica e socioculturale, quanto piuttosto con un complesso, continuo e irrevocabile sistema di tributi. Il cosiddetto ‘impero’ azteco, inoltre, non ebbe mai continuità territoriale ed è stato pertanto paragonato dagli studiosi alle civiltà fenicia e, soprattutto, assira, con la quale condividevano anche violente pratiche religiose, come i sacrifici umani. A ‘spezzare’ i possedimenti aztechi fu il rivale regno Tlaxcalteca che, nel 1521, si alleò con Cortés e facilitò l’invasione dei Conquistadores spagnoli.

Aztechi, le origini e il ruolo della mitologia

Quel che si conosce della storia azteca è contenuto nel ‘Codice’ dello studioso e religioso spagnolo Diego Durán e nel cosiddetto ‘Codice fiorentino’ di fra’ Bernardino de Sahagún. Secondo la leggenda le prime popolazioni dei Mexica partirono da Aztlán – un luogo la cui origine è misteriosa, secondo alcuni il Wisconsin, per altri la California settentrionale o lo stato di Nayarit in Messico, fino addirittura alla mitologica Atlantide – e nel XIII secolo si stanziarono prima nella Valle del Messico, poi in un isolotto nel lago di Texcoco. Seppur sotto il dominio di Azcapotzalco, i Mexica si svilupparono, nel 1325 costruirono la propria capitale Tenochtitlán, sulle cui macerie sorgerà Città del Messico, e si dotarono di un’impronta militare che li portò in breve tempo a sopraffare il nemico. Strinsero quindi una lunga e duratura alleanza – la Triplice – con Texcoco, con cui condividevano la porzione di 2/5 sui bottini da spartire, e la piccola Tlacopan, a cui ne spettava 1/5. All’arrivo degli Spagnoli sul continente americano, quest’ultima era ormai sparita e la quasi totalità delle terre dell”impero’ erano sotto il controllo di Tenochtitlan. La grande importanza assegnata dagli Aztechi alla mitologia ebbe tuttavia un ruolo fondamentale anche nella loro stessa fine. Nella religione politeista azteca, infatti, la figura principale era rappresentata dal dio della guerra e del sole Huitzilopochtli, ma grande considerazione era riservata anche a Quetzalcoatl, leggendario re Tolteco considerato padre della civiltà, partito secoli fa con la promessa di tornare per guidare la propria gente nelle nuove terre scoperte. Le raffigurazioni con la pelle bianca e la barba, in popoli totalmente glabri sul viso, indussero Montezuma II a pensare che Hernán Cortés fosse il dio al suo ritorno in patria, al punto da rimandare – una scelta che si rivelerà fatale – l’attacco ai primi Conquistadores sbarcati in Nordamerica.

L’invasione spagnola e la fine degli Aztechi

È il 1521 l’anno con cui si identifica la ‘caduta dell’impero azteco’. Con appena 500 uomini provenienti dalla Spagna, cui se ne aggiunsero circa 150/200mila provenienti da Tlaxcala ed altre città-Stato vassalle dei Mexica, nei confronti dei quali provavano un sentimento di vero odio, Cortés costrinse alla resa il 13 agosto Cuauhtémoc, l’ultimo ‘Hueyi Tlatoani’, cioè re azteco. Ancor più delle armi, a far guadagnare tempo alla potenza iberica furono le violente epidemie di vaiolo che decimarono la popolazione locale. Gli spagnoli, ad ogni modo, impiegheranno 60 anni – durante le guerre Chichimeca – per la conquista della Mesoamerica e 170 per quella dello Yucatán. Le altre civiltà precolombiane, invece, mantennero la propria cultura e le proprie usanze e, almeno per ancora qualche decennio, poterono svilupparsi libere dall’egemonia azteca e da quella europea.