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Latino completive e consecutive: spiegazione ed esercizi

Completive e consecutive in latino: cosa sono e come si traducono in italiano. Esercizi per testare la conoscenza e un riassunto scaricabile da consultare all'occorrenza

Manuela Ferroni

Manuela Ferroni

INSEGNANTE DI LATINO

Dopo la laurea in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore si è perfezionata perfezionata in paleografia latina e diplomatica presso l’Archivio di Stato di Milano. Insegna italiano, latino e storia alle superiori da quasi quindici anni. Si occupa anche di ricerca archivistica e di epistolografia pontificia.

Le completive sono delle subordinate che servono a "completare" il significato della loro reggente. Possono essere soggettive o oggettive

  • soggettive = fanno da soggetto alla reggente
  • oggettive = fanno da oggetto alla reggente

È molto probabile | che Luca parta. => La partenza di Luca è molto probabile. SOGGETTIVA

Aspettavano | che tu ti decidessi. => Aspettavano la tua decisione. OGGETTIVA

Diverse subordinate, in latino, possono avere funzione completiva:

  • infinitive (cfr. Lezione sulle infinitive)
  • interrogative indirette (cfr. Lezione sulle interrogative)
  • quod + indicativo o congiuntivo
  • dichiarative e volitive al congiuntivo (ut/ne, ut/ut non, quin, quomĭnus + cong.)

Completive dichiarative al congiuntivo (ut / ut non)

Sono le completive che enunciano un fatto oppure indicano il risultato dell’azione della reggente.

Accade | che tu abbia ragione. (fatto)

Basta | che Luca studi. (fatto)

Ho fatto in modo | che il viaggio di ritorno sia piacevole. (risultato)

Rimane | che tu mi chieda scusa. (risultato)

Sono introdotte da ut se positive, da ut non se negative.

Hanno il verbo al congiuntivo

  • se la narrazione è al presente = congiuntivo presente
  • se la narrazione è nel passato = congiuntivo imperfetto (a volte perfetto)

Nella reggente sono introdotte da

  • espressioni di avvenimento, come "accade che", "avviene che", ecc. (in latino accĭdit ut, evĕnit ut, fit ut, incĭdit ut, ecc)
  • espressioni che indicano un risultato, come "ne consegue che", "risulta che", ecc. (in latino sequĭtur ut, efficĭtur ut, accēdit ut, restat ut, ecc)
  • espressioni impersonali composte da sum + nome o aggettivo, mos est (è costume che), consuetudo est (è abitudine che), verum est (è vero che), satis est (è abbastanza che), ecc.

Evĕnit | ut oppidum ab hostibus expugnetur => Accade che la città sia espugnata dai nemici.

La completiva è introdotta da un’espressione che indica accadimento (evĕnit ut) al presente.

Il verbo della subordinata (expugnetur) è al congiuntivo presente.

Evēnit | ut oppidum ab hostibus expugnaretur => Accadde che la città veniva espugnata dai nemici.

La completiva è introdotta da un’espressione che indica accadimento nel passato (evēnit ut).

Il verbo della subordinata (expugnaretur) è al congiuntivo imperfetto (narrazione al passato).

Restat | ut urbs ab hostibus deleatur => Resta che la città venga distrutta dai nemici.

La completiva è introdotta da un’espressione che esprime risultato (restat).

Il verbo è al congiuntivo presente (deleatur) perché la narrazione è al presente.

Verum est | ut populus Romanus omnes gentes superaret => È vero che il popolo romano superava tutti i popoli.

La completiva è introdotta da un’espressione impersonale (verum est).

Il congiuntivo imperfetto (superaret), indica un’azione reiterata nel passato.

Completive volitive al congiuntivo (ut / ne)

Esprimono ciò che è richiesto / desiderato / ricercato dal verbo della reggente. Sono introdotte da ut se positive, da ne se negative. Hanno il verbo al congiuntivo:

  • se la narrazione è al presente = congiuntivo presente
  • se la narrazione è nel passato = congiuntivo imperfetto

Nella reggente sono sono introdotte da verbi che indicano desiderio, volontà, intenzione, ecc come moneo (esorto), persuadeo (persuado), impero (ordino), opto (desidero), peto/quaero (chiedo), rogo (prego), ecc.

Dux militibus imperavit | ut castra ponerent => Il comandante ordinò ai soldati di posizionare l’accampamento.

La completiva è volitiva (è introdotta da imperavit, che indica l’espressione di una volontà)

Il verbo della subordinata (ponerent) è al congiuntivo imperfetto (narrazione storica).

Optamus | ut valeas => Desideriamo che tu stia bene.

La completiva è volitiva (è introdotta da optamus, che indica l’espressione di una volontà)

Il verbo della subordinata (valeas) è al congiuntivo presente (narrazione presente).

Vos oro | ne urbem relinquatis => Vi prego di non lasciare la città.

La completiva è volitiva (è introdotta da oro, che indica l’espressione di una volontà)

Il verbo della subordinata (relinquatis) è al congiuntivo presente (narrazione presente).

Completive introdotte da quod

Sono introdotte da quod, nominativo/accusativo neutro del pronome relativo, che si è trasformato in una congiunzione subordinante che significa "il fatto che".

  • Il verbo di solito è all’indicativo. Può essere al congiuntivo eventuale od obliquo.
  • Si rendono in italiano con espressioni tipo "che", "per il fatto che" e sim.
  • Sono introdotte nella reggente da:
    • verbi che significano aggiungere, tralasciare: addo (aggiungo), praetereo (ometto), ecc
    • verbi di avvenimento uniti a un aggettivo/avverbio che esprime giudizio: bene/male accĭdit quod (è bene/male che), bene/male evĕnit quod (è bene/male che), bene/male facio quod (faccio bene/male a), ecc
    • verba affectuum: gaudeo, laetor, doleo, ecc (gioisco, mi rallegro, mi dolgo, ecc)
    • espressioni che significano lodare, rimproverare, ringraziare, ecc (laudo, vitupĕro, gratias ago, ecc)

Accedebat | quod Caesar dixit | se Romam iturum => Si aggiungeva il fatto che Cesare aveva detto che sarebbe andato a Roma.

La reggente ha un verbo che significa aggiungere.

Quod viene reso con "il fatto che".

La completiva ha il verbo all’indicativo (dixit).

Bene facis | quod non dubitas de veritate mea => Fai bene a non dubitare della mia verità.

La reggente ha un avverbio che esprime giudizio (bene).

La completiva ha il verbo all’indicativo (non dubitas)

Gaudeo | quod te interpellavi => Sono contento per il fatto di averti interrotto.

La reggente ha un verbum affectuum (gaudeo).

La completiva ha il verbo all’indicativo (interpellavi)

Completive con i verba timendi

Dopo un verbo che esprime timore (timeo, vereor, metuo, ecc) c’è una completiva oggettiva.
Es. Temo | che la verifica andrà male. => la completiva è l’oggetto del mio timore.

Queste completive, in latino, sono introdotte

  • da ne = quando temiamo che si avveri un fatto non voluto
  • da ne non / ut = quando temiamo che non si avveri un fatto che vogliamo

Il verbo della completiva va al congiuntivo secondo le regole indicate sopra.

Timeo | ne venias => Temo che tu venga.

La reggente ha un verbum timendi (timeo).

La completiva ha il verbo al congiuntivo presente (venias)

La congiunzione ne significa che chi scrive teme che si verifichi un fatto che non desidera.

Timeo | ne non (ut) venias => Temo che tu non venga.

La reggente ha un verbum timendi (timeo).

La completiva ha il verbo al congiuntivo presente (venias)

La congiunzione ne non / ut significa che chi scrive teme che non si verifichi un fatto che desidera.

Romani timuerunt | ne Caesar auxilia recusaret => I Romani temevano che Cesare rifiutasse le truppe ausiliarie.

La reggente ha un verbum timendi (timuerunt).

La completiva ha il congiuntivo imperfetto (recusaret)

La congiunzione ne significa che i romani temevano che si verificasse un fatto che non desideravano (= il rifiuto delle truppe ausiliarie da parte di Cesare).

Completive introdotte da quin e quomĭnus

Si tratta di completive oggettive. Se nella reggente c’è un’espressione che significa "non dubito che", come "non dubito", "dubium non est", "nulla dubitatio est", ecc. => la completiva oggettiva si realizza con quin + congiuntivo secondo consecutio:

  • si usa il congiuntivo presente per una narrazione nel presente;
  • l’imperfetto e il perfetto per una narrazione storica.

Non dubito | quin laetus fueris => Non dubito che tu fossi felice.

La reggente ha un’espressione di dubbio negativa (non dubito)

La completiva ha il congiuntivo perfetto (fueris)

Se nella reggente ci sono verba impediendi o recusandi, come impedio (impedisco), prohibeo (proibisco), distolgo (distolgo), recuso (rifiuto), ecc => la completiva oggettiva si realizza con quomĭnus + congiuntivo secondo consecutio, come sopra.

Aetas non impedit | quomĭnus agri colendi studium teneamus => L’età (avanzata) non impedisce che noi conserviamo la passione per la coltivazione dei campi.

La reggente ha un verbum impediendi (non impedit).

La completiva ha il congiuntivo presente (teneamus)

In merito alla variabilità tra le congiunzioni quin e quomĭnus, molti autori le considerano intercambiabili.

Subordinate consecutive

La consecutiva indica l’effetto o la conseguenza dell’azione espressa nella reggente.

  • Marco era così stanco | che si è addormentato subito. => l’addormentarsi è conseguenza della stanchezza.
  • La torta era talmente grande | che i bambini l’hanno avanzata. => il fatto di aver avanzato la torta è conseguenza della sua grandezza notevole.

La consecutiva è preceduta nella sua reggente da espressioni come ita, sic (così), tam (tanto), adeo (a tal punto), tantus, -a, -um (tanto grande), ecc. È introdotta dalla congiunzione ut (se è positiva) e ut non (se è negativa). Ha il verbo al congiuntivo presente, imperfetto o perfetto.

  • Il congiuntivo è usato con valore assoluto e non relativo, perché le conseguenze sono sempre successive nel tempo rispetto alle loro cause, quindi
  • una conseguenza nel presente = si esprime col congiuntivo presente.
  • una conseguenza nel passato = si esprime col congiuntivo imperfetto (azione imperfettiva) o perfetto (azione perfettiva).

Marcus tam bonus est | ut amicos semper adiuvet => Marco è tanto buono che aiuta sempre gli amici.

Marcus tam bonus erat | ut amicos semper adiuvaret => Marco era tanto buono che aiutava sempre gli amici.

Marcus tam bonus fuit | ut amicos adiuvĕrit => Marco fu così buono da aiutare gli amici.

La reggente anticipa la consecutiva con l’avverbio tam.

La completiva ha il congiuntivo presente (adiuvet) nella narrazione presente;

ha il congiuntivo imperfetto (adiuvaret) per indicare un’azione reiterata nel passato;

ha il congiuntivo perfetto (adiuvĕrit) per indicare un’azione passata con valore perfettivo.

Completive e consecutive latino e traduzione in italiano: esercizi

Prova a tradurre le seguenti frasi dal latino all’italiano.

  1. Pompeius Romanos monebat ut mores maiorum observarent
  2. Caesar ab Ariovisto petebat ne in Galliam multitudinem Germanorum ducĕret
  3. Cato militibus imperat ut pontem in flumine exstruant
  4. Puer tantum flebat ut omnium corda commovĕrit
  5. Tantus timor exercitum invasit ut omnium mentes occuparet
  6. Pater familias tam severus erat ut non solum a servis, sed etiam a liberis timeretur
  7. Eādem nocte accidit ut esset luna plena
  8. Evĕnit ut mali homines bonos corrumpant
  9. Veritas facit ut homines beati vivant

Traduzione

  1. Pompeo ammoniva i romani di osservare i costumi degli antichi.
  2. Cesare chiedeva ad Ariovisto di non portare in Gallia un grande numero di germani.
  3. Catone ordina ai soldati di costruire un ponte sul fiume.
  4. Il ragazzo piangeva tanto da commuovere i cuori di tutti.
  5. Un timore così grande prese l’esercito, che occupava le menti di tutti.
  6. Il capofamiglia era talmente severo che era temuto non solo dagli schiavi, ma anche dai figli.
  7. In quella stessa notte capitò che ci fu la luna piena.
  8. Accade che gli uomini malvagi corrompano quelli buoni.
  9. La verità fa in modo che

Completive e consecutive latino: lezione scaricabile

Puoi scaricare la lezione schematizzata a questo link e conservarla per ripassare in modo veloce e schematico la lezione su completive e consecutive in latino.

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