Le citazioni di: Anton Cechov

Lo scrittore Anton Cechov

Anton Pavlovic Cechov nasce il 29 gennaio 1860 a Taganrog, sul lago d’Azov. Proviene da una famiglia di umili origini. Il nonno è un servo della gleba affrancato, grazie a un notevole versamento in denaro fatto al proprio padrone. Il padre è un droghiere: è un uomo molto religioso, severo e picchia spesso i figli. Nella città natale, Anton studia presso la scuola greca. Si trasferisce a Mosca nel 1879 per iniziare gli studi in medicina.

Ancora studente, inizia a scrivere brevi racconti e a collaborare con giornali umoristici. Comincia ad esercitare come medico, ma smette dopo poco tempo, per dedicarsi a tempo pieno alla letteratura. Ai racconti alterna opere per il teatro: la prima è Ivanov, dramma che viene messo in scena nel 1887. L’anno seguente scrive e pubblica il racconto lungo La steppa, che si rivela un grande successo e lo fa conoscere al pubblico e alla critica letteraria. Proprio i critici letterari lo paragonano a Tolstoj e Gogol.

Nel 1890 fa un viaggio all’isola di Sachalin, colonia di deportati: ne scaturisce un vero e proprio reportage, pubblicato nel 1895, con il titolo L’isola di Sachalin. Nel frattempo Anton si allontana da Mosca per stabilirsi in campagna, nella tenuta di Melichovo. è di questo periodo il racconto La corsia n.6 (tradotto anche come Reparto n. 6), uno dei racconti migliori di Cechov, ambientato in un reparto psichiatrico. Anche il racconto Il monaco nero, del 1894, ha come tema la follia. In quello stesso anno le condizioni di salute di Cechov sembrano aggravarsi, tanto da ritenere opportuno un periodo di mare, a Jalta. Si tratta della tubercolosi, che da tempo aveva contratto e che lo accompagna, a fasi alterne, fino alla morte.

Di ritorno nella sua residenza di campagna, scrive, nel 1895, Il gabbiano, un dramma in quattro atti che viene messo in scena a Pietroburgo. Senza dubbio una delle opere maggiori di Cechov, non riscuote, almeno inizialmente, il successo sperato, specie in termini di critica.

Migliore sorte ha il dramma Zio Vania, scritto tra il 1896 e il 1897, rappresentato questa volta a Mosca. La critica pare apprezzare questo nuovo lavoro di Cechov, salvo Tolstoj che critica l’opera. Nel 1901 sposa l’attrice Olga Leonardovna Knipper, che aveva già lavorato per alcune opere teatrali di Cechov, come Il gabbiano. Nella primavera del 1904 le condizioni di Cechov si fanno serie: decide di trasferirsi nel centro termale di Badenweiler, in Germania, dove muore il 2 luglio 1904.

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