Le citazioni di: Victor Hugo

Lo scrittore Victor Hugo

Victor-Marie Hugo nasce a Besançon il 26 febbraio 1802. È un artista a tutto tondo: scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e aforista, ricopre anche la carica di deputato all’Assemblea Costituente. Nel 1808 si trasferisce dal padre, ad Avellino. In seguito al divorzio dei suoi genitori raggiunge Parigi.

Inizia a frequentare il Politecnico, ma presto lascia gli studi tecnici per dedicarsi alla letteratura. Si laurea in Giurisprudenza: le prime opere vengono composte in ambito poetico, nel 1822, quando scrive le Odi. Si sposa sempre nel 1822 e ha cinque figli. Si tratta di storie tragiche: il primogenito muore ad appena 3 mesi di vita, altri tre figli moriranno tra i 19 e i 45 anni. Solo Adèle sopravvive alla morte del padre, tuttavia la sua vita è funestata dalla malattia mentale e trascorre molti anni in manicomio.

La svolta artistica per Hugo arriva nel 1827, quando compone il dramma Cromwell: mai andato in scena, viene comunque considerato come un’opera fondante del Romanticismo in Francia. È una sorta di manifesto dell’autore, e cambia la tradizione classica del teatro, anche per la narrazione di fatti relativamente recenti (Cromwell è vissuto tra il ‘500 e il ‘600). Nel 1830, data convenzionalmente riconosciuta come quella di nascita del Romanticismo in Francia, scrive il dramma Hernani, che nel 1844 viene trasposto in musica da Giuseppe Verdi.

Nel 1831 pubblica un romanzo di grande successo, Notre-Dame de Paris e una raccolta di poesie, Le foglie d’autunno. I canti del crepuscolo sono un’altra raccolta di poesie del 1835. Nel 1843 deve affrontare il dolore per la scomparsa della figlia Leopoldine, annegata con il marito durante una gita in barca. Al dramma personale si aggiunge l’insuccesso de I Burgravi, altro dramma teatrale scritto da Hugo.

Nel 1848 inizia la sua carriera politica: dopo essere stato nominato Pari di Francia dal re Luigi Filippo d’Orleans, entra come deputato all’Assemblea Costituente. A seguito del colpo di stato di Luigi Napoleone, è costretto all’esilio e vive tra Lussemburgo e Belgio. Durante questo periodo compone anche opere di satira politica.

Nel 1862 pubblica il suo romanzo probabilmente più famoso, I Miserabili. Stampa nel 1866 I lavoratori del mare e nel 1869 L’uomo che ride. Nel 1870, dopo la caduta di Napoleone III e la nascita della Terza Repubblica, torna in Francia. Il 22 maggio 1885 muore: la sua salma viene esposta sotto l’Arco di Trionfo e tumulata al Pantheon di Parigi, dove si trova ancora oggi, accanto alle tombe di Alexandre Dumas ed Émile Zola.

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