La grafia corretta è cavaliere, senza g ma con una l tra la a e la i. La forma con gl, cavagliere, è da considerarsi sempre sbagliata. Ci troviamo infatti di fronte a un termine che deriva dal provenzale cavalier e dal francese antico chevalier, entrambe parole con una l sola, che a loro volta discendevano dal latino caballarius, da caballus, ossia cavallo.
Non a caso nella nostra lingua esiste una regola che dice che vogliano sempre il gruppo –li- le parole derivate dal latino, compresi i toponimi, come esilio, olio, milione, miliardo, Sicilia, Italia, vigilia e tante altre. Oltre a queste, si deve utilizzare li a inizio di parola – liocorno, liuto -, in caso di doppia l – allievo, idillio -, quando l’accento cade sulla i – regalìa, oblìo – e nei nomi propri – Giulio, Emiliano, fanno eccezione solo Guglielmina, Guglielmo e Gigliola.
Una regola aggiuntiva che rafforza il fatto che cavaliere si scriva senza g – e non cavagliere – è che tutti i sostantivi che si riferiscono a professioni che contengono il suono –li- non vogliono –gl-. Ne sono esempi giocoliere, stalliere, petroliere, mobiliere…
Invece è previsto l’uso di -gl- in tutti i casi non elencati sopra, compresi i nomi geografici di origine straniera come Castiglia e Siviglia, l’articolo determinativo plurale maschile gli e nei pronomi glielo, gliela, glieli e gliele.
Dopo questa spiegazione dovrebbe essere più chiaro quando è necessario usare li o gl e di conseguenza non ci dovrebbero più essere dubbi nel momento in cui dobbiamo mettere per iscritto la parola cavaliere, sempre e solo con l e senza g.
Esempio 1: I cavalieri della Tavola Rotonda sono quelli di rango più elevato nella corte di re Artù
Esempio 2: Giacomo aveva deciso di fare da cavaliere a Giovanna al ballo di fine anno
Esempio 3: Fu insignito cavaliere del lavoro per i suoi meriti professionali
Esempio 4: I cavalieri di Malta sono un ordine cavalleresco tutt’oggi riconosciuti in diversi Paesi del mondo