La grafia da utilizzare è dovunque, senza apostrofo. Si tratta infatti dell’unione del termine tronco dove, senza la e finale, e -unque, particella presente nei vocaboli chiunque, comunque e qualunque che conferisce l’idea di qualsiasi. Chi pensa che la forma con apostrofo, d’ovunque, sia corretta immagina – commettendo un errore – che la parola sia formata dalla preposizione di e dall’avverbio ovunque, come accade ad esempio in d’altronde e d’accordo composti rispettivamente dalle preposizioni da e di e dall’avverbio altronde e dal sostantivo accordo.
Per facilitare la memorizzazione della giusta grafia conviene focalizzarsi sul significato e sulla funzione della parola di cui stiamo parlando: dovunque è un avverbio di luogo che significa in qualunque luogo in cui, utilizzato perlopiù come relativo associato a verbi di quiete o di moto usati all’indicativo o al congiuntivo.
Esempio 1: Dovunque io vada, ho sempre quell’uomo alle spalle (corretto)
Esempio 2: Sentiva un fastidioso peso sullo stomaco dovunque andasse (corretto)
Esempio 3: Gianluca era determinato a trovarlo, dovunque fosse scappato (corretto)
Tuttavia, non è raro trovarlo in contesti in cui viene utilizzato come sinonimo di in ogni luogo, ma si tratta di un errore. Infatti, in proposizioni che richiedono un avverbio che indichi lo stato in luogo è preferibile usare un sinonimo come ovunque oppure dappertutto.
Esempio 1: Gli scarafaggi erano dovunque (errato)
Esempio 2: Gli scarafacci erano ovunque (corretto)
Esempio 2: Gli scarafacci erano dappertutto (corretto)
Per non sbagliare bisogna quindi scegliere dovunque quando è necessario indicare un moto a luogo.