“L’errore è umano, il perdono divino” è un proverbio molto antico entrato a far parte del lessico comune. Questo detto utilizza una metafora sulla differenza tra gli esseri umani e quelli divini per trattare i temi legati agli errori e al perdono. Per natura, l’uomo è imperfetto e tende dunque a sbagliare, a prescindere dalle proprie intenzioni. Ciò che rende “divini”, invece, è la capacità di perdonare: il perdono, in un certo senso, consente agli esseri umani di avvicinarsi a Dio.
La spiegazione del proverbio
Il perdono è uno strumento riposto nelle fragili mani dell’uomo: attraverso il perdono si può ottenere la serenità del cuore. Per quanto ogni essere umano possa sforzarsi per cercare di raggiungere la perfezione, ogni tentativo risulterebbe comunque vano, perché è nella natura stessa essere imperfetti. La vita è piena di errori ed è proprio di fronte a questi che bisogna scegliere quale strada prendere di fronte a un bivio: perdonare oppure serbare rancore. Nel primo caso, spesso il più difficile, si compie un atto caritatevole nei confronti degli altri. Perdonare è molto più difficile e per questo viene definito “divino” dal proverbio.
Proverbi simili e collegati
Esistono proverbi simili o che trattano lo stesso tema di “L’errore è umano, il perdono divino”. Il più famoso è “Errare è umano, perseverare è diabolico“, celebre frase entrata nel linguaggio comune ormai da secoli e che spiega come l’errore, pur facendo parte della natura umana, non deve essere considerato come attenuante di responsabilità per una reiterazione dello sbaglio. Usando questo aforisma si cerca di attenuare una colpa e un errore, a patto che questo sia solo un caso sporadico e non venga ripetuto in continuazione. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è il detto “Solo Dio senza difetti” che pone l’accento sull’imperfezione della natura umana. Sul fronte del perdono, invece, è emblematico il proverbio che recita “Perdonare è da uomini, scordarsene è da bestie“.
Significato
Il proverbio ha un significato molto profondo: spiega, attraverso una metafora semplice e intuitiva, quanto sia facile commettere errori durante il corso della vita e al tempo stesso, quanto sia invece difficile riuscire a perdonare. L'atto del perdono si riferisce a qualcosa di elevato, profondo, difficile e per niente comune che necessita una grandezza d'animo non indifferente. Le persone che di fronte a un errore o una condotta spiacevole riescono a perdonare, compiono un gesto di bontà degno del "divino".
Origine
La frase "Errare è umano, perdonare è divino" viene attribuita ad Alexander Pope, poeta inglese tra i più importanti del XVIII secolo. L'affermazione, ovviamente, deriva dalla nota locuzione latina "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum" che si traduce con "sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è diabolico". Nel corso degli anni sono state formulate diverse teorie riguardo l'attribuzione di questa locuzione latina, riconducibile per lo più a Sant'Agostino. La prima fonte cristiana che contiene una frase analoga, però, è di San Gerolamo. Al tempo stesso, di "errare humanum est" esistono tracce in latino precristiano precedenti a Sant'Agostino e San Gerolamo, e frasi simili di Cicerone nelle Filippiche, di Livio nelle Storie e di Seneca il Vecchio.