Il corvo è un animale a cui sono legati molteplici significati. La sua intelligenza era già nota in epoca antica, nonostante solo di recente si sia arrivato a quantificarla. Alcuni studi attestano che, messo di fronte a determinati compiti e operazioni, questo uccello ha dimostrato di avere le facoltà mentali di un bambino di sette anni. Si tratterebbe dunque di uno degli animali più simili a noi e ai primati in quanto a capacità cerebrali. Sacro al padre degli dèi norreni Odino e malvisto invece dalle divinità dell’Olimpo, il corvo negli anni è stato associato anche alle streghe e alla morte. Ma perché si dice che “Non gira il corvo che non sia vicina la carogna“?
Il significato di questo proverbio
La dieta dei corvi è molto varia. Questo tipo di uccello si ciba infatti di prede come piccoli mammiferi e insetti, ma anche di bacche, noci e altre frutti. Nei mesi invernali, quando le sue fonti abituali di alimentazione sono scarse, il corvo si nutre anche di carogne, in particolare quelle di altri volatili o animali cacciati da altri predatori più grandi. Per questo si possono osservare, soprattutto nei periodi dell’anno più difficili, i corvi nutrirsi di carcasse.
La necrofagia, cioè il comportamento alimentare delle creature che si cibano di carogne, è diffusa nel mondo animale principalmente a temperature estreme e in generale dove c’è carenza di altre forme di cibo. Nella savana, ad esempio, le iene e i grandi avvoltoi seguono questa dieta.
Negli habitat europei, dove c’è disponibilità di prede e altre forme di nutrimento in ogni stagione, invece, possiamo osservare tra mammiferi e uccelli solo tipi di necrofagia opportunistica, che avviene se le condizioni ambientali la rendono necessaria. Vicino alle carogne, comunque, i nostri avi potevano osservare solo i corvi, e per questo oggi diciamo che “Non gira il corvo che non sia vicina la carogna”.
Il proverbio si riferisce anche all’abitudine di questo uccello di compiere ispezioni del terreno sottostante mentre si trova in volo, compiendo dei cerchi in aria per analizzare meglio ciò che si trova più in basso. Se c’è una carogna nelle vicinanze, dunque, sarà possibile osservare questi bellissimi volatili mentre valutano se è conveniente atterrare e cibarsi di essa.
“Non gira il corvo che non sia vicina la carogna”, per estensione, si usa davanti a tutte quelle occasioni in cui gli esseri umani si comportano come avvoltoi, approfittandosi delle situazioni di difficoltà del prossimo. La sola presenza di una persona opportunista in un determinato ambiente, inoltre, sarà un’evidente prova delle sue cattive intenzioni.
Altri proverbi con un significato simile
Non solo i corvi sono attratti dalla morte. Spesso ai funerali si presentano parenti mai visti primi che hanno sentito odore di eredità, come spiega bene il proverbio secondo il quale “Alle nozze e a’ mortori, si conoscono i parenti“. D’altronde la saggezza popolare sa bene che “L’interesse acceca anche i galantuomini“, rendendoli villani senza scrupoli. E come “Lo scarafaggio corre sempre allo sterco“, sappiamo bene che un opportunista cercherà sempre il proprio vantaggio, senza mai smentirsi.
Significato
Come i corvi volano soprano le carcasse in putrefazione per cibarsi, così gli approfittatori si faranno vivi non appena fiuteranno la possibilità di trarre beneficio da situazioni negative per altri.
Origine
Questo proverbio potrebbe derivare dal detto latino "Ducuntur cadaveribus vulturii", che significa "Gli avvoltoi sono attratti dai cadaveri". Probabilmente l'uccello protagonista del proverbio è stato sostituito da uno più comune in tutta la Penisola. Oggi in Italia abbiamo solo quattro specie di avvoltoi, ma sono a rischio estinzione. Il corvo è invece diffuso ovunque nel mondo, grazie alle sue grandi capacità di adattamento.
Varianti
- Italia: Dove son carogne son corvi
- Italia: Dove vola l'avvoltoio c'è la carogna