Il volto di Omero riprodotto da una statua in Grecia Fonte foto: 123RF
Proverbi

Qualche volta anche Omero sonnecchia

Questo proverbio ha come protagonista l'autore dell'Iliade e dell'Odissea, il più grande poeta ellenico, ma il suo significato riguarda tutti noi

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Omero è considerato il più importante esponente della letteratura greca. Vissuto intorno all’VIII secolo a.C., al poeta ellenico si attribuiscono i due capolavori antichi per eccellenza, l’Iliade e l’Odissea. Già in epoche remote a lui furono attribuite anche altre opere minori, ma a partire dalla seconda metà del Seicento gli studiosi hanno dato vita alla questione omerica, cioè a una branca di studi sui due poemi epici il cui scopo è quello di individuare l’identità e indagare sull’esistenza stessa dell’autore. “Qualche volta anche Omero sonnecchia” è un proverbio entrato nella nostra lingua e che oggi ha poco a che fare con la filologia classica.

Il significato letterale di questo proverbio

Questo detto si è originato probabilmente nell’Antica Roma, a dimostrazione dell’influenza di Omero sulla produzione successiva e della sua fama già in età lontane da noi. Gli studiosi avevano riscontrato già delle contraddizioni nella produzione omerica, e in particolare i filologi alessandrini avevano iniziato a porre le basi per quella che sarebbe divenuta poi la questione omerica.

Anche il poeta più importante del mondo classico, dunque, commetteva errori e poteva lasciarsi andare a momenti di disattenzione. I suoi errori però non scalfiscono la qualità delle opere che sono arrivate fino a noi, immortali, cambiando la storia della letteratura e ispirando generazioni di nuovi autori. “Qualche volta anche Omero sonnecchia”, si usa dire, e significa che anche il più grande degli scrittri può permettersi distrazioni e strafalcioni.

Il significato più profondo del proverbio

“Qualche volta anche Omero sonnecchia” significava già nell’Antica Roma che anche i migliori, a volte possono sbagliare. Oggi si sente spesso questa frase all’uscita di un disco, di un libro o di un film che non sono all’altezza degli artisti che li creano o che ne prendono parte. Se anche il sommo poeta ellenico commetteva errori e non sempre scriveva passaggi alla sua altezza, oggi usiamo questo detto in tono scherzoso proprio per sottolineare come a volte una persona famosa, geniale e di talento può cedere alla disattenzione.

Ancora più in senso generale, però, questo proverbio vuol dire che se sbaglia anche il più grande degli autori, lo scrittore per eccellenza che ha curato quasi in ogni dettaglio due poemi epici diventati la base stessa della letteratura moderna, allora possono sbagliare tutti. Insomma, “Errare humanum est“, come recita un altro famoso adagio arrivato a noi dall’Impero Romano.

Altri proverbi dal significato simile

Se tutti possiamo permetterci di commettere delle sviste, dobbiamo ricordarci quanto sia importante passarci sopra, e ammettere la fallibilità di chi ci circonda. Un altro proverbio dice infatti che “L’errore è umano, il perdono divino“. E poi “L’errore che si confessa è mezzo rimediato“, una volta che ci si rende conto del torto fatto. Ma attenzione. “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico“, sottolineavano gli antichi: meglio non ripetere la stessa svista per troppe volte e imparare sempre dal passato.

Significato

Come Omero, scrittore per eccellenza, ha commesso errori scrivendo l'Iliade e l'Odissea, anche tanti altri autori, artisti, personaggi famosi e di talento possono sbagliare. Per estensione, questo proverbio ci ricorda della fallibilità dell'essere umano. Nessuno è perfetto, inutile dunque giudicare negativamente una persona per una svista.

Origine

La frase "Quandoque bonus dormitat Homerus" è contenuta nella "Epistola ai Pisoni" di Orazio, meglio nota come "Ars Poetica", scritta intorno all'anno 13 a.C., in un passaggio in cui l'autore giustifica le cadute di stile degli autori particolarmente prolifici o famosi.

Varianti

  • Antica Roma: Quandoque bonus dormitat Homerus