Charles Dickens è senza dubbio il romanzo inglese dell’800, lo scrittore che rappresenta meglio di chiunque altro quel tempo. Il suo primo lavoro viene pubblicato nel 1837, lo stesso anno in cui la Regina Vittoria sale al trono d’Inghilterra, segnando con il proprio nome un’epoca intera.
L’epoca vittoriana è tumultuosa: la modernizzazione imposta dalla prima rivoluzione industriale è un evento totalizzante che spinge le masse dalla fame delle campagne al miraggio della città. Attorno alle fabbriche nascono comunità indurite da una vita difficile, spesso brutale, in cui una diseguaglianza nettissima tra le classi sociali diventa regola impossibile da sovvertire.
Dickens osserva e racconta quella realtà con una generosità di particolari unica; i suoi personaggi saranno in grado di conquistare per sempre l’immaginario collettivo.
Per apprezzare fino in fondo il realismo dickensiano è necessario però conoscere l’evento che più di tutti segna la sua vita. Il padre di Charles è un piccolo borghese, un impiegato ambizioso che in qualche modo, a un certo punto della sua carriera, finisce in prigione per i debiti contratti. A 12 anni Dickens viene così strappato alle letture da ragazzino e costretto al lavoro in una fabbrica di lucido da scarpe.
È lì, in quell’ambiente torbido, che si forma lo sguardo del Dickens scrittore popolare. È in quel contatto con la deprivazione, la fatica, l’umiliazione dei ragazzini come lui che nasce la sua poetica.
Sarà quando il padre lascerà la prigione, solo grazie a un’eredità, che Dickens potrà riappropriarsi della sua vita.
Con una breve educazione scolastica alle spalle, Charles inizia una nuova carriera che lo conduce fino al ruolo di cronista presso il Parlamento britannico.
Il suo talento per il racconto è subito evidente ma sono le pubblicazioni di massa a garantirgli una fama immediata e senza confini.
Charles Dickens pubblica opere monumentali a puntate sulle riviste più diffuse del tempo, in fascicoli attesi come un grande evento dal pubblico di lettori sempre più ampio. Parla alle classi meno agiate rappresentando la dura realtà che lui stesso ha vissuto, non cerca il favore della borghesia, non intende incontrare il gusto dei più abbienti. Affronta tematiche sociali e politiche estremamente importanti senza mai cedere alla pedanteria, risultando anzi seducente, grazie a storie sempre avvincenti. Charles Dickens è uno scrittore straordinariamente prolifico e le sue 14 opere (ne rimane una incompiuta) sono sempre ricchissime di parole e intrecci che si sciolgono anche nei modi più strambi.
Molti celebri autori – da Kafka a Dostoevskij – lo ammirano profondamente, divorando ogni sua pubblicazione. Con il grande scrittore russo c’è addirittura la testimonianza di un incontro, mai però veramente provato, in cui Dickens avrebbe avuto modo di dire: "Ci sono due uomini in me, uno che prova tutto ciò che un uomo dovrebbe provare, e l’altro che prova l’opposto. Da quest’ultimo nascono i miei personaggi malvagi, mentre dal primo, che prova ciò che un uomo dovrebbe, mi faccio guidare nella vita quotidiana".
Il Circolo Pickwick è la prima delle grandi opere di Dickens, pubblicata anch’essa naturalmente a fascicoli. Con i suoi personaggi bizzarri e le situazioni esilaranti rimane un capolavoro dell’umorismo che tratteggia bene la fragile morale inglese dell’epoca vittoriana.
Con Oliver Twist e poi David Copperfield, Tempi Difficili e Grandi Speranze, Dickens consegna alle stampe storie indimenticabili in cui il cinismo di una società industriale priva di regole e valori travolge i più deboli – soprattutto i bambini.
Grandi speranze in particolare è l’ultimo grande romanzo dell’autore inglese, un autentico capolavoro del genere. Protagonista assoluto è il giovanissimo Pip, un orfano che coltiva il sogno di fare fortuna e salvarsi così la vita. In molti vedono proprio nelle pagine di questa grande opera, come in David Copperfield del resto, una traccia evidente delle vicende vissute dallo scrittore durante l’infanzia.
Ma Charles Dickens è anche autore della più nota e celebrata fra le storie sul Natale: A Christmas Carol, Canto di Natale, un’opera sulla quale si fonda in qualche modo l’essenza stessa della "magia del Natale".
Si tratta di un breve romanzo all’interno del quale si scorgono profondi insegnamenti sul bene e il male. Canto di Natale di Charles Dickens è una storia universale adatta a lettori di ogni età, talmente nota e fortunata da vivere una miriade di trasposizioni: dal cinema al teatro fino addirittura ai fumetti.
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